Intolleranza al lattosio e integrazione di lattasi
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof.ssa Testai, Lara correlatore Dott.ssa Facioni, Maria Sole
Parole chiave
integrazione
lattasi
lattosio
Data inizio appello
12/06/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il latte è una componente fondamentale della dieta umana, unico e specifico per le sue caratteristiche. Oltre che ricco di proteine, grassi, vitamine e minerali, il latte è dotato di una quota di carboidrati composta da lattosio e altri oligosaccaridi in grado di supportare la crescita e lo sviluppo intestinale del bambino oltre a rappresentare un alimento completo nell’adulto. Tuttavia non tutti possono tollerare questo alimento. L’intolleranza al lattosio è una condizione che interessa più della metà della popolazione italiana, si stima che circa il 68% della popolazione mondiale sia intollerante tuttavia ,sorprendentemente, risulta ancora un problema sotto diagnosticato rispetto ad altre condizioni che comportano reazioni avverse al cibo. Il lattosio è un disaccaride presente nel latte che in condizioni normali, viene idrolizzato a livello dell’intestino tenue ad opera dell’enzima lattasi florizina idrolasi (LPH) prodotto come espressione diretta del gene LCT. Questo processo permette il corretto assorbimento dei monomeri derivanti dalla scissione del lattosio: glucosio e galattosio. Nell’intolleranza al lattosio è presente un deficit parziale/totale del suddetto enzima che determina una non digestione del lattosio e la sua conseguente fermentazione a livello del colon ad opera della microflora batterica, con produzione di gas e metaboliti che determinano il classico quadro clinico da malassorbimento. Esistono tre forme di intolleranza al lattosio, la forma primaria da attribuire principalmente a cause genetiche, la forma secondaria causata da condizioni secondarie concomitanti come ad esempio la celiachia, IBS, SIBO e la forma congenita, molto rara, che si manifesta sin dalla nascita. La diagnosi può essere fatta con un esame chiamato H2-Breath Test che misura la concentrazione di idrogeno presente nell’espirato in seguito alla fermentazione del lattosio a livello del colon o con un test genetico, atto ad individuare la variante genotipica del polimorfismo C/T-13910 del gene LCT. Diagnosticare la condizione è molto importante poiché la sintomatologia, caratterizzata da dolore addominale e distensione, flatulenza, diarrea o stipsi è molto aspecifica e facilmente associabile ad altre condizioni o patologie a carico del sistema gastrointestinale. Il lavoro presentato tratta in primo luogo dell’importanza del latte e dei prodotti lattiero-caseari dal punto di vista nutrizionale, descrivendo le varie caratteristiche e i numerosi contributi che essi danno nell’alimentazione di ciascun individuo fin dalla nascita. Questo proprio per sottolineare l’importanza di questa categoria nutrizionale e l’impossibilità di escluderla totalmente in una sana alimentazione. La restrizione dietetica degli alimenti contenenti lattosio infatti è sempre stato considerato il principale intervento terapeutico per persone intolleranti al lattosio ma non è il solo. Esiste una finestra di opportunità per migliorare la condizione clinica dell’intollerante al lattosio che consiste nell’uso di alimenti a ridotto contenuto di lattosio, integratori alimentari che forniscono l’enzima necessario alla scissione del dimero e probiotici che possono aiutare a migliorare i sintomi dell’intolleranza al lattosio. Il lavoro affronta ciascuna delle opzioni terapeutiche, concentrandosi principalmente sull’azione dell’enzima. L’uso a livello industriale per la produzione di alimenti con un basso tenore di lattosio e l’uso all’interno di integratori alimentari per il paziente intollerante allo scopo di poterlo utilizzare dal paziente in modo corretto e sufficiente per poter evitare la sintomatologia correlata alla condizione di intolleranza.