Tesi etd-05052015-152938 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
DE FELICE, IRENE
URN
etd-05052015-152938
Titolo
Language and Affordances
Settore scientifico disciplinare
L-LIN/01
Corso di studi
DISCIPLINE UMANISTICHE
Relatori
tutor Prof.ssa Marotta, Giovanna
tutor Dott.ssa Calzolari, Nicoletta
tutor Dott.ssa Monachini, Monica
tutor Dott.ssa Calzolari, Nicoletta
tutor Dott.ssa Monachini, Monica
Parole chiave
- affordances
- azioni di presa
- grasping
- norme semantiche
- semantic norms
Data inizio appello
02/06/2015
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/06/2055
Riassunto
The concept of affordance was first introduced by James Gibson in the late 1970’s within the field of the ecological psychology. Affordances are defined as possibilities for action that the environment offers to living beings. The basic idea of Gibson’s theory is extraordinarily intuitive: when we perceive the world surrounding us and the objects in it, we actually perceive potential actions. More recently, a growing body of behavioural and neurophysiological research conducted on objects manipulation and grasping has revealed that the same brain areas are activated both when an agent acts upon an object, and when the agent simply observes the object. Such finding points to the concrete existence, at least in the specific field of grasping, of affordances, intended as the “motor simulations of possible actions” triggered by the perception of visually presented manipulale objects. However, experiments also show that sensory-motor responses to visual stimuli presentation are modulated by the properties of the perceived objects (e.g. their location, orientation, semantic type, constituency, shape, and dimension). In light of this evidence, the main research question that guides this work is the following: is language sensitive to the same variables that modulate sensory-motor responses to visually presented objects? In order to explore the relation between language and affordances, a speech corpus of grasp descriptions has been collected and analysed at different levels. The primary purpose of this study is to examine whether the way in which people linguistically describe the grasping of an object is influenced by the same factors that are responsible for modulating brain activity within the domain of grasping (i.e. with relation to the affordance of “graspability”). The results obtained from this action description task are compared with those obtained from a set of semantic norms, collected for some of the stimuli used in the first test. Finally, possible applications of the notion of affordance within the domain of computational linguistics are also explored. The multidisciplinary approach that characterises this work highlights how the concept of affordances, extensively investigated in psychology and neuropsychology, could be fruitfully applied also to the linguistic domain, as well as how a linguistic perspective on this theme can shed new light on the findings that have emerged from other research fields.
Il concetto di affordance viene introdotto da James Gibson alla fine degli anni ‘70 nel campo della psicologia ecologica. L’autore definisce le affordances come le possibilità di azione che l'ambiente offre agli esseri viventi. L'idea centrale di tale nozione è straordinariamente intuitiva: quando percepiamo il mondo che ci circonda e gli oggetti che ne fanno parte, ciò che in realtà percepiamo sono le azioni che, potenzialmente, potremmo compiere. Più recentemente, numerose ricerche condotte in ambito comportamentale e neurofisiologico sulle azioni di manipolazione e presa di oggetti hanno rivelato l’esistenza di specifiche aree cerebrali che si attivano sia quando viene compiuta un’azione su un oggetto, sia quando tale oggetto viene semplicemente osservato. Tale scoperta rivela l'esistenza concreta, quantomeno nello specifico campo delle azioni di presa, delle affordances, intese come “simulazioni motorie di azioni possibili”, evocate dalla percezione visiva di oggetti manipolabili. Tuttavia, numerosi esperimenti dimostrano anche che le risposte senso-motorie alla presentazione degli stimoli visivi variano in base alle proprietà degli oggetti percepiti (ad es. posizione, orientamento, tipo semantico, consistenza, forma e dimensione). Alla luce di queste evidenze, la principale domanda di ricerca a cui il presente