Tesi etd-05042015-192219 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CONSANI, SARA
URN
etd-05042015-192219
Titolo
Concretizzare la teoria delle capacita: l'esperienza di Abitare Solidale
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Balestrino, Alessandro
Parole chiave
- abitare solidale
- approccio delle capacità
- capacità
- funzionamenti
- questione abitativa
- Sen
- social housing
Data inizio appello
30/06/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Concretizzare la teoria delle capacità:
l’esperienza di Abitare Solidale
Amartya Kumar Sen è un’economista e filosofo indiano che con la sua teoria delle capacità (capability approach) sta fortemente influenzando le attuali politiche sociali internazionali e nazionali andando a proporre nuovi strumenti per considerare e valutare lo sviluppo (non esclusivamente in termini economici) e definire il concetto stesso di benessere.
I temi cruciali del suo pensiero sono essenzialmente due: i funzionamenti e le capacità. Per funzionamenti intende gli “stati di essere e di fare”, ciò che una persona fa e ciò che è (essere bene nutriti, avere rispetto di sé), mentre le capacità rappresentano la libertà di scegliere fra una serie di vite possibili. Le capacità sono le varie combinazioni di funzionamenti che la persona può acquisire e quindi riflettono la libertà dell’individuo di condurre un certo tipo di vita piuttosto che un altro.
La conclusione a cui Sen perviene è che il grado di disuguaglianza di una determinata società dipende dal grado in cui garantisce a tutte le persone una serie da capacità, tramite cui poter acquisire una serie di funzionamenti, ossia un’adeguata qualità della vita o well-being generale (cioè non ristretto entro parametri economici).
La soluzione proposta da Sen è quella che i governi agiscano prima che insorgano determinati problemi che ostacolano lo sviluppo delle capacità umane fondamentali, intervenendo per impedire quelle situazioni che ostacolano la realizzazione piena degli individui.
A partire dalle analisi di Sen si sta facendo strada nel nostro paese una visione che è in linea con l’approccio dello sviluppo e dei diritti umani, secondo gli indirizzi di una moderna teoria della giustizia sociale, tale per cui dallo sbilanciamento tradizionale delle misure a favore di trasferimenti monetari (in Europa l’Italia, infatti, è il paese in cui i trasferimenti sociali hanno il minor impatto nel ridurre la povertà) occorre andare verso l’utilizzo di strumenti integrati miranti ad attivare le capacità dei soggetti, passando da interventi risarcitori a misure di attivazione in cui la persona non sia lasciata sola, in modo che l’attivazione, sorretta adeguatamente con adeguati sostegni sociali, si trasformi in capability. Occorre puntare, quindi, su un sistema in cui la responsabilità pubblica e i percorsi individuali si incrocino su un moderno welfare delle capacità.
Un aspetto delle politiche pubbliche nazionali che ha rappresentato tradizionalmente un ambito minore di intervento pubblico in termini di impegno finanziario e caratterizzato da una forte frammentazione, ma che nel corso del tempo ha richiesto un intervento maggiore divenendo attualmente una problematica urgente è la questione abitativa. Oltre ai fattori economici ne sono emersi altri di natura demografica che hanno causato nuove pressioni sulla domanda abitativa, che rimane spesso insoddisfatta.
Pertanto le politiche pubbliche italiane necessitano di strumenti alternativi per rispondere al problema abitativo attraverso la collaborazione tra soggetti pubblici (solitamente gli Enti Locali) e soggetti privati (Terzo settore): un esempio concreto è il cosiddetto social housing.
Tra le diverse accezioni del termine viene enfatizzata quella di carattere sociale, ovvero quei progetti abitativi che puntano sul coinvolgimento diretto e attivo delle persone, nella fase di progettazione e di realizzazione, così come nella manutenzione e nel mantenimento: il cohousing.
Il progetto Abitare Solidale, gestita e coordinata dall’Associazione Auser Volontariato Abitare Solidale, è un esempio concreto di housing sociale che investe su legami di tipo solidaristici tra persone e non su vincoli di tipo economici e che risponde ad uno dei risultati della contemporanea crisi economica, demografica e sociale: l’emergenza abitativa.
Abitare Solidale è un progetto rivolto a quella nuova classe sociale, definita “fascia grigia” che, pur in condizioni di disagio, non è in grado di usufruire dei tradizionali servizi di assistenza e protezione sociale (anziani autosufficienti, donne vittime di violenza e/o della tratta, soggetti in momentanea difficoltà economica e a rischio marginalità). Lo scopo del progetto è quello di sviluppare il protagonismo attivo degli stessi soggetti deboli, in una forte rete di protezione sociale, spontanea, dal basso, che converta i bisogni specifici in strumenti e azioni di reciproca tutela e assistenza.
Le caratteristiche di base di Abitare Solidale, quali la flessibilità, il rispetto, la tutela e l’attenzione alla centralità della persona, alla mutevolezza dei bisogni e delle condizioni, vengono espresse attraverso gli strumenti utilizzati che permettono di creare progetti differenziati in base alle istanze di target: il profilo personale (identikit), il patto abitativo e il comodato d’uso precario d’immobile.
Il progetto prevede alcuni passaggi: alla ricezione e valutazione delle domande/offerte alloggiative, segue l’elaborazione di un profilo personale attraverso l’inserimento in un database e gli incontri prima individuali e poi tra canditati, per poi concludere con la definizione e firma del patto abitativo e del comodato d’uso gratuito che ufficializzano e formalizzano la coabitazione che potrà continuare fino a che le parti non decideranno altrimenti. Da tener presente che è sempre attivo un monitoraggio garantito dal Gruppo Tecnico di Coordinamento misto e dagli operatori coinvolti (assistenti sociali, volontari etc.).
