Tesi etd-05132021-211756 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CAROTI, LORENZO
URN
etd-05132021-211756
Titolo
La detenzione femminile: tra marginalità e vuoti normativi
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Bresciani, Luca
Parole chiave
- detenzione femminile
- donne detenute
- marginalità
Data inizio appello
31/05/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La detenzione femminile rappresenta una problematica marginale e scarsamente considerata dalle norme dell’Ordinamento Penitenziario.
Nel corso degli anni, infatti, le donne nella società sono state considerate dei soggetti deboli e inferiori rispetto all’uomo e, conseguentemente, anche la carcerazione femminile, inevitabilmente è stata condizionata da questa visione.
Infatti, la reclusione femminile, pone problemi specifici e diversi rispetto a quella maschile e ciò determina la necessità che questa venga affrontata da una prospettiva diversa, maggiormente attenta alle specificità di genere.
In altri termini, sia per gli uomini sia per le donne l’esperienza carceraria è estremamente difficoltosa e comporta necessariamente dei cambiamenti, tuttavia, la privazione della libertà personale si manifesta con effetti diversi nei due sessi.
Il presente lavoro mira ad evidenziare come le donne detenute si trovano a vivere in ambito penitenziario una condizione di marginalizzazione essendo poco considerate a livello normativo.
Le poche norme dell’Ordinamento Penitenziario che disciplinano le donne private della libertà personale infatti, si preoccupano di tutelare la funzione genitoriale, assicurando il mantenimento dei rapporti tra la madre detenuta ed il figlio e limitando l’ingresso dei minori in carcere attraverso la previsione di specifiche misure alternative alla detenzione, ma difettando di una considerazione della donna in relazione alle sue specifiche esigenze.
Pertanto, il problema che si pone è quello per cui l’Ordinamento Penitenziario codifica, implicitamente, il maschile come punto di riferimento, ritenendo la detenzione femminile come qualcosa di altro e di conseguenza, spesso ignorando i loro bisogni.
Ciò premesso, l’obbiettivo dell’elaborato è quello di ripercorrere l’evoluzione che ha portato all’attuale assetto della problematica della reclusione femminile, analizzando in particolare, le varie fonti internazionali dedicate alla donna detenuta, dalle quali è possibile ricavare vari principi che dovrebbero costituire le linee guida degli Stati membri nel rimuovere gli ostacoli e le discriminazioni a danno delle detenute.
A livello nazionale, lo scopo è quello di evidenziare la lacuna dell’Ordinamento Penitenziario in materia di detenzione femminile e quindi la marginalità di questa.
Nel corso degli anni, infatti, le donne nella società sono state considerate dei soggetti deboli e inferiori rispetto all’uomo e, conseguentemente, anche la carcerazione femminile, inevitabilmente è stata condizionata da questa visione.
Infatti, la reclusione femminile, pone problemi specifici e diversi rispetto a quella maschile e ciò determina la necessità che questa venga affrontata da una prospettiva diversa, maggiormente attenta alle specificità di genere.
In altri termini, sia per gli uomini sia per le donne l’esperienza carceraria è estremamente difficoltosa e comporta necessariamente dei cambiamenti, tuttavia, la privazione della libertà personale si manifesta con effetti diversi nei due sessi.
Il presente lavoro mira ad evidenziare come le donne detenute si trovano a vivere in ambito penitenziario una condizione di marginalizzazione essendo poco considerate a livello normativo.
Le poche norme dell’Ordinamento Penitenziario che disciplinano le donne private della libertà personale infatti, si preoccupano di tutelare la funzione genitoriale, assicurando il mantenimento dei rapporti tra la madre detenuta ed il figlio e limitando l’ingresso dei minori in carcere attraverso la previsione di specifiche misure alternative alla detenzione, ma difettando di una considerazione della donna in relazione alle sue specifiche esigenze.
Pertanto, il problema che si pone è quello per cui l’Ordinamento Penitenziario codifica, implicitamente, il maschile come punto di riferimento, ritenendo la detenzione femminile come qualcosa di altro e di conseguenza, spesso ignorando i loro bisogni.
Ciò premesso, l’obbiettivo dell’elaborato è quello di ripercorrere l’evoluzione che ha portato all’attuale assetto della problematica della reclusione femminile, analizzando in particolare, le varie fonti internazionali dedicate alla donna detenuta, dalle quali è possibile ricavare vari principi che dovrebbero costituire le linee guida degli Stati membri nel rimuovere gli ostacoli e le discriminazioni a danno delle detenute.
A livello nazionale, lo scopo è quello di evidenziare la lacuna dell’Ordinamento Penitenziario in materia di detenzione femminile e quindi la marginalità di questa.
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Tesi non consultabile. |