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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05102011-100348


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
VEZZOSI, TOMMASO
URN
etd-05102011-100348
Titolo
Utilità del monitoraggio dinamico secondo la metodica Holter nei cani con fibrillazione atriale persistente
Dipartimento
MEDICINA VETERINARIA
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof. Bizzeti, Marco
correlatore Dott. Santilli, Roberto
controrelatore Prof. Guidi, Grazia
Parole chiave
  • cane
  • cardiologia
  • elettrocardiografia
  • fibrillazione atriale
  • Holter
Data inizio appello
10/06/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/06/2051
Riassunto

La fibrillazione atriale (FA) è una delle più comuni aritmie cardiache che si riscontrano sia in medicina umana che veterinaria e spesso si associa a prognosi sfavorevole. Nella gestione dei pazienti con fibrillazione atriale la misura della frequenza cardiaca è un punto chiave. Diversi studi dimostrano che la valutazione della frequenza cardiaca tramite ECG durante la visita clinica non è accurata se confrontata con un monitoraggio dinamico Holter; infatti l’esame Holter permette la valutazione della frequenza cardiaca media giornaliera e la stima della risposta ventricolare in corso di esercizio fisico. In medicina veterinaria ci sono pochi lavori scientifici che riportino dati relativi a soggetti con fibrillazione atriale spontanea ottenuti tramite registrazioni Holter.
Questo studio retrospettivo ha lo scopo di descrivere i rilievi elettrocardiografici ottenuti da registrazioni dinamiche Holter in 223 cani con fibrillazione atriale persistente. Con particolare riguardo a frequenza ventricolare media e numero e grado di aritmie ventricolari, si è cercato di mettere in evidenza differenze tra 2 gruppi di cani con FA: senza concomitante insufficienza cardiaca congestizia (ICC) (n = 62); con concomitante ICC (n = 161);
I soggetti con FA senza ICC, rispetto a quelli con ICC, presentano un’età minore (P < 0.05), un peso più elevato (P < 0.001), una minore frequenza cardiaca media (P< 0.01), un minor numero (P < 0.01) e complessità (P <0.05) di aritmie ventricolari; la causa di tale differenza è presumibilmente da ricondurre al diverso tono simpatico correlato all’associazione o meno dell’aritmia con l’insufficienza cardiaca.


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