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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05032013-112652


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MACRI', ELOISA
URN
etd-05032013-112652
Titolo
CURE PALLIATIVE COME PROSPETTIVA PER IL FINE VITA
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Bartolommei, Sergio
Parole chiave
  • cure palliative
  • approccio olistico
  • approccio meccanico
  • principio di autonomia
  • principio di non maleficenza
  • principio di beneficenza
  • sedazione continua profonda
  • suicidio assisstito
  • eutanasia
Data inizio appello
03/06/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/06/2053
Riassunto
Il presente lavoro ha tentato di costruire un quadro complessivo delle cure palliative. Nel corso della ricerca che ha condotto all'elaborazione del presente scritto sono emersi una molteplicità di elementi storici, antropologici, filosofici e biomedici che è stato complicato ricondurre ad una
sintesi unitaria. Le cure palliative hanno una lunga storia eppure faticano ad integrarsi nel tradizionale sistema di cura. Si è cercato di chiarire il perchè di questa difficoltà d'inserimento ed un approfondimento storico ha messo in luce che il moderno movimento Hospice è nato proprio in antitesi al tradizionale sistema di cura erogato negli ospedali. Sono emersi così i lineamenti di due differenti modellio di cura: il cosiddetto "modello meccanico", che caratterizza la medicina accademica ed il "modello olistico", che caratterizzaq la medicina palliativa. Definioto l'assetto attuale delle cure palliative, esso è stato letto nel contesto del dibattito contemporaneo sul fine vita e comparato alle pratiche del suicidio assistito e dell'eutanasia attiva volontaria.
L'idea centrale che è stata sostenuta è che la peculiare dignità della persona, in quanto agente dotato di razionalità e libertà, costituisca un vincolo morale per le decisioni di un individuo razionale che si trova nella fase conclusiva della sua vita. Questa idea suggerisce, in primo luogo, che gli interventi medici dovrebbero