Tesi etd-05082017-122218 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RUTA, FRANCESCA
URN
etd-05082017-122218
Titolo
Oratori in fattoria. Un itinerario tra le cappelle di ville, fattorie e poderi nel comune di San Miniato
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
correlatore Prof.ssa Ulivieri, Denise
correlatore Prof.ssa Ulivieri, Denise
Parole chiave
- cappelle
- fattoria
- oratori
- poderi
- san miniato
- villa
Data inizio appello
29/05/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
29/05/2087
Riassunto
San Miniato è stato letto e studiato sotto innumerevoli punti di vista; centro culturale del Valdarno Inferiore, è di interesse per chi studia la storia e l'arte del Medioevo, del Rinascimento, del Barocco, del contemporaneo, ma anche per chi è interessato alla storia della chiesa, alle vie di pellegrinaggio e alla vita vernacolare. Sorte sulle rovine di antichi insediamenti castrensi o prossime a siti strategici, che fossero viari o fluviali, le ville e le fattorie costituiscono i nodi strutturali dell'organizzazione del paesaggio definendone il carattere e la morfologia. Il territorio porta a leggere questi manufatti di grande pregio architettonico come segni di una storia che non è più possibile comprendere nel suo originario rapporto col paesaggio che li originava e motivava, poiché, spesso, oggi sorgono in luoghi fortemente antropizzati e industrializzati.
Le vaste proprietà terriere, come si riscontrano alla fine del Settecento, valicavano i confini amministrativi delle singole comunità per creare continuum territoriali in cui la villa o la fattoria si ponevano come centri di gestione e amministrazione. Spesso le proprietà si spingevano verso i corsi fluviali principali del Valdarno Inferiore, così da diversificare l'investimento fondiario con investimenti legati alle economie fluviali dei trasporti e dello sfruttamento energetico grazie a mulini e simili. Alla base dell'assetto fondiario toscano vi erano le proprietà delle grandi famiglie nobiliari. All'interno di questi gruppi familiari, si riconosce il nucleo più antico della nobiltà toscana di origine feudale e quella di provenienza cittadina, formatasi tra il XIII e il XV secolo. Nell'Ottocento questa classe conservava ancora una forte egemonia economica, sociale e politica, conquistata grazie ad un ruolo da protagonista nella società che caratterizzò il granducato di Toscana. Osservando poi gli investimenti nella direttrice Firenze- Pisa, si scopre che vi è una predominanza dell'élite fiorentina. L'importanza economica e sociale ottenuta da queste famiglie è seguita da quella ecclesiastica. Sorgono, infatti, per la maggior parte tra il XVII e il XIX secolo le cappelle qui studiate, segno evidente della crescita di rilievo che tali gruppi familiari avevano raggiunto. Alcuni di essi riescono ad ottenere preziose reliquie e a dedicare ad esse i propri oratori.
Vi sono varie tipologie di oratorio che nelle pagine che seguiranno troveremo: quello pubblico, il semipubblico e quello privato. Pubblico è l'oratorio eretto per una confraternita, comunità e collegio, o anche per persone private, ma con diritto d'accesso agli altri fedeli almeno nel tempo delle sacre funzioni; semipubblico, è quello eretto in favore d'una comunità o di un determinato ceto di fedeli, senza che sia libero l'accesso ad altri; privato o domestico è quello eretto nelle case private a favore soltanto di una famiglia o persona privata. L'oratorio pubblico e semipubblico possono essere consacrati o benedetti solennemente come le chiese; quello privato invece può ricevere soltanto la benedizione comune, ciò nonostante deve essere riservato al culto divino e libero da ogni altro uso domestico. L'oratorio pubblico è retto dallo stesso diritto delle chiese quanto all'erezione, consacrazione o benedizione solenne, violazione e riconciliazione, e altre proprietà. L'oratorio semipubblico può essere eretto soltanto con il consenso dell'Ordinario, il che si richiede pure per la sua soppressione; in esso si possono celebrare tutte le funzioni sacre, eccettuate quelle escluse dalle leggi liturgiche o dall'Ordinario. L'oratorio privato può essere eretto anche per privata autorità, ma perché in esso si possa celebrare abitualmente la messa, si richiede l'indulto della Santa Sede, che suole concederlo soggetto a molte limitazioni, cioè una sola messa bassa, escluse certe feste più solenni (Natale, Pasqua, ecc.), alla presenza dell'indultario.
Le vaste proprietà terriere, come si riscontrano alla fine del Settecento, valicavano i confini amministrativi delle singole comunità per creare continuum territoriali in cui la villa o la fattoria si ponevano come centri di gestione e amministrazione. Spesso le proprietà si spingevano verso i corsi fluviali principali del Valdarno Inferiore, così da diversificare l'investimento fondiario con investimenti legati alle economie fluviali dei trasporti e dello sfruttamento energetico grazie a mulini e simili. Alla base dell'assetto fondiario toscano vi erano le proprietà delle grandi famiglie nobiliari. All'interno di questi gruppi familiari, si riconosce il nucleo più antico della nobiltà toscana di origine feudale e quella di provenienza cittadina, formatasi tra il XIII e il XV secolo. Nell'Ottocento questa classe conservava ancora una forte egemonia economica, sociale e politica, conquistata grazie ad un ruolo da protagonista nella società che caratterizzò il granducato di Toscana. Osservando poi gli investimenti nella direttrice Firenze- Pisa, si scopre che vi è una predominanza dell'élite fiorentina. L'importanza economica e sociale ottenuta da queste famiglie è seguita da quella ecclesiastica. Sorgono, infatti, per la maggior parte tra il XVII e il XIX secolo le cappelle qui studiate, segno evidente della crescita di rilievo che tali gruppi familiari avevano raggiunto. Alcuni di essi riescono ad ottenere preziose reliquie e a dedicare ad esse i propri oratori.
Vi sono varie tipologie di oratorio che nelle pagine che seguiranno troveremo: quello pubblico, il semipubblico e quello privato. Pubblico è l'oratorio eretto per una confraternita, comunità e collegio, o anche per persone private, ma con diritto d'accesso agli altri fedeli almeno nel tempo delle sacre funzioni; semipubblico, è quello eretto in favore d'una comunità o di un determinato ceto di fedeli, senza che sia libero l'accesso ad altri; privato o domestico è quello eretto nelle case private a favore soltanto di una famiglia o persona privata. L'oratorio pubblico e semipubblico possono essere consacrati o benedetti solennemente come le chiese; quello privato invece può ricevere soltanto la benedizione comune, ciò nonostante deve essere riservato al culto divino e libero da ogni altro uso domestico. L'oratorio pubblico è retto dallo stesso diritto delle chiese quanto all'erezione, consacrazione o benedizione solenne, violazione e riconciliazione, e altre proprietà. L'oratorio semipubblico può essere eretto soltanto con il consenso dell'Ordinario, il che si richiede pure per la sua soppressione; in esso si possono celebrare tutte le funzioni sacre, eccettuate quelle escluse dalle leggi liturgiche o dall'Ordinario. L'oratorio privato può essere eretto anche per privata autorità, ma perché in esso si possa celebrare abitualmente la messa, si richiede l'indulto della Santa Sede, che suole concederlo soggetto a molte limitazioni, cioè una sola messa bassa, escluse certe feste più solenni (Natale, Pasqua, ecc.), alla presenza dell'indultario.
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