studio mira a rispondere è la seguente: è possibile che l’espressione linguistica sia influenzata dalle stesse variabili che modulano le risposte senso-motorie alla presentazione di stimoli visivi? Al fine di esplorare la relazione tra linguaggio e affordances, è stato condotto un esperimento che ha portato alla creazione di un corpus parlato di descrizioni di presa, successivamente analizzato a vari livelli. Lo scopo della ricerca condotta è di esaminare, all’interno dello specifico dominio delle azioni di presa (ovvero, in relazione all’affordance dell’“afferrabilità”), se il modo in cui i soggetti descrivono linguisticamente la presa di un dato oggetto sia influenzato dagli stessi fattori che risultano coinvolti nella modulazione dell'attività cerebrale in relazione alla presentazione visiva di oggetti manipolabili. I dati ricavati dalle descrizioni di presa vengono inoltre confrontati con quelli derivati da una raccolta di norme semantiche, condotta per una parte degli stimoli utilizzati nel primo esperimento. Infine, vengono anche esplorate possibili applicazioni della nozione di affordance nel campo della linguistica computazionale. L'approccio multidisciplinare che caratterizza la presente tesi evidenzia come il concetto di affordance, ampiamente studiato in psicologia e neuropsicologia, possa essere efficacemente applicato in linguistica, e come un punto di vista prettamente linguistico su questo tema possa gettare nuova luce sui risultati emersi in altri campi di ricerca.
Il concetto di affordance viene introdotto da James Gibson alla fine degli anni ‘70 nel campo della psicologia ecologica. L’autore definisce le affordances come le possibilità di azione che l'ambiente offre agli esseri viventi. L'idea centrale di tale nozione è straordinariamente intuitiva: quando percepiamo il mondo che ci circonda e gli oggetti che ne fanno parte, ciò che in realtà percepiamo sono le azioni che, potenzialmente, potremmo compiere. Più recentemente, numerose ricerche condotte in ambito comportamentale e neurofisiologico sulle azioni di manipolazione e presa di oggetti hanno rivelato l’esistenza di specifiche aree cerebrali che si attivano sia quando viene compiuta un’azione su un oggetto, sia quando tale oggetto viene semplicemente osservato. Tale scoperta rivela l'esistenza concreta, quantomeno nello specifico campo delle azioni di presa, delle affordances, intese come “simulazioni motorie di azioni possibili”, evocate dalla percezione visiva di oggetti manipolabili. Tuttavia, numerosi esperimenti dimostrano anche che le risposte senso-motorie alla presentazione degli stimoli visivi variano in base alle proprietà degli oggetti percepiti (ad es. posizione, orientamento, tipo semantico, consistenza, forma e dimensione). Alla luce di queste evidenze, la principale domanda di ricerca a cui il presente studio mira a rispondere è la seguente: è possibile che l’espressione linguistica sia influenzata dalle stesse variabili che modulano le risposte senso-motorie alla presentazione di stimoli visivi? Al fine di esplorare la relazione tra linguaggio e affordances, è stato condotto un esperimento che ha portato alla creazione di un corpus parlato di descrizioni di presa, successivamente analizzato a vari livelli. Lo scopo della ricerca condotta è di esaminare, all’interno dello specifico dominio delle azioni di presa (ovvero, in relazione all’affordance dell’“afferrabilità”), se il modo in cui i soggetti descrivono linguisticamente la presa di un dato oggetto sia influenzato dagli stessi fattori che risultano coinvolti nella modulazione dell'attività cerebrale in relazione alla presentazione visiva di oggetti manipolabili. I dati ricavati dalle descrizioni di presa vengono inoltre confrontati con quelli derivati da una raccolta di norme semantiche, condotta per una parte degli stimoli utilizzati nel primo esperimento. Infine, vengono anche esplorate possibili applicazioni della nozione di affordance nel campo della linguistica computazionale. L'approccio multidisciplinare che caratterizza la presente tesi evidenzia come il concetto di affordance, ampiamente studiato in psicologia e neuropsicologia, possa essere efficacemente applicato in linguistica, e come un punto di vista prettamente linguistico su questo tema possa gettare nuova luce sui risultati emersi in altri campi di ricerca.
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