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Staphylococcus aureus rappresenta uno dei microrganismi patogeni umani più diffusi a livello mondiale e può causare una vasta gamma di quadri clinici anche molto diversi tra di loro. Identificato nel 1880, S.aureus è da molti considerato il “patogeno perfetto” in rapporto alla sua virulenza, alla colonizzazione delle superfici cutanee e alla sua capacità di causare infezioni mortali anche in soggetti perfettamente sani. IN ambito ospedaliero, il ceppo resistente alla meticillina (MRSA) è una delle principali preoccupazioni sanitarie a causa della sua alta mortalità, morbilità e dei costi correlati. La diffusione di ceppi di MRSA è oggi in aumento anche in ambito comunotario. Se da una parte le infezioni da S.aureus sono state prevenute e curate in modo più efficiente, dall’altra parte, negli ultimi decenni, sono state descritte nuove forme di infezioni sempre più complesse (ad esempio, correlate a catetere venoso centrale, device elettronici impiantabili cardiaci e endocarditi su protesi valvolare). La complessità dell’infezione si correla ad una terapia sempre più ampia e più duratura perché il target non è solo il batterio ma anche il biofilm che si forma sui dispositivi impiantati e protegge i batteri dall’azione dei farmaci.
Per contrastare la diffusione e la virulenza di questo ceppo, sono state formulate linee guida nazionali ed internazionali per la prevenzione e il controllo delle infezioni causate da S.aureus. In Italia, è stato creato il Piano Nazionale per il Contrasto all'Antimicrobico-Resistenza (PNCAR), mentre nel 2019 è stato lanciato un progetto dal Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie del Ministero della Salute per sorvegliare e gestire immediatamente le infezioni da MRSA al fine di ridurre la frequenza di batteriemie da MRSA. LO scopo della tesi è quello di analizzare le caratteristiche cliniche, microbiologiche e l’impatto sulla mortalità della batteriemia da S. aureus nell’Azienda Ospedaliera Pisana in un periodo di 4 anni.