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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05072018-204755


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NIEDDU, CLAUDIA
URN
etd-05072018-204755
Titolo
Il dibattito in Italia sui criminali di guerra (1945-1951)
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof. Marzano, Arturo
Parole chiave
  • criminali di guerra
  • processi
Data inizio appello
28/05/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi intende analizzare l’evoluzione del dibattito sulla stampa e fra i giuristi in Italia sul tema della punizione dei criminali di guerra fra il 1945 e il 1951.
Nella prima parte, l’analisi si concentra sulla rappresentazione che i principali quotidiani italiani hanno dato del processo di Norimberga e di alcuni dei processi ai criminali di guerra nazisti che si sono svolti in Italia, ovvero quelli contro Maetzler e von Mackensen, Kesselring, Kappler e Reder. Si analizza, inoltre, la discussione sugli stessi processi, che è avvenuta fra i giuristi italiani sui libri e sugli articoli delle riviste giuridiche, da loro scritti. Lo scopo di questa prima parte dell’analisi è quello di mettere in luce i giudizi che emergono nel dibattito italiano sul tema e quali argomentazioni e quali retoriche alimentano questo dibattito sulla stampa e fra i giuristi.
Il terzo capitolo, invece, tratta l’argomento della mancata punizione dei criminali di guerra italiani, continuando ad analizzarlo dalla prospettiva della stampa e dei giuristi in Italia. L’obiettivo è quello di indagare l’evoluzione del dibattito italiano sul tema dei criminali di guerra, nel momento in cui i crimini sono stati commessi dagli italiani, e i fattori e gli interessi politici che hanno determinato questo cambiamento.
Si intende così sottolineare il cambiamento dell’atteggiamento tenuto dalla stampa e dai giuristi, a confronto prima coi criminali tedeschi e poi con quelli italiani e, dunque, il passaggio da un dibattito che appare produttivo e fiorente, nella fase in cui si tratta del processo di Norimberga e dei processi ai criminali tedeschi in Italia, all’assenza di dibattito, oppure alla presenza di una discussione piuttosto parziale e strumentalizzata, sui criminali di guerra italiani.
Questa analisi potrebbe così mettere in luce come la rielaborazione dei processi del dopoguerra abbia influito sull’impianto della democrazia in Italia e abbia contribuito a formare una memoria collettiva parziale e selettiva della guerra in Italia.
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