Tesi etd-05122013-163503 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
CONTROZZI, TIZIANA
URN
etd-05122013-163503
Titolo
Profilassi delle patologie delle basse vie respiratorie causate da Virus Respiratorio Sinciziale nei neonati a rischio: un problema sempre attuale
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Boldrini, Antonio
Parole chiave
- bronchiolite
- sinciziale
- virus
Data inizio appello
28/05/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/05/2053
Riassunto
Il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) è un virus ubiquitariamente diffuso. Il suo alto potere di contagio fa sì che la quasi totalità dei bambini sia sieroconvertita all'età di 2 anni. Lo spettro delle possibili manifestazioni è vario: la maggior parte dei pazienti sperimenta un'infezione limitata alle alte vie respiratorie; alcuni soggetti invece vanno incontro ad un'estensione dell'infezione alle basse vie aeree. Di questi, una piccola percentuale necessita di ospedalizzazione.
Sebbene l'ospedalizzazione per infezione delle basse vie aeree VRS-dipendente mostri un basso tasso di mortalità, l'incidenza di complicanze acute non è trascurabile, così come la correlazione con un'aumentata morbilità respiratoria.
Attualmente la FDA (Food and Drug Administration) e la EMEA (European Medicines Agency) hanno approvato l'uso di un farmaco, il Palivizumab, nella prevenzione delle gravi infezioni da VRS. L'alto costo del farmaco ne impone, però, un uso selettivo in categorie ad alto rischio.
I primi fattori di rischio identificati, in maniera concorde tra i vari gruppi di ricerca, sono stati la presenza di displasia broncopolmonare, quella di malattie cardiache congenite emodinamicamente significative e la prematurità, con nascita ad un'età gestazionale (e.g.) inferiore alle 32 settimane.
Analisi successive hanno mostrato però come la maggior parte dei bambini ospedalizzati non appartenga alle fasce di rischio suddette, ma altresì a fasce con un rischio teorico minore, e tuttavia ben più numericamente rappresentate. In particolare, l'attenzione si è rivolta verso il gruppo di neonati di e.g. compresa tra le 32 e le 35 settimane, poichè questo sembra presentare un tasso di ospedalizzazione sovrapponibile alla controparte dei soggetti nati ad una e.g. inferiore alle 32 settimane, in presenza però di una netta superiorità numerica.
Negli anni vari gruppi di studio si sono applicati nella ricerca di fattori di rischio per questa categoria, risultando infatti economicamente svantaggioso sottoporre a profilassi l'intero gruppo.
Alla luce dei risultati, non sempre pienamente concordi, si può affermare che l'individuazione dei fattori di rischio rappresenti una sfida attuale e continua.
Questa trattazione, dopo un excursus sulla variazione negli anni del problema, analizza una casistica di pazienti nati a Pisa e/o sottoposti a terapia preventiva con Palivizumab tra il 2006 e il 2011 presso la U.O. di Neonatologia dell'A.O.U.P., e ne mostra i risultati.
Sebbene l'ospedalizzazione per infezione delle basse vie aeree VRS-dipendente mostri un basso tasso di mortalità, l'incidenza di complicanze acute non è trascurabile, così come la correlazione con un'aumentata morbilità respiratoria.
Attualmente la FDA (Food and Drug Administration) e la EMEA (European Medicines Agency) hanno approvato l'uso di un farmaco, il Palivizumab, nella prevenzione delle gravi infezioni da VRS. L'alto costo del farmaco ne impone, però, un uso selettivo in categorie ad alto rischio.
I primi fattori di rischio identificati, in maniera concorde tra i vari gruppi di ricerca, sono stati la presenza di displasia broncopolmonare, quella di malattie cardiache congenite emodinamicamente significative e la prematurità, con nascita ad un'età gestazionale (e.g.) inferiore alle 32 settimane.
Analisi successive hanno mostrato però come la maggior parte dei bambini ospedalizzati non appartenga alle fasce di rischio suddette, ma altresì a fasce con un rischio teorico minore, e tuttavia ben più numericamente rappresentate. In particolare, l'attenzione si è rivolta verso il gruppo di neonati di e.g. compresa tra le 32 e le 35 settimane, poichè questo sembra presentare un tasso di ospedalizzazione sovrapponibile alla controparte dei soggetti nati ad una e.g. inferiore alle 32 settimane, in presenza però di una netta superiorità numerica.
Negli anni vari gruppi di studio si sono applicati nella ricerca di fattori di rischio per questa categoria, risultando infatti economicamente svantaggioso sottoporre a profilassi l'intero gruppo.
Alla luce dei risultati, non sempre pienamente concordi, si può affermare che l'individuazione dei fattori di rischio rappresenti una sfida attuale e continua.
Questa trattazione, dopo un excursus sulla variazione negli anni del problema, analizza una casistica di pazienti nati a Pisa e/o sottoposti a terapia preventiva con Palivizumab tra il 2006 e il 2011 presso la U.O. di Neonatologia dell'A.O.U.P., e ne mostra i risultati.
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