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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05092014-002343


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
MARINO, GIUSEPPE
URN
etd-05092014-002343
Titolo
Traumi penetranti del tronco e degli arti nella nostra realtà: analisi retrospettiva su 107 pazienti trattati
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Seccia, Massimo
Parole chiave
  • arma da fuoco
  • arma bianca
  • trauma penetrante
  • trauma
  • ferita penetrante
Data inizio appello
27/05/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il trauma penetrante è quella lesione prodotta da corpi estranei che penetrano nei tessuti, caratterizzata quindi da una limitata superficie di impatto del corpo contundente sull’organismo. La patologia traumatica rappresenta ad oggi la sesta causa di morte al mondo, la quarta causa di morte in Europa e in Italia e la prima causa di morte nella popolazione di età inferiore ai 45 anni. Nella maggior parte dei casi il trauma penetrante è la conseguenza di atti violenti (aggressioni o autolesionismo), conflitti armati o incidenti stradali. Per cui tra le cause principali abbiamo: ferite da arma bianca (da punta, da taglio, da punta-taglio), ferite da arma da fuoco (a bassa, media o alta velocità/energia), ferite da frammenti o schegge di metallo, vetro e altri materiali, lesioni da impalamento.
Nella trattazione vengono evidenziate le principali lesioni derivanti dai traumi penetranti al torace, all’addome, al distretto pelvi-perineale e agli arti, e gli attuali orientamenti terapeutici per un rapido e mirato approccio al paziente traumatizzato.
Dall’analisi dei dati relativi ai pazienti trattati presso l’U.O. Chirurgia Generale e d’urgenza dell’A.O.U.P. si evidenziano sostanziali differenze con i dati e le casistiche presenti in letteratura scientifica (soprattutto americana). La mancanza, invece, di un trauma registry sia italiano che europeo rende difficile il confronto con realtà più vicine alla nostra e ciò comporta, di conseguenza, un rallentamento dei processi di ottimizzazione delle strategie organizzative e dell’innalzamento dei livelli di cura.
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