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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05082021-111919


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
NOTI, SARA
URN
etd-05082021-111919
Titolo
Effetti di Danicamtiv, nuovo attivatore della miosina cardiaca, nell'insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta.
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Calderone, Vincenzo
Parole chiave
  • attivatori diretti della miosina
  • Danicamtiv
  • insufficienza cardiaca
  • scompenso cardiaco
Data inizio appello
26/05/2021
Consultabilità
Completa
Riassunto
Lo scompenso cardiaco è una patologia che interessa circa 23 milioni di persone nel mondo. L’American Heart Association (AHA) ha stimato che 6,2 milioni di persone fossero affette da scompenso cardiaco negli Stati Uniti d’America (USA) tra il 2013 ed il 2016, ed è previsto un aumento della prevalenza della patologia degli USA con 772.000 nuovi casi nell’anno 20401, ed un totale di 8 milioni di casi già nel 2030. Tra le cause più comuni si riconoscono la patologia cardiaca ischemica cronica ed acuta, l’ipertensione arteriosa, le valvulopatie acquisite o congenite, il danno da sostanze tossiche tra cui i chemioterapici come le antracicline, le malattie autoimmuni, le malattie infiltrative come l’amiloidosi, le anomalie genetiche e le aritmie cardiache.
L’obiettivo del trattamento dello scompenso cardiaco è quello di ridurre la morbilità migliorando la sintomatologia e la qualità di vita, di ridurre le ospedalizzazioni e la mortalità.
La terapia dello scompenso cardiaco è complessa e può includere il trattamento delle cause che hanno determinato il danno cardiaco e delle condizioni cliniche associate.
Il trattamento farmacologico ha l’obiettivo di migliorare la qualità di vita, di rallentare o interrompere il deterioramento della funzionalità cardiaca, diminuire le ospedalizzazioni e ridurre la mortalità.
I farmaci che hanno dimostrato aumentare la sopravvivenza nei pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta sono i beta-bloccanti, gli ACE-inibitori, gli inibitori del recettore dell’angiotensina e neprilisina, gli inibitori di SGLT2, gli antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi. Una nuova classe farmacologica chiamata attivatori della miosina cardiaca è in grado di aumentare la forza di contrazione cardiaca senza causare cambiamenti nella concentrazione citoplasmatica di calcio o di cAMP, effetti avversi comuni che si verificano invece con l’utilizzo di inotropi cardiaci.
Tra gli attivatori della miosina cardiaca, due agenti hanno dimostrato efficacia e sicurezza in studi preclinici e clinici: Omecamtiv Mecarbil e Danicamtiv; entrambi questi farmaci determinano attivazione della miosina senza interferire con l’omeostasi del calcio e quindi sugli effetti avversi che da questa derivano.
Gli attivatori della miosina cardiaca inoltre incrementano selettivamente l’idrolisi dell’ATP ed il numero di interazioni tra actina e miosina.
L’attività del Danicamtiv (denominato anche MYK-491) è stata valutata sia in studi non clinici (ex vivo e in vivo) sia in uno studio clinico randomizzato.
Lo studio ex vivo ha mostrato che per concentrazioni crescenti di Danicamtiv corrisponde un aumento dell’attività dell’ATPasi ventricolare ed un incremento nella sensibilità agli ioni Ca2+. Nello studio in vivo condotto su cani con scompenso cardiaco la somministrazione di Danicamtiv ha determinato un aumento della frazione di eiezione del ventricolo sinistro, della frazione di accorciamento ventricolare sinistra, della gittata sistolica, del tempo di eiezione sistolica, una riduzione dei volumi atriali sinistri telediastolici, un miglioramento della frazione di svuotamento atriale. La sicurezza, la tollerabilità, e gli effetti farmacodinamici del Danicamtiv sull’uomo sono stati valutati su uno studio clinico randomizzato in doppio cieco. La somministrazione di Danicamtiv ha determinato un aumento della gittata cardiaca sinistra, della frazione di eiezione ventricolare sinistra, dell’ accorciamento frazionale del ventricolo sinistro, una riduzione del tempo di eiezione sistolica, dello strain longitudinale ventricolare sinistro, del volume minimo atriale sinistro. Gli eventi avversi correlati all’assunzione di Danicamtiv
sono stati di modesta entità e nessuno ha determinato l’interruzione del trattamento o il decesso.
Sono necessari ulteriori studi più ampi volti a valutare la dose ottimale di Danicamtiv, la tollerabilità e sicurezza.

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