Tesi etd-05082014-080134 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
SANZONE, LORENZO
URN
etd-05082014-080134
Titolo
Confronto fra due metodi di stima della dimensione delle lipoproteine a bassa densita'
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Natali, Andrea
Parole chiave
- apoB
- DGUC
- ldl hattori
- ldl subclasses
- ldl subfractions
- sd-ldl
- small dense ldl
- sottoclassi ldl
- ultracentrifugazione
Data inizio appello
27/05/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’eterogeneità delle LDL è nota da decenni, e nel tempo sono state elaborate numerose metodiche atte a separarle secondo densità o dimensione.
Sono stati così identificati tre diversi tipi di pattern LDL: di tipo A, caratterizzato dalla prevalenza di LDL grandi e leggere (large buoyant LDL); di tipo B, dato dalla predominanza di particelle piccole e dense (small dense LDL); infine un fenotipo intermedio fra i due.
Le LDL small dense sono considerate maggiormente aterogene, e il pattern di tipo B è stato riscontrato in misura maggiore nei disturbi del metabolismo, nella disfunzione endoteliale, nella malattia cardio e cerebrovascolare.
Oggi le LDL piccole e dense sono considerate un promettente fattore predittivo di eventi cardiovascolari, e la loro valutazione permetterebbe una migliore stratificazione del rischio; tuttavia la difficoltà nel poter disporre dell’analisi laboratoristica del profilo LDL per ciascun paziente, ha promosso la ricerca di strategie capaci di stimare la dimensione media di queste particelle a partire da parametri lipidici comunemente dosati nella pratica clinica.
Si è affermata l’ipotesi che il rapporto fra colesterolo e apoB delle LDL rappresenti un plausibile indice della loro dimensione; Hattori et al. hanno elaborato una formula per approssimare il valore di questo rapporto, allo scopo di evitare il dosaggio di C-LDL e apoB-LDL, e con la sola misura di: colesterolo totale e HDL; triglicerdi; apoB totale. Noi abbiamo sviluppato una nuova formula, mirando a stimare più precisamente il valore del rapporto, grazie alla misura diretta del colesterolo LDL e alla diversa modalità di calcolo dell’ apoB-LDL.
Le due formule sono state confrontate utilizzando i dati lipidici e i parametri relativi alla densità delle LDL, ottenuti attraverso ultracentrifugazione di campioni di plasma di una popolazione di 86 soggetti.
E’ stato osservato che la stima di dimensione delle LDL offerta da entrambe le formule era priva di associazione con i parametri di densità; si ritrovava invece una relazione modesta ma significativa quando come misura approssimativa di dimensione erano considerati sia la quota di C-LDL che di TG-LDL rispetto all’apoB-LDL. Ciò è sembrato suggestivo dell’imprecisione del rapporto fra C-LDL e apoB-LDL quale indice di dimensione di queste particelle; ha evidenziato inoltre la necessità di studi futuri volti a delucidare il ruolo della componente dei trigliceridi nella determinazione di dimensione e densità delle LDL.
La divisione della popolazione in quartili, secondo i valori di un parametro di densità lipoproteica da noi sviluppato, ha mostrato l’associazione significativa delle LDL dense con bassi valori di colesterolo HDL e alti livelli di trigliceridi, confermando un assetto lipidico frequentemente descritto in letteratura come ‘triade aterogenica’.
Sono stati così identificati tre diversi tipi di pattern LDL: di tipo A, caratterizzato dalla prevalenza di LDL grandi e leggere (large buoyant LDL); di tipo B, dato dalla predominanza di particelle piccole e dense (small dense LDL); infine un fenotipo intermedio fra i due.
Le LDL small dense sono considerate maggiormente aterogene, e il pattern di tipo B è stato riscontrato in misura maggiore nei disturbi del metabolismo, nella disfunzione endoteliale, nella malattia cardio e cerebrovascolare.
Oggi le LDL piccole e dense sono considerate un promettente fattore predittivo di eventi cardiovascolari, e la loro valutazione permetterebbe una migliore stratificazione del rischio; tuttavia la difficoltà nel poter disporre dell’analisi laboratoristica del profilo LDL per ciascun paziente, ha promosso la ricerca di strategie capaci di stimare la dimensione media di queste particelle a partire da parametri lipidici comunemente dosati nella pratica clinica.
Si è affermata l’ipotesi che il rapporto fra colesterolo e apoB delle LDL rappresenti un plausibile indice della loro dimensione; Hattori et al. hanno elaborato una formula per approssimare il valore di questo rapporto, allo scopo di evitare il dosaggio di C-LDL e apoB-LDL, e con la sola misura di: colesterolo totale e HDL; triglicerdi; apoB totale. Noi abbiamo sviluppato una nuova formula, mirando a stimare più precisamente il valore del rapporto, grazie alla misura diretta del colesterolo LDL e alla diversa modalità di calcolo dell’ apoB-LDL.
Le due formule sono state confrontate utilizzando i dati lipidici e i parametri relativi alla densità delle LDL, ottenuti attraverso ultracentrifugazione di campioni di plasma di una popolazione di 86 soggetti.
E’ stato osservato che la stima di dimensione delle LDL offerta da entrambe le formule era priva di associazione con i parametri di densità; si ritrovava invece una relazione modesta ma significativa quando come misura approssimativa di dimensione erano considerati sia la quota di C-LDL che di TG-LDL rispetto all’apoB-LDL. Ciò è sembrato suggestivo dell’imprecisione del rapporto fra C-LDL e apoB-LDL quale indice di dimensione di queste particelle; ha evidenziato inoltre la necessità di studi futuri volti a delucidare il ruolo della componente dei trigliceridi nella determinazione di dimensione e densità delle LDL.
La divisione della popolazione in quartili, secondo i valori di un parametro di densità lipoproteica da noi sviluppato, ha mostrato l’associazione significativa delle LDL dense con bassi valori di colesterolo HDL e alti livelli di trigliceridi, confermando un assetto lipidico frequentemente descritto in letteratura come ‘triade aterogenica’.
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