Tesi etd-05032023-163952 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MARCHITELLI, PASQUALE ROBERTO
URN
etd-05032023-163952
Titolo
LA QUESTIONE "EUTANASIA" NELLA PROSPETTIVA COSTITUZIONALE
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Malfatti, Elena
Parole chiave
- eutanasia
Data inizio appello
22/05/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
L’evoluzione delle tecnologie in ambito scientifico e medico ha prodotto due principali effetti: da un lato ha ampliato le aspettative di vita di coloro che sono affetti da malattie che, in passato, erano considerate mortali; dall’altro ha comportato un “rinvio” della morte, un suo prolungamento, per quelle categorie di soggetti affetti da una malattia invalidante o terminale, fonte di estrema sofferenza sia fisica che psicologica, i quali sentono che il loro stesso corpo sia diventato una prigione dalla quale vogliono uscire. Tali soggetti, infatti, vivono in una condizione di limbo, la cui qualità della vita potrebbe non essere più conforme all’idea che essi hanno di “vita dignitosa”, comportando il sorgere in loro di un desiderio di porvi fine.
La questione relativa all’eutanasia, attualmente, poggia proprio su queste basi: di fronte all’impossibilità di porre fine autonomamente alla propria vita, questi soggetti rivendicano un diritto a decidere del proprio destino in piena libertà; un diritto non ancora riconosciuto dall’ordinamento giuridico italiano, dove attualmente è ancora oggetto di largo dibattito a livello etico, politico, sociale e soprattutto giuridico.
Il presente elaborato, dunque, ha come scopo quello di analizzare l’eutanasia come problema giuridico e costituzionale, e se e in che modo, tale pratica possa fare breccia nell’ordinamento italiano, alla luce non soltanto degli interventi che sono stati effettuati in materia di fine vita nel corso degli anni, ma anche degli episodi relativi ad alcune realtà europee in cui tale pratica è diventata un diritto.
In particolare si avrà modo di constatare come il mancato intervento del legislatore sia stato determinante nella vicenda che ha avuto come protagonisti Fabiano Antoniani e Marco Cappato, noto anche come “caso Cappato”, soprattutto per la doppia pronuncia emanata dalla Corte costituzionale all’esito della stessa. A questo proposito, verrà esaminata dapprima l’ordinanza del 2018 della Consulta, e successivamente la sentenza che ne seguì nel 2019, attraverso la quale la Corte costituzionale, dichiarando la parziale incostituzionalità dell’articolo 580 del codice penale, ha reso l’aiuto al suicidio (il quale, come si vedrà, è un atto differente dall’eutanasia) un atto lecito, a determinate condizioni.
Inoltre, si vedrà come il silenzio da parte del legislatore, così come anche le problematiche emerse dai requisiti disciplinati dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 242/2019, sono stati elementi determinanti per la promozione del referendum “Eutanasia legale”, da parte dell’associazione Luca Coscioni nel 2021, dichiarato poi inammissibile dalla Consulta con la sentenza n. 50 del 2022, il quale aveva ad oggetto l’abrogazione dell’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente). Dalla vicenda referendaria, la quale verrà esaminata nel capitolo terzo, è scaturito un acceso dibattito giuridico, dal quale, come si vedrà, è emerso che gran parte della dottrina era concorde nell’affermare che lo strumento referendario fosse inadeguato allo scopo, e che l’eutanasia avrebbe dovuto essere resa lecita tramite un intervento legislativo, così come è stato effettuato in Paesi come l’Olanda, il Belgio e la Spagna.
Saranno altresì analizzate le posizioni giuridiche sia a favore che contrarie all’introduzione di una legge che disciplini l’eutanasia nell’ordinamento giuridico italiano. Inoltre, al fine di evidenziare in che direzione il legislatore italiano sta intervenendo sulla materia del fine vita, sarà esaminato il contenuto non soltanto del disegno di legge “Bazoli”, relativo alla XVIII legislatura, ma anche dei progetti di legge presentati alle Camere nel corso dell’attuale legislatura.
La questione relativa all’eutanasia, attualmente, poggia proprio su queste basi: di fronte all’impossibilità di porre fine autonomamente alla propria vita, questi soggetti rivendicano un diritto a decidere del proprio destino in piena libertà; un diritto non ancora riconosciuto dall’ordinamento giuridico italiano, dove attualmente è ancora oggetto di largo dibattito a livello etico, politico, sociale e soprattutto giuridico.
Il presente elaborato, dunque, ha come scopo quello di analizzare l’eutanasia come problema giuridico e costituzionale, e se e in che modo, tale pratica possa fare breccia nell’ordinamento italiano, alla luce non soltanto degli interventi che sono stati effettuati in materia di fine vita nel corso degli anni, ma anche degli episodi relativi ad alcune realtà europee in cui tale pratica è diventata un diritto.
In particolare si avrà modo di constatare come il mancato intervento del legislatore sia stato determinante nella vicenda che ha avuto come protagonisti Fabiano Antoniani e Marco Cappato, noto anche come “caso Cappato”, soprattutto per la doppia pronuncia emanata dalla Corte costituzionale all’esito della stessa. A questo proposito, verrà esaminata dapprima l’ordinanza del 2018 della Consulta, e successivamente la sentenza che ne seguì nel 2019, attraverso la quale la Corte costituzionale, dichiarando la parziale incostituzionalità dell’articolo 580 del codice penale, ha reso l’aiuto al suicidio (il quale, come si vedrà, è un atto differente dall’eutanasia) un atto lecito, a determinate condizioni.
Inoltre, si vedrà come il silenzio da parte del legislatore, così come anche le problematiche emerse dai requisiti disciplinati dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 242/2019, sono stati elementi determinanti per la promozione del referendum “Eutanasia legale”, da parte dell’associazione Luca Coscioni nel 2021, dichiarato poi inammissibile dalla Consulta con la sentenza n. 50 del 2022, il quale aveva ad oggetto l’abrogazione dell’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente). Dalla vicenda referendaria, la quale verrà esaminata nel capitolo terzo, è scaturito un acceso dibattito giuridico, dal quale, come si vedrà, è emerso che gran parte della dottrina era concorde nell’affermare che lo strumento referendario fosse inadeguato allo scopo, e che l’eutanasia avrebbe dovuto essere resa lecita tramite un intervento legislativo, così come è stato effettuato in Paesi come l’Olanda, il Belgio e la Spagna.
Saranno altresì analizzate le posizioni giuridiche sia a favore che contrarie all’introduzione di una legge che disciplini l’eutanasia nell’ordinamento giuridico italiano. Inoltre, al fine di evidenziare in che direzione il legislatore italiano sta intervenendo sulla materia del fine vita, sarà esaminato il contenuto non soltanto del disegno di legge “Bazoli”, relativo alla XVIII legislatura, ma anche dei progetti di legge presentati alle Camere nel corso dell’attuale legislatura.
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