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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05132021-193712


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MUREDDU, LAURA
URN
etd-05132021-193712
Titolo
La salute "incarcerata"
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Bresciani, Luca
Parole chiave
  • salute del detenuto
Data inizio appello
31/05/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
31/05/2091
Riassunto
La pandemia che ha investito il nostro paese negli ultimi due anni ha stravolto le vite di tutti e la ‘reclusione forzata’ a cui siamo stati costretti, ci ha portato a riflettere sui valori della salute, della libertà ed in particolare, su quali effetti possano avere sulle persone delle compressioni anche solo minime di questi.
Se tutto ciò è rapportato ad un una realtà ‘totalizzante’ come il carcere, in cui la libertà viene inevitabilmente limitata ma il detenuto dovrebbe rimanere titolare, così come chiarito fin dalla riforma del 1975, dei fondamentali diritti sanciti in Costituzione, appare subito evidente quanto sia impossibile anche solo accostare il concetto di salute proposto dall’OMS alla realtà carceraria italiana connotata da permanente sovraffollamento, scarse condizioni igienico sanitarie, carenza di personale medico, difficoltà di reperire farmaci e di accedere a prestazioni specialistiche.
Il carcere, è un luogo dove la tutela dei diritti è ancora costretta in catene, a cui il legislatore volge lo sguardo solo in momenti di tipo ‘emergenziale’ o dedicandogli uno spazio marginale o peggio ancora, omettendo di prendere posizione in materia, come fu nel caso della legge del 23 dicembre 1978 n. 833 istitutiva del SSN, che rappresentò il punto di svolta in materia di tutela del diritto alla salute della persona, ma che non faceva cenno alla sanità penitenziaria.
Con la presente trattazione si cerca di riflettere sul grado di attuazione della tutela della salute della persona in vinculis, volgendo lo sguardo alle origini di tale tutela in carcere, agli arricchimenti e allo sviluppo del concetto stesso di salute in sede Europea e internazionale, fino a giungere ad una disamina dell’evoluzione della normativa penitenziaria che passò dalla riforma avvenuta con d.lgs. 230/2008, fino a giungere alle ultime modifiche apportate dal decreto legislativo 123 del 2 ottobre 2018.
L’obiettivo è quello di metterne in luce le criticità pregresse relative alla salute del ristretto, che sono poi riemerse, come benzina sul fuoco, nella gestione del Covid19 all’interno degli istituti di pena da parte delle istituzioni e dell’amministrazione penitenziaria.
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