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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05082014-113729


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CHESI, EMANUELE
URN
etd-05082014-113729
Titolo
Costruire la democrazia. Conflitto sociale e dinamiche di potere nelle relazioni industriali. Pisa e Provincia (1948-1958)
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA'
Relatori
relatore Prof. Baldissara, Luca
Parole chiave
  • prefettura
  • ricostruzione
  • movimento operaio
  • licenziamenti
  • lavoro
  • industriali
  • costituzione
  • giunte comunali
  • commissioni interne
  • Camera del lavoro
  • scioperi
Data inizio appello
26/05/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro si propone di ripercorrere le dinamiche della conflittualità sociale che tra anni Quaranta e Cinquanta si dispiega dentro e fuori le fabbriche ed i principali centri industriali della giovane Repubblica italiana. Si tratta di una conflittualità che matura e si intreccia con le condizioni di vita e di lavoro di un movimento operaio che, dopo aver affrontato l'offensiva senza quartiere portata avanti dal regime fascista per stroncare qualsivoglia progetto di ridefinizione degli equilibri sociali e di legittimazione delle organizzazioni operaie di fabbrica, si fa carico di ricostruire le fondamenta del nuovo processo di democratizzazione della società e dello Stato post-fascista, definitivamente sanciti nell'ordinamento costituzionale, con la centralità in esso attribuita al lavoro e ai diritti di cittadinanza politica e sociale. Tuttavia alla fine degli anni Quaranta, dopo le fratture politiche e sindacali del 1947-48, e il delinearsi delle contrapposizioni ideologiche della “guerra fredda”, riemergono i tratti di una visione gerarchica dei rapporti di lavoro e venata di sfumature neocorporative sul piano politico-istituzionale, che nega la piena legittimità del conflitto sociale e delle istanze di democratizzazione provenienti dal movimento operaio e sindacale. Tali orientamenti, le cui ascendenze politiche e culturali affondano nelle pieghe “lunghe” della storia unitaria italiana, giungono a riaffermare in maniera insistente l'evenienza di una limitazione dei diritti politici e sindacali sanciti nella Costituzione, sollecitando in tal modo la formulazione di ipotesi di “democrazia protetta”. Ciò conduce, soprattutto nella prima parte degli anni Cinquanta, ad un aspro conflitto tra il movimento operaio e un composito blocco di potere, saldato intorno a settori degli apparati dello Stato e delle classi dirigenti economiche e politiche. Nelle sue caratteristiche di fondo il quadro generale tracciato nella prima parte della ricerca trova ampie conferme nel contesto politico e sociale pisano di quegli anni. In questa prospettiva la provincia di Pisa si presenta quindi come un osservatorio assai efficace sia sul piano dell'analisi del rapporto tra democrazia e conflitto sociale, che su quello del “di più” richiesto al movimento operaio per raggiungere e mantenere la soglia di legittimazione in quanto protagonista a pieno diritto della vita politica e istituzionale.
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