Tesi etd-05142019-182112 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
STANCA, STEFANO
URN
etd-05142019-182112
Titolo
L'apocalisse psicopatologica nel pensiero di Ernesto de Martino
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Dei, Fabio
Parole chiave
- apocalisse
- Ernesto de Martino
- Esserci
- nichilismo
- psicopatia
- storicismo
Data inizio appello
03/06/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
La concezione demartiniana della psicopatia come difficoltà o incapacità del soggetto di aprirsi al tessuto relazionale, di accogliere i criteri di giudizio socialmente scanditi, di individuare se stesso alla luce del proprio contesto culturale si traduce nell'impossibilità del malato di essere autenticamente soggetto dialettico nel consesso sociale, che è orizzonte del divenire del Logos storico.
Nella società, si realizza il problematico intreccio di razionale ed irrazionale, cultura e natura, storia e individualità che nell’Erlebnis umano incontrano il momento dinamico di una tensione ontica dell’Esserci.
De Martino, esponente dell’etnocentrismo critico, filosofo della crisi di una società misoneista, vede nel vissuto di negazione psicopatologico, l’opportunità di squarciare il velo di Maya del Si Stesso sociale per approdare alla nudità esistenziale dell’uomo di fronte al ni-ente.
Scopo di de Martino è delucidare le apocalissi culturali attraverso la catastrofe esistenziale in cui Wahnstimmung e Weltuntergangserlebnis incarnano i drammatici momenti della discesa nell’averno, fondamento heideggeriano dell’esistenza. Obiettivo della tesi è porre a confronto la lettura della nascita della malattia mentale di de Martino con quelle degli psichiatri presi in esame ne “La fine del mondo”, analizzando analogie e differenze, e valutando se l’antropologo calchi la falsariga di psichiatri fenomenologici e psicodinamici, o se, al contrario, pur avendo fatto loro riferimento, se ne discosti, nell’interpretazione dei fenomeni psicopatologici e nel ruolo in essi rivestito da Io e società.
Nella società, si realizza il problematico intreccio di razionale ed irrazionale, cultura e natura, storia e individualità che nell’Erlebnis umano incontrano il momento dinamico di una tensione ontica dell’Esserci.
De Martino, esponente dell’etnocentrismo critico, filosofo della crisi di una società misoneista, vede nel vissuto di negazione psicopatologico, l’opportunità di squarciare il velo di Maya del Si Stesso sociale per approdare alla nudità esistenziale dell’uomo di fronte al ni-ente.
Scopo di de Martino è delucidare le apocalissi culturali attraverso la catastrofe esistenziale in cui Wahnstimmung e Weltuntergangserlebnis incarnano i drammatici momenti della discesa nell’averno, fondamento heideggeriano dell’esistenza. Obiettivo della tesi è porre a confronto la lettura della nascita della malattia mentale di de Martino con quelle degli psichiatri presi in esame ne “La fine del mondo”, analizzando analogie e differenze, e valutando se l’antropologo calchi la falsariga di psichiatri fenomenologici e psicodinamici, o se, al contrario, pur avendo fatto loro riferimento, se ne discosti, nell’interpretazione dei fenomeni psicopatologici e nel ruolo in essi rivestito da Io e società.
File
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Tesi_Ste...82019.pdf | 609.02 Kb |
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