Tesi etd-05122020-163619 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MARINIELLO, MARIA CHIARA
URN
etd-05122020-163619
Titolo
Studio monocentrico osservazionale prospettico sulla distribuzione di anomalie dentarie nei soggetti affetti da cheilognatopalatoschisi, afferenti al "Percorso Labiopalatoschisi"dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Giuca, Maria Rita
Parole chiave
- anomalie dentarie
- cleft lip and palate
- dental anomalies
- labiopalatoschisi
- odontoiatria pediatrica
- pediatric dentistry
Data inizio appello
10/06/2020
Consultabilità
Completa
Riassunto
La cheilognatopalatoschisi è un’embriopatia congenita che colpisce il distretto oro-facciale.
La mancata fusione, infatti, dei processi mascellare e frontonasale durante la vita intrauterina comporta il manifestarsi di una schisi, ossia un’interruzione anatomica che coinvolge il palato (nella sua componente ossea e/o mucosa), il filtro labiale e, talvolta, la parte anteriore delle cavità nasali.
Questa patologia malformativa può manifestarsi in forma isolata o in associazione ad altre anomalie congenite o di sviluppo: in questo caso si parla di “forma sindromica”.
I pazienti affetti possono avere problemi di alimentazione, di fonazione, di udito, dentali e di integrazione sociale; ciò comporta, di conseguenza, un notevole impatto sia dal punto di vista delle spese sanitarie a breve e lungo termine sia dal punto di vista sociale.
In virtù, dunque, della sua complessità, la cheilognatopalatoschisi richiede un approccio multidisciplinare integrato in cui si intersecano diverse figure professionali quali chirurgo plastico, otorinolaringoiatra, logopedista, ortodontista e psicologo.
Coerentemente con quanto detto sino ad ora lo studio oggetto di questa tesi si prefigge di indagare La malformazione da un punto di vista clinico.
Più nello specifico, con una metodologia standardizzata, vengono esaminate l’incidenza e la tipologia delle anomalie dentarie che si accompagnano alla schisi, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, e di come queste influiscano nell’iter decisionale del protocollo terapeutico.
Il presente studio si prefigge inoltre di indagare se sesso e tipo di schisi influenzino il verificarsi delle anomalie dentarie.
I pazienti affetti da labiopalatoschisi sembrano avere, rispetto alla popolazione generale, una maggior prevalenza di anomalie dentarie, siano esse di numero, di sviluppo, di forma o di posizione.
Non c’è una differenza di prevalenza statisticamente significativa tra le due dentature, decidua e permanente, e tra i due sessi.
Possono essere interessate da anomalie sia le aree coinvolte dalla schisi che quelle non interessate.
L’elemento dentario maggiormente colpito risulta essere l’incisivo laterale superiore; a seguire gli incisivi centrali, i canini e i secondi premolari.
I fattori eziopatogenetici principali sono: la genetica e la riparazione chirurgica di labbro e palato, necessaria per la correzione della schisi.
Ciò è tanto più vero se gli elementi dentari colpiti si trovano nell’area della schisi.
Alla luce di queste considerazioni, appare chiaro come le condizioni del cavo orale possano presentarsi secondo un quadro clinico complesso e variegato nei pazienti affetti.
Scopo di questo studio, in linea con quanto affermato precedentemente, si prefigge di analizzare la prevalenza delle anomalie dentarie di numero, di dimensione, di posizione, di struttura ed eruzione delle arcate dentarie nei soggetti con vari tipi di schisi.
La mancata fusione, infatti, dei processi mascellare e frontonasale durante la vita intrauterina comporta il manifestarsi di una schisi, ossia un’interruzione anatomica che coinvolge il palato (nella sua componente ossea e/o mucosa), il filtro labiale e, talvolta, la parte anteriore delle cavità nasali.
Questa patologia malformativa può manifestarsi in forma isolata o in associazione ad altre anomalie congenite o di sviluppo: in questo caso si parla di “forma sindromica”.
I pazienti affetti possono avere problemi di alimentazione, di fonazione, di udito, dentali e di integrazione sociale; ciò comporta, di conseguenza, un notevole impatto sia dal punto di vista delle spese sanitarie a breve e lungo termine sia dal punto di vista sociale.
In virtù, dunque, della sua complessità, la cheilognatopalatoschisi richiede un approccio multidisciplinare integrato in cui si intersecano diverse figure professionali quali chirurgo plastico, otorinolaringoiatra, logopedista, ortodontista e psicologo.
Coerentemente con quanto detto sino ad ora lo studio oggetto di questa tesi si prefigge di indagare La malformazione da un punto di vista clinico.
Più nello specifico, con una metodologia standardizzata, vengono esaminate l’incidenza e la tipologia delle anomalie dentarie che si accompagnano alla schisi, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, e di come queste influiscano nell’iter decisionale del protocollo terapeutico.
Il presente studio si prefigge inoltre di indagare se sesso e tipo di schisi influenzino il verificarsi delle anomalie dentarie.
I pazienti affetti da labiopalatoschisi sembrano avere, rispetto alla popolazione generale, una maggior prevalenza di anomalie dentarie, siano esse di numero, di sviluppo, di forma o di posizione.
Non c’è una differenza di prevalenza statisticamente significativa tra le due dentature, decidua e permanente, e tra i due sessi.
Possono essere interessate da anomalie sia le aree coinvolte dalla schisi che quelle non interessate.
L’elemento dentario maggiormente colpito risulta essere l’incisivo laterale superiore; a seguire gli incisivi centrali, i canini e i secondi premolari.
I fattori eziopatogenetici principali sono: la genetica e la riparazione chirurgica di labbro e palato, necessaria per la correzione della schisi.
Ciò è tanto più vero se gli elementi dentari colpiti si trovano nell’area della schisi.
Alla luce di queste considerazioni, appare chiaro come le condizioni del cavo orale possano presentarsi secondo un quadro clinico complesso e variegato nei pazienti affetti.
Scopo di questo studio, in linea con quanto affermato precedentemente, si prefigge di analizzare la prevalenza delle anomalie dentarie di numero, di dimensione, di posizione, di struttura ed eruzione delle arcate dentarie nei soggetti con vari tipi di schisi.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
tesi_mcm2.pdf | 2.56 Mb |
Contatta l’autore |