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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05112020-122047


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VITALI, LETIZIA
URN
etd-05112020-122047
Titolo
Intolleranza al lattosio e integrazione di lattasi
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof.ssa Testai, Lara
correlatore Dott.ssa Facioni, Maria Sole
Parole chiave
  • integrazione
  • lattasi
  • lattosio
Data inizio appello
12/06/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il latte è una componente fondamentale della dieta umana, unico e specifico per le sue caratteristiche. Oltre che ricco di proteine, grassi, vitamine e minerali, il latte è dotato di una quota di carboidrati composta da lattosio e altri oligosaccaridi in grado di supportare la crescita e lo sviluppo intestinale del bambino oltre a rappresentare un alimento completo nell’adulto. Tuttavia non tutti possono tollerare questo alimento. L’intolleranza al lattosio è una condizione che interessa più della metà della popolazione italiana, si stima che circa il 68% della popolazione mondiale sia intollerante tuttavia ,sorprendentemente, risulta ancora un problema sotto diagnosticato rispetto ad altre condizioni che comportano reazioni avverse al cibo.
Il lattosio è un disaccaride presente nel latte che in condizioni normali, viene idrolizzato a livello dell’intestino tenue ad opera dell’enzima lattasi florizina idrolasi (LPH) prodotto come espressione diretta del gene LCT. Questo processo permette il corretto assorbimento dei monomeri derivanti dalla scissione del lattosio: glucosio e galattosio. Nell’intolleranza al lattosio è presente un deficit parziale/totale del suddetto enzima che determina una non digestione del lattosio e la sua conseguente fermentazione a livello del colon ad opera della microflora batterica, con produzione di gas e metaboliti che determinano il classico quadro clinico da malassorbimento.
Esistono tre forme di intolleranza al lattosio, la forma primaria da attribuire principalmente a cause genetiche, la forma secondaria causata da condizioni secondarie concomitanti come ad esempio la celiachia, IBS, SIBO e la forma congenita, molto rara, che si manifesta sin dalla nascita.
La diagnosi può essere fatta con un esame chiamato H2-Breath Test che misura la concentrazione di idrogeno presente nell’espirato in seguito alla fermentazione del lattosio a livello del colon o con un test genetico, atto ad individuare la variante genotipica del polimorfismo C/T-13910 del gene LCT. Diagnosticare la condizione è molto importante poiché la sintomatologia, caratterizzata da dolore addominale e distensione, flatulenza, diarrea o stipsi è molto aspecifica e facilmente associabile ad altre condizioni o patologie a carico del sistema gastrointestinale.
Il lavoro presentato tratta in primo luogo dell’importanza del latte e dei prodotti lattiero-caseari dal punto di vista nutrizionale, descrivendo le varie caratteristiche e i numerosi contributi che essi danno nell’alimentazione di ciascun individuo fin dalla nascita. Questo proprio per sottolineare l’importanza di questa categoria nutrizionale e l’impossibilità di escluderla totalmente in una sana alimentazione. La restrizione dietetica degli alimenti contenenti lattosio infatti è sempre stato considerato il principale intervento terapeutico per persone intolleranti al lattosio ma non è il solo. Esiste una finestra di opportunità per migliorare la condizione clinica dell’intollerante al lattosio che consiste nell’uso di alimenti a ridotto contenuto di lattosio, integratori alimentari che forniscono l’enzima necessario alla scissione del dimero e probiotici che possono aiutare a migliorare i sintomi dell’intolleranza al lattosio.
Il lavoro affronta ciascuna delle opzioni terapeutiche, concentrandosi principalmente sull’azione dell’enzima. L’uso a livello industriale per la produzione di alimenti con un basso tenore di lattosio e l’uso all’interno di integratori alimentari per il paziente intollerante allo scopo di poterlo utilizzare dal paziente in modo corretto e sufficiente per poter evitare la sintomatologia correlata alla condizione di intolleranza.
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