Thesis etd-05072015-131830 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
MAUTONE, TERESA
URN
etd-05072015-131830
Thesis title
Risultati a lungo termine dopo trattamento con corticosteroidi endovena ad alte dosi e radioterapia orbitaria esterna in pazienti affetti da Oftalmopatia Basedowiana.
Department
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Course of study
OFTALMOLOGIA
Supervisors
relatore Prof. Nardi, Marco
Keywords
- corticosteroidi
- oftalmopatia
- radioterapia orbitaria
Graduation session start date
28/05/2015
Availability
Withheld
Release date
28/05/2085
Summary
L’oftalmopatia basedowiana (OB) è una sindrome autoimmune caratteristicamente associata alle malattie autoimmuni della tiroide, in particolare al morbo di Basedow. E’ caratterizzata da una proliferazione incontrollata dei fibroblasti orbitari e da una aumentata produzione di glicosaminoglicani da parte degli stessi, in particolare di acido ialuronico. Si viene a creare in questo modo una reazione infiammatoria che coinvolge l’intero distretto orbitario, dai tessuti molli, alla muscolatura extra-oculare fino ad arrivare ad una compressione del nervo ottico, causa di una otticopatia compressiva, che dà luogo a grave deficit del visus. Quando l’oftalmopatia è in fase di attività infiammatoria si attua una terapia basata su immunosoppressori/antiinfiammatori, principalmente la somministrazione di glucocorticoidi. L’associazione di glucocorticoidi (GC) per via endovenosa e radioterapia (RT) orbitaria esterna è comunemente usata nella OB attiva, con risultati favorevoli, fino all’80% dei pazienti trattati. Tuttavia poco si conosce riguardo i fattori che possono influenzare l’esito della OB a lungo termine. Lo scopo di questa tesi è proprio quello di approfondire questa poco nota questione.
Lo studio è stato condotto in maniera retrospettiva su 96 pazienti affetti da OB, scelti tra 787 pazienti che sono giunti alla nostra osservazione tra Settembre 2010 e Giugno 2013. Sono stati presi in considerazione i dati riguardanti la prima visita presso il nostro centro e l’ultima valutazione eseguita dopo il trattamento con GC endovena e RT, dopo un periodo medio di follow-up di 55.5 mesi. L’obiettivo primario della tesi è stato quello di stabilire la possibile relazione tra l’esito finale della OB e le caratteristiche individuali di ogni paziente. L’esoftalmometria, l’ampiezza della rima palpebrale, il CAS, la diplopia e l’acuità visiva (quest’ultima solo nei pazienti con una iniziale riduzione) miglioravano significativamente dopo il trattamento. Complessivamente, il 67.7% dei pazienti ha subito un miglioramento ed è stato considerato responders, invece il rimanente 29.1% è stato considerato stabile e 4.5% peggiorato, questi pazienti sono stati dunque classificati come non-responders. Età, fumo di sigaretta, volume tiroideo, terapie per la disfunzione tiroidea, titolo serico di TRAb (anticorpi anti-recettori del TSH) e caratteristiche individuali della OB alla prima visita non influenzavano i risultati della OB, che al contrario subivano l’effetto di sesso e tempo trascorso tra la prima e l’ultima valutazione. Quindi, la prevalenza dei responders era maggiore nelle femmine (76.4% contro 48% nei maschi, P= 0.02) e il tempo tra la prima e l’ultima valutazione era maggiore nei responders (58 mesi contro i 39 mesi nei non-responders, P=0.02). dunque, la prevalenza dei responders e dei non-responders, si dimostrava essere simile fino al 36° mese, si evidenziava un incremento dei responders tra i 37 e i 48 mesi, fino al raggiungimento di un picco a circa l’80% tra 61 e 72 mesi e da allora un plateau.
Lo studio è stato condotto in maniera retrospettiva su 96 pazienti affetti da OB, scelti tra 787 pazienti che sono giunti alla nostra osservazione tra Settembre 2010 e Giugno 2013. Sono stati presi in considerazione i dati riguardanti la prima visita presso il nostro centro e l’ultima valutazione eseguita dopo il trattamento con GC endovena e RT, dopo un periodo medio di follow-up di 55.5 mesi. L’obiettivo primario della tesi è stato quello di stabilire la possibile relazione tra l’esito finale della OB e le caratteristiche individuali di ogni paziente. L’esoftalmometria, l’ampiezza della rima palpebrale, il CAS, la diplopia e l’acuità visiva (quest’ultima solo nei pazienti con una iniziale riduzione) miglioravano significativamente dopo il trattamento. Complessivamente, il 67.7% dei pazienti ha subito un miglioramento ed è stato considerato responders, invece il rimanente 29.1% è stato considerato stabile e 4.5% peggiorato, questi pazienti sono stati dunque classificati come non-responders. Età, fumo di sigaretta, volume tiroideo, terapie per la disfunzione tiroidea, titolo serico di TRAb (anticorpi anti-recettori del TSH) e caratteristiche individuali della OB alla prima visita non influenzavano i risultati della OB, che al contrario subivano l’effetto di sesso e tempo trascorso tra la prima e l’ultima valutazione. Quindi, la prevalenza dei responders era maggiore nelle femmine (76.4% contro 48% nei maschi, P= 0.02) e il tempo tra la prima e l’ultima valutazione era maggiore nei responders (58 mesi contro i 39 mesi nei non-responders, P=0.02). dunque, la prevalenza dei responders e dei non-responders, si dimostrava essere simile fino al 36° mese, si evidenziava un incremento dei responders tra i 37 e i 48 mesi, fino al raggiungimento di un picco a circa l’80% tra 61 e 72 mesi e da allora un plateau.
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