Tesi etd-05132008-100314 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
CAPITANI, OLIVIA
URN
etd-05132008-100314
Titolo
Analisi della composizione chimica del particolato atmosferico (PM10 e PM2,5) finalizzata all'identificazione delle possibili sorgenti
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE AMBIENTALI
Relatori
Relatore Dott. Guidi, Massimo
Parole chiave
- Assorbimento beta
- Particolato Atmosferico
- PM10
- PM2.5
Data inizio appello
30/05/2008
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questo lavoro presenta uno studio sul particolato atmosferico raccolto in tre zone della Toscana: Virgo, nella piana di Cascina, la zona di Montespertoli, nelle vicinanze di una discarica RSU e Viareggio, dove è stata campionata anche la frazione più fine (PM2,5).
Per tutti i campioni sono stati determinati sia i livelli di particolato che le principali specie inorganiche presenti. I metodi chimici utilizzati combinati con i dati meteorologici hanno consentito di individuare, specie per i PM10, alcune delle sorgenti emissive e di riconoscere il contributo proveniente dalle reazioni secondarie. La differenza di composizione tra PM10 e PM2,5 è dovuta all'elevato contributo delle sostanze che si formano per reazioni secondarie (NH4, SO4 e NO3)al particolato fine. Nel caso dei PM2,5, appare ancora più problematica la differenza tra il metodo automatico (attenuazione beta) e quello gravimetrico di riferimento a causa della maggiore importanza che nel particolato fine hanno le sostanze organiche ed inorganiche semivolatili e quindi il ruolo che può giocare l'acqua. Questo aspetto merita di essere approfondito ulteriormente.
Per tutti i campioni sono stati determinati sia i livelli di particolato che le principali specie inorganiche presenti. I metodi chimici utilizzati combinati con i dati meteorologici hanno consentito di individuare, specie per i PM10, alcune delle sorgenti emissive e di riconoscere il contributo proveniente dalle reazioni secondarie. La differenza di composizione tra PM10 e PM2,5 è dovuta all'elevato contributo delle sostanze che si formano per reazioni secondarie (NH4, SO4 e NO3)al particolato fine. Nel caso dei PM2,5, appare ancora più problematica la differenza tra il metodo automatico (attenuazione beta) e quello gravimetrico di riferimento a causa della maggiore importanza che nel particolato fine hanno le sostanze organiche ed inorganiche semivolatili e quindi il ruolo che può giocare l'acqua. Questo aspetto merita di essere approfondito ulteriormente.
File
Nome file | Dimensione |
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Bibliografia.pdf | 30.95 Kb |
Capitolo...messa.pdf | 33.41 Kb |
Capitolo...erico.pdf | 383.99 Kb |
Capitolo...ativo.pdf | 274.77 Kb |
Capitolo...mento.pdf | 213.21 Kb |
Capitolo...torio.pdf | 82.95 Kb |
Capitolo...menti.pdf | 1.63 Mb |
Capitolo...sione.pdf | 565.65 Kb |
Capitolo...sioni.pdf | 38.82 Kb |
Indice.pdf | 20.36 Kb |
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