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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05032023-181232


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VASCON, MATTIA
URN
etd-05032023-181232
Titolo
Il Letto di Policleto: storia e fortuna iconografica tra Quattrocento e Seicento
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Farinella, Vincenzo
Parole chiave
  • iconografia
  • letto di Policleto
Data inizio appello
25/05/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
25/05/2093
Riassunto
Nel 2019 il ritrovamento di una copia dell’inventario delle antichità possedute da Lorenzo Ghiberti ha offerto nuovi spunti di approfondimento in merito alle capacità di relazione con il mondo classico di uno tra gli artisti simbolo del quindicesimo secolo. Questo legame si è manifestato con uno sguardo critico rivolto al passato, studiando i rilievi dal vivo e collezionando cimeli preziosi. Tra le opere attestate nella raccolta dell’orafo toscano risalta un blocco marmoreo di grande valore, raffigurante una scena erotica di difficile interpretazione iconografica, noto con il nome di Letto di Policleto. La scultura, risalente all’età ellenistica, è attualmente conosciuta, a causa della dispersione dell’originale, grazie a due copie marmoree moderne; si tratta del rilievo murato nella loggia scoperta del cortile di Palazzo Mattei di Giove a Roma e dell’esemplare, nel ventesimo secolo in possesso dell’antiquario John Hewitt, conservato in una collezione privata americana.
La tesi si propone di analizzare la storia e la fortuna iconografica del Letto di Policleto tra il Quattrocento e il Seicento. Dopo un capitolo introduttivo, nel quale vengono esposti i problemi legati alla datazione e al significato emblematico del marmo, viene svelata la storia collezionistica del pezzo, dalla collezione Ghiberti alla raccolta dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo, e la diffusione delle varianti. Successivamente verrà trattata l’immensa fortuna iconografica che la scultura conobbe nell’arco di due secoli.
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