Sara Consani
l’esperienza di Abitare Solidale
Amartya Kumar Sen è un’economista e filosofo indiano che con la sua teoria delle capacità (capability approach) sta fortemente influenzando le attuali politiche sociali internazionali e nazionali andando a proporre nuovi strumenti per considerare e valutare lo sviluppo (non esclusivamente in termini economici) e definire il concetto stesso di benessere.
I temi cruciali del suo pensiero sono essenzialmente due: i funzionamenti e le capacità. Per funzionamenti intende gli “stati di essere e di fare”, ciò che una persona fa e ciò che è (essere bene nutriti, avere rispetto di sé), mentre le capacità rappresentano la libertà di scegliere fra una serie di vite possibili. Le capacità sono le varie combinazioni di funzionamenti che la persona può acquisire e quindi riflettono la libertà dell’individuo di condurre un certo tipo di vita piuttosto che un altro.
La conclusione a cui Sen perviene è che il grado di disuguaglianza di una determinata società dipende dal grado in cui garantisce a tutte le persone una serie da capacità, tramite cui poter acquisire una serie di funzionamenti, ossia un’adeguata qualità della vita o well-being generale (cioè non ristretto entro parametri economici).
La soluzione proposta da Sen è quella che i governi agiscano prima che insorgano determinati problemi che ostacolano lo sviluppo delle capacità umane fondamentali, intervenendo per impedire quelle situazioni che ostacolano la realizzazione piena degli individui.
A partire dalle analisi di Sen si sta facendo strada nel nostro paese una visione che è in linea con l’approccio dello sviluppo e dei diritti umani, secondo gli indirizzi di una moderna teoria della giustizia sociale, tale per cui dallo sbilanciamento tradizionale delle misure a favore di trasferimenti monetari (in Europa l’Italia, infatti, è il paese in cui i trasferimenti sociali hanno il minor impatto nel ridurre la povertà) occorre andare verso l’utilizzo di strumenti integrati miranti ad attivare le capacità dei soggetti, passando da interventi risarcitori a misure di attivazione in cui la persona non sia lasciata sola, in modo che l’attivazione, sorretta adeguatamente con adeguati sostegni sociali, si trasformi in capability. Occorre puntare, quindi, su un sistema in cui la responsabilità pubblica e i percorsi individuali si incrocino su un moderno welfare delle capacità.
Un aspetto delle politiche pubbliche nazionali che ha rappresentato tradizionalmente un ambito minore di intervento pubblico in termini di impegno finanziario e caratterizzato da una forte frammentazione, ma che nel corso del tempo ha richiesto un intervento maggiore divenendo attualmente una problematica urgente è la questione abitativa. Oltre ai fattori economici ne sono emersi altri di natura demografica che hanno causato nuove pressioni sulla domanda abitativa, che rimane spesso insoddisfatta.
Pertanto le politiche pubbliche italiane necessitano di strumenti alternativi per rispondere al problema abitativo attraverso la collaborazione tra soggetti pubblici (solitamente gli Enti Locali) e soggetti privati (Terzo settore): un esempio concreto è il cosiddetto social housing.
Tra le diverse accezioni del termine viene enfatizzata quella di carattere sociale, ovvero quei progetti abitativi che puntano sul coinvolgimento diretto e attivo delle persone, nella fase di progettazione e di realizzazione, così come nella manutenzione e nel mantenimento: il cohousing.
Il progetto Abitare Solidale, gestita e coordinata dall’Associazione Auser Volontariato Abitare Solidale, è un esempio concreto di housing sociale che investe su legami di tipo solidaristici tra persone e non su vincoli di tipo economici e che risponde ad uno dei risultati della contemporanea crisi economica, demografica e sociale: l’emergenza abitativa.
Abitare Solidale è un progetto rivolto a quella nuova classe sociale, definita “fascia grigia” che, pur in condizioni di disagio, non è in grado di usufruire dei tradizionali servizi di assistenza e protezione sociale (anziani autosufficienti, donne vittime di violenza e/o della tratta, soggetti in momentanea difficoltà economica e a rischio marginalità). Lo scopo del progetto è quello di sviluppare il protagonismo attivo degli stessi soggetti deboli, in una forte rete di protezione sociale, spontanea, dal basso, che converta i bisogni specifici in strumenti e azioni di reciproca tutela e assistenza.
Le caratteristiche di base di Abitare Solidale, quali la flessibilità, il rispetto, la tutela e l’attenzione alla centralità della persona, alla mutevolezza dei bisogni e delle condizioni, vengono espresse attraverso gli strumenti utilizzati che permettono di creare progetti differenziati in base alle istanze di target: il profilo personale (identikit), il patto abitativo e il comodato d’uso precario d’immobile.
Il progetto prevede alcuni passaggi: alla ricezione e valutazione delle domande/offerte alloggiative, segue l’elaborazione di un profilo personale attraverso l’inserimento in un database e gli incontri prima individuali e poi tra canditati, per poi concludere con la definizione e firma del patto abitativo e del comodato d’uso gratuito che ufficializzano e formalizzano la coabitazione che potrà continuare fino a che le parti non decideranno altrimenti. Da tener presente che è sempre attivo un monitoraggio garantito dal Gruppo Tecnico di Coordinamento misto e dagli operatori coinvolti (assistenti sociali, volontari etc.).
Sara Consani
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