logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05132015-114605


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
BOZZOLI, LAURA
URN
etd-05132015-114605
Titolo
Valutazione dello stato nutrizionale in corso di insufficienza renale acuta mediante ecografia del muscolo quadricipite femorale.
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
NEFROLOGIA
Relatori
relatore Prof. Donadio, Carlo
relatore Prof. Fiaccadori, Enrico
Parole chiave
  • stato di nutrizione
  • insufficienza renale acuta
  • ecografia muscolare
  • dialisi
  • terapia intensiva
Data inizio appello
05/06/2015
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/06/2085
Riassunto
Il danno renale acuto (AKI, Acute Kidney Injury) è una delle complicanze più gravi osservate nei pazienti ospedalizzati, essendo in grado di determinare un significativo aumento della mortalità e delle complicanze a breve e a lungo termine. L’incidenza di AKI è elevata soprattutto in ambito intensivo (UTI, Unità di Terapia Intensiva) dove può raggiungere il 30% di incidenza, e spesso si associa ad insufficienza multiorgano. I pazienti critici con AKI hanno un elevato rischio di sviluppare uno stato di deplezione calorico proteica (PEW, Protein Energy Wasting), determinata sia dalle patologie acute in atto, dall'immobilizzazione e dal ridotto intake di nutrienti, sia da fattori tipici dell'AKI, come la presenza di acidosi metabolica e la necessità di terapia sostitutiva della funzione renale (RRT, renal replacement therapy). La presenza di PEW può quindi concorrere a determinare un ulteriore aumento del già elevato tasso di mortalità. La precoce identificazione dei pazienti a rischio di PEW e la rapida diagnosi di essa potrebbero consentire interventi terapeutico-nutrizionali adeguati e precoci. La riduzione della massa muscolare rappresenta uno dei criteri fondamentali per la diagnosi di PEW. Nel paziente con AKI ciò è reso particolarmente difficoltoso dal fatto che i metodi classici per la valutazione della composizione corporea risultano influenzati dall'alterato bilancio dei fluidi tipico di questi pazienti. Studi recenti svolti su pazienti critici, suggeriscono come l’ecografia muscolare possa rappresentare uno strumento efficace in grado di consentire la valutazione ed il monitoraggio della massa muscolare, in particolare a livello del muscolo quadricipite femorale. L’ecografia rappresenta infatti una metodica semplice, ripetibile, non invasiva e priva di radiazioni ionizzanti. Nessuno studio presente in letteratura ha finora valutato la fattibilità dell’ecografia muscolare nei pazienti critici affetti da AKI e sottoposti a RRT. Per tale motivo è stato disegnato uno studio pilota prospettico, effettuato presso la Terapia Intensiva della Clinica ed Immunologia Medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, con i seguenti obiettivi: 1) valutazione di eventuali modifiche dello spessore muscolare pre e post dialisi a livello del muscolo retto femorale e vasto intermedio nel punto medio e a livello dei 2/3 inferiori della coscia; 2) riproducibilità intra ed interoperatore della metodica ecografica; 3) confronto dell’ecografia muscolare con la bioimpedenziometria (BIA) multifrequenza e l’antropometria; 4) monitoraggio dello spessore muscolare durante la degenza in UTI; 5) confronto dello spessore muscolare dei pazienti con AKI rispetto a soggetti sani e a pazienti ospedalizzati con funzione renale normale. I risultati dello studio, effettuato su 19 pazienti con AKI e necessità di RRT, hanno mostrato che 1) lo spessore muscolare non subisce modifiche statisticamente significative a livello di 3 siti muscolari su 4, anche a fronte di variazioni di peso intradialitiche fino a 3 kg ottenute in tempi brevi; la stratificazione delle RRT in base al calo ponderale ottenuto mostra una tendenza alla riduzione dello spessore muscolare nel post dialisi (1.44 vs 1.42 cm, p= 0.0593) nel caso di trattamenti dialitici con calo più rilevante (1.89 ± 0.7 kg); 2) l’ICC (coefficiente di correlazione intraclasse) presenta valori più elevati (> 0.97) per la riproducibilità intraoperatore piuttosto che interoperatore (>0.88); 3) è presente una buona correlazione dello spessore muscolare con la lean body mass (LBM) e la body cell mass (BCM) stimate con la BIA, con dati più significativi nel post dialisi (LBM: r=0.51, p=0.01; BCM: r=0.55, p=0.005). È presente anche una correlazione con i comuni parametri antropometrici, in particolare con la circonferenza del braccio, con correlazione migliore nel post dialisi (r=0.52, p=0.0004). 4) Lo spessore del muscolo retto femorale subisce una riduzione dell’11%, statisticamente significativa, durante la degenza in UTI (1.41 vs 1.26 cm, p=0.0002); 5) al momento della prima misurazione, i pazienti con AKI hanno uno spessore muscolare inferiore, anche se non statisticamente significativo, rispetto ai controlli sani e ai pazienti ospedalizzati. Durante la degenza, le differenze tendono ad accentuarsi e dopo almeno 5 giorni, si evidenzia una differenza statisticamente significativa nella maggioranza dei siti muscolari.
Nei pazienti critici affetti da AKI e sottoposti a RRT, l’ecografia muscolare ha quindi evidenziato una marcata deplezione della massa magra misurata a livello del muscolo quadricipite femorale durante la degenza in UTI, di entità sovrapponibile a quanto riportato in Letteratura in riferimento ai pazienti critici senza danno renale. La terapia dialitica, determinando una rapida variazione di volume, potrebbe determinare un minimo effetto di riduzione dello spessore muscolare non legato a fattori nutrizionali: è quindi consigliabile standardizzare la metodica, e in riferimento alla dialisi, eseguire l’esame nelle stesse condizioni temporali. Concludendo, l’ecografia muscolare eseguita sempre dallo stesso operatore, rappresenta uno strumento affidabile e sensibile nel riconoscere le variazioni dello spessore muscolare in corso di AKI in terapia intensiva. Si rendono comunque necessari ulteriori studi su popolazioni più ampie per definire in maniera migliore il ruolo dell’ecografia muscolare come parametro nutrizionale nei pazienti critici con AKI.
File