Tesi etd-05032020-131334 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BENEDETTO, LUCA
URN
etd-05032020-131334
Titolo
L'Italia basagliana: Agostino Pirella e la dismissione del manicomio di Arezzo (1971-1979)
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof.ssa Fiorino, Vinzia
correlatore Prof. Fulvetti, Gianluca
correlatore Prof. Fulvetti, Gianluca
Parole chiave
- Basaglia
- dismissioni
- follia
- manicomi
- Pirella
Data inizio appello
01/06/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La tesi è strutturata in quattro capitoli, oltre alla introduzione e alle conclusioni.
Gli argomenti trattati nel primo di questi sono: la concezione della follia nel tempo, dall’antichità all’età moderna; il pensiero della scuola psichiatrica tedesca e la sua influenza in Italia; l’arretratezza e l’ostinazione nel proseguo di pratiche barbare esercitate nel nostro paese ancora nei primi decenni del Novecento; l’approvazione della legge n. 36 del 1904; il periodo fascista e la nascita delle terapie da shock; la vita di Ugo Cerletti, padre dell’elettroshock; la stagnazione italiana nel secondo dopoguerra.Il secondo capitolo inizia con la biografia di Franco Basaglia, prosegue con l’esperienza goriziana del 1961 e la formazione dell’équipe guidata dallo stesso Basaglia; poi indaga sul pensiero basagliano e il movimento antistituzionale; la legge Mariotti del ‘68; l’analisi dell’aspetto politico delle Amministrazioni locali di alcune città italiane, in particolar modo Trieste; del primo reparto di autogestione infermieristica a Roma e, infine, la descrizione delle fasi concitate che condurranno alla Legge 180 del 1978. Il terzo e quarto capitolo sono invece dedicati alla realtà manicomiale aretina e ai suoi “matti”, partendo dalle radici storiche e affrontando le varie trasformazioni avvenute nel corso del tempo, che la rende sicuramente una tra le esperienze più interessanti e importanti.Lo studio della documentazione preso in esame è riferito al periodo 1971-1979 e redatto da Agostino Pirella e i suoi collaboratori, oltre agli stessi degenti della struttura che puntualmente stilavano i verbali di assemblea, e tratterà della Comunità terapeutica, modello importato ad Arezzo dallo stesso Pirella; dei processi di trasformazione di cui l’Amministrazione provinciale aretina ha dato prova dimostrando sensibilità e condivisione programmatica al fianco dei basagliani negli anni “caldi” della battaglia riformatrice; della demolizione del concetto di gerarchia tra gli addetti ai lavori; della emersione di nuove figure professionali, e della sensibilizzazione della gente comune che si muoverà, con azioni pratiche, al fianco dei riformatori.
Gli argomenti trattati nel primo di questi sono: la concezione della follia nel tempo, dall’antichità all’età moderna; il pensiero della scuola psichiatrica tedesca e la sua influenza in Italia; l’arretratezza e l’ostinazione nel proseguo di pratiche barbare esercitate nel nostro paese ancora nei primi decenni del Novecento; l’approvazione della legge n. 36 del 1904; il periodo fascista e la nascita delle terapie da shock; la vita di Ugo Cerletti, padre dell’elettroshock; la stagnazione italiana nel secondo dopoguerra.Il secondo capitolo inizia con la biografia di Franco Basaglia, prosegue con l’esperienza goriziana del 1961 e la formazione dell’équipe guidata dallo stesso Basaglia; poi indaga sul pensiero basagliano e il movimento antistituzionale; la legge Mariotti del ‘68; l’analisi dell’aspetto politico delle Amministrazioni locali di alcune città italiane, in particolar modo Trieste; del primo reparto di autogestione infermieristica a Roma e, infine, la descrizione delle fasi concitate che condurranno alla Legge 180 del 1978. Il terzo e quarto capitolo sono invece dedicati alla realtà manicomiale aretina e ai suoi “matti”, partendo dalle radici storiche e affrontando le varie trasformazioni avvenute nel corso del tempo, che la rende sicuramente una tra le esperienze più interessanti e importanti.Lo studio della documentazione preso in esame è riferito al periodo 1971-1979 e redatto da Agostino Pirella e i suoi collaboratori, oltre agli stessi degenti della struttura che puntualmente stilavano i verbali di assemblea, e tratterà della Comunità terapeutica, modello importato ad Arezzo dallo stesso Pirella; dei processi di trasformazione di cui l’Amministrazione provinciale aretina ha dato prova dimostrando sensibilità e condivisione programmatica al fianco dei basagliani negli anni “caldi” della battaglia riformatrice; della demolizione del concetto di gerarchia tra gli addetti ai lavori; della emersione di nuove figure professionali, e della sensibilizzazione della gente comune che si muoverà, con azioni pratiche, al fianco dei riformatori.
File
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Tesi non consultabile. |