Tesi etd-05112010-100812 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
DAVIDOVICH, NADAV
URN
etd-05112010-100812
Titolo
Effetti del concentrato proteico di soia (SPC) sulle performance produttive della Spigola (Dicentrarchus labrax)
Dipartimento
MEDICINA VETERINARIA
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Dott. Fronte, Baldassare
correlatore Prof. Gatta, Domenico
controrelatore Dott. Marzoni Fecia di Cossato, Margherita
correlatore Prof. Gatta, Domenico
controrelatore Dott. Marzoni Fecia di Cossato, Margherita
Parole chiave
- concentrato proteico di soia (SPC)
- Dicentrarchus labrax
- farina di pesce
- nutrizione
- proteine alternative in acquacoltura
Data inizio appello
11/06/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/06/2050
Riassunto
Obiettivo del presente lavoro è stato quello di verificare gli effetti della sostituzione della farina di pesce con concentrato proteico di soia nelle diete per branzini (Dicentrarchus labrax) in accrescimento. A questo scopo sono state esaminate le performance di crescita, l'indice di conversione alimentare, la morbilità, la mortalità e i fattori ambientali (condizionamento).
Quattro diete isoproteiche (46%), contenenti proteine di origine animale (soprattutto farina di pesce) e proteine di origine vegetale, sono state confrontate. La dieta di controllo che non conteneva concentrato proteico di soia (A) è stata confrontata con altre tre diete sperimentali che ne contenevano rispettivamente il 25,5% (B), 31,7% (C) e 35% (D).
La prova sperimentale, durata 7 mesi, è stata condotta su 300 spigole di peso corporeo medio iniziale di 29 g; i soggetti, sono stati distribuiti casualmente in 12 vasche (220 litri) in vetroresina in numero di 25 per vasca. Il mangime è stato distribuito una volta al giorno, manualmente.
I pesci sono stati pesati mensilmente e la razione giornaliera è stata calcolata per tutti i gruppi nella misura del 2% del peso vivo medio rilevato.
In linea di tendenza, performance di crescita, indice di conversione alimentare e morfometrie sono risultate migliori per il gruppo D (35% di concentrato proteico di soia) rispetto agli altri gruppi, sebbene tali differenze non sono risultate significative. Probabilmente, una numerosità maggiore avrebbe potuto rendere più evidenti tali differenze.
In ogni caso, i risultati dello studio sembrano indicare pertanto che il concentrato proteico di soia può sostituire fino al 35% della quota proteica nella dieta della spigola (pesce carnivoro), senza far registrare alcun peggioramento delle performance produttive.
Quattro diete isoproteiche (46%), contenenti proteine di origine animale (soprattutto farina di pesce) e proteine di origine vegetale, sono state confrontate. La dieta di controllo che non conteneva concentrato proteico di soia (A) è stata confrontata con altre tre diete sperimentali che ne contenevano rispettivamente il 25,5% (B), 31,7% (C) e 35% (D).
La prova sperimentale, durata 7 mesi, è stata condotta su 300 spigole di peso corporeo medio iniziale di 29 g; i soggetti, sono stati distribuiti casualmente in 12 vasche (220 litri) in vetroresina in numero di 25 per vasca. Il mangime è stato distribuito una volta al giorno, manualmente.
I pesci sono stati pesati mensilmente e la razione giornaliera è stata calcolata per tutti i gruppi nella misura del 2% del peso vivo medio rilevato.
In linea di tendenza, performance di crescita, indice di conversione alimentare e morfometrie sono risultate migliori per il gruppo D (35% di concentrato proteico di soia) rispetto agli altri gruppi, sebbene tali differenze non sono risultate significative. Probabilmente, una numerosità maggiore avrebbe potuto rendere più evidenti tali differenze.
In ogni caso, i risultati dello studio sembrano indicare pertanto che il concentrato proteico di soia può sostituire fino al 35% della quota proteica nella dieta della spigola (pesce carnivoro), senza far registrare alcun peggioramento delle performance produttive.
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