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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05132022-102206


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIACCONE, DANIELE
URN
etd-05132022-102206
Titolo
Hegel e Adorno fra conciliazione e negazione
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Manca, Danilo
correlatore Iacono, Alfonso Maurizio
Parole chiave
  • Adorno
  • conciliazione
  • dialettica
  • Hegel
  • negazione
Data inizio appello
30/05/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La filosofia hegeliana si pone il compito di apprendere col pensiero il proprio tempo. Il suo è un tempo colmo di stravolgimenti e cambiamenti di cui la rivoluzione francese è l’esempio più lampante: per poter comprendere filosoficamente il suo periodo storico e per poterne rappresentare il divenire, dunque, il filosofo tedesco supera la logica formale che ha difficoltà nel rappresentare il processuale giungendo alla logica dialettica.
Anche il pensiero adorniano è fortemente legato al proprio tempo e alla sua comprensione, ma nel fare ciò deve fare i conti con la barbarie di Auschwitz e della bomba atomica e con il fatto che le trasformazioni prodotte dallo sviluppo tecnologico e dalla nascita della società di massa si sono rivelate colme di problemi e risvolti negativi per la vita degli individui. La filosofia adorniana si pone il fine di ripartire dalla dialettica hegeliana cercando di conservarne la concretezza, ma, allo stesso tempo, vuole espellerne il momento positivo della speculazione che porta alla accettazione del corso del mondo non più accettabile dopo gli avvenimenti storici sopracitati.
La dialettica hegeliana, a detta di Adorno, ricade nella logica predialettica quando col momento speculativo della negazione della negazione ricade in una forma di filosofia positiva che accetta il postulato della logica formale per cui meno per meno fa più. Il cercare di conciliare ogni contrapposizione in un’unità speculativa superiore porta il filosofo di Stoccarda a costruire la propria filosofia della storia come un antidoto contro “l’ipocondria” di chi, vivendo di ideali, si scontra con la necessità dell’esistente non riuscendo a conciliarvisi. La filosofia della storia hegeliana propone la necessità di partire dal punto di vista generale espellendo ogni istanza particolare dei singoli individui: se la storia venisse letta a partire dai bisogni del particolare andrebbe letta come “un banco da macellaio” colmo di sofferenze e ingiustizie, ma prendendo l’avvio dalla prospettiva per cui la storia è il farsi dello spirito universale, essa viene letta come il farsi necessario della razionalità e della libertà contro cui ogni pretesa individuale è una forma di presunzione destinata a fallire. Il filosofo, secondo Hegel, ha il ruolo di leggere le tendenze implicite nel corso storico, esplicitarne la necessità e fare in modo che esse trovino il loro appagamento col minor sforzo possibile.
Adorno, avendo vissuto anche sulla propria pelle la negatività del corso storico, non può accettare questa visione e, rimarcando l’importanza di un metodo dialettico che rimanga fedele a se stesso espellendo da sé il momento della conciliazione, sostiene che Hegel abbia interrotto la dialettica nel momento della mediazione fra particolare e universale, costruendo un universale che si evolve non a partire dal particolare ma a discapito di quest’ultimo.
Il filosofo francofortese rimarca il bisogno di leggere ed esplicitare la necessità delle tendenze oggettive immanenti al corso del mondo non per giustificarle, ma per aprire delle possibilità di deviazione da esse attraverso una prassi politica e sociale che punti alla modificazione delle condizioni oggettive che producono un divenire storico estraneo e ostile ai singoli individui particolari che formano la totalità sociale.
Nei primi due capitoli di questo lavoro ci si è soffermati sulla analisi dei metodi dialettici dei due filosofi esponendone le differenze; nel terzo e nel quarto capitolo vengono esposte le riflessioni hegeliane e adorniane sulla storia e sul ruolo rapporto tra filosofia e corso del mondo.

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