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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05112021-131830


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GEPPI, ELEONORA
URN
etd-05112021-131830
Titolo
Firenze e la scultura tardobarocca. Il recupero di temi michelangioleschi e ovidiani nella produzione di Giuseppe Piamontini e altri artisti dell'Accademia Medicea di Roma.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Sicca, Cinzia Maria
Parole chiave
  • scultura tardobarocca
  • Giuseppe Piamontini
  • Accademia Medicea
Data inizio appello
28/05/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/05/2061
Riassunto
Il presente lavoro vuole analizzare la fortuna iconografica nel panorama tardobarocco fiorentino di due temi michelangioleschi: la Battaglia dei Centauri e Sansone e i Filistei. Fonte di ispirazione è stata La caduta dei Giganti (1705), ad opera dello scultore Giuseppe Piamontini conservata presso Palazzo Spini-Feroni a Firenze, che presenta chiari riferimenti all’opera di Michelangelo Buonarroti. L’elaborato è articolato in quattro capitoli ed ha un’impostazione bibliografica. Le fonti utilizzate spaziano dai testi più antichi di cronache cittadine e di letteratura artistica, fino ad arrivare a pubblicazioni più recenti, come cataloghi di mostre o monografie, inerenti alla storia dell’arte tardobarocca toscana e in particolare alla produzione scultorea.
Nel primo capitolo sono presentati il contesto storico e l’evoluzione della corte Medici in tutte le sue sfaccettature, ponendo l’accento sia sulla politica matrimoniale granducale, che portò ad un riconoscimento a livello europeo del casato, che sull’interesse per il rinnovamento delle arti, operato mediante le Accademie. Il capitolo si chiude con un approfondimento sulla storia dell’Accademia Medicea di Roma, fondata da Cosimo III nel 1673, da cui uscirono le personalità più influenti del panorama artistico del tempo. Nel secondo capitolo, infatti, vengono presentati due degli artisti più importanti per la scultura tardobarocca toscana: Giovan Battista Foggini e Carlo Marcellini. Si analizzano alcune loro opere accomunate dal tema delle “lotte antiche” ispirate sia da fonti mitologiche, come il testo delle Metamorfosi di Ovidio, che dall’esempio di Michelangelo Buonarroti. Nello specifico si parla delle due versioni della Caduta dei Giganti, una realizzata dal Foggini e l’altra dal Marcellini; e della Lotta tra Centauri e Lapiti del Foggini. Il terzo capitolo verte sulla figura dello scultore Giuseppe Piamontini. Vengono ripercorse le tappe fondamentali della vita e della formazione dell’artista, scegliendo di presentare due delle più importanti commissioni pubbliche – quella per il Battistero di Firenze e quella per la Santissima Annunziata – e una delle commissioni private, appunto, la Caduta dei Giganti per la famiglia Feroni. Di quest’opera viene indagata la storia legata alla sua commissione e l’iconografia, cercando di mettere in evidenza le fonti di ispirazione che possono aver guidato il Piamontini nel proprio lavoro. Nel capitolo finale vengono analizzate altre sculture tardobarocche, sempre afferenti a temi ovidiani e con richiami michelangioleschi, collegate alla committenza medicea, a testimonianza dell’enorme influenza che il gusto granducale esercitò sulla produzione artistica del tempo. Le opere prese in esame sono: Eros e Anteros di Giuseppe Piamontini; Perseo e Medusa e Mercurio e Argo di Giovan Battista Foggini. Per ognuna di esse sono presentate: le fonti letterarie cui si sono ispirate; dei paragoni con altri dipinti e sculture, non solo coeve ma anche legate alla produzione artistica anteriore.
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