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Tesi etd-05062014-102136


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
AVENTAGGIATO, ILARIA
URN
etd-05062014-102136
Titolo
LA RESPONSABILITA' CIVILE DEL MAGISTRATO: DALLA LEGGE 117/1988 AD OGGI
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Giardina, Francesca
Parole chiave
  • Responsabilità magistrato
  • legge 117/1988
Data inizio appello
26/05/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
La presente tesi ha ad oggetto la disciplina della responsabilità civile dei magistrati per i danni ingiusti cagionati nell’esercizio delle loro funzioni. Lo studio ha dapprima analizzato il regime previgente alla L.n.117/1988 – nota anche come “legge Vassalli” – per poi procedere ad un esame approfondito della normativa, che attribuisce un ruolo residuale alla responsabilità del singolo magistrato, dal momento che la legge n.117/88 circoscrive la responsabilità civile dello “Stato-Giudice” per alcuni specifici illeciti degli appartenenti all’ordinamento giudiziario. Dall’analisi dei profili sostanziali e processuali della disciplina in esame e, in particolar modo degli orientamenti della giurisprudenza di legittimità, è venuto fuori il totale fallimento della legge, che ha fallito il suo obiettivo di realizzare equilibrio fra i valori costituzionali dell’indipendenza e della responsabilità della magistratura: infatti, nella prassi applicativa, quest’ultimo è risultato del tutto recessivo, determinando una equiparazione indebita fra indipendenza ed immunità, a discapito della tutela dei diritti dei soggetti danneggiati. La necessità di una riforma dell’assetto normativo si desume anche dallo studio della giurisprudenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee, che in più circostanze ha statuito l’incompatibilità di alcune profili della L.n.117/88 con il diritto comunitario. L’elaborato si è concluso con una breve analisi comparativa e con alcune considerazioni de iure condendo: sotto quest’ottica, quale linea direttrice di un intervento del legislatore, è stata approfondita l’idea, sostenuta da buona parte della cultura giuridica, di un superamento del “parallelismo” fra responsabilità civile del magistrato e quella dello Stato e della conseguente estensione di quest’ultima a fattispecie non contemplate dalla normativa in vigore.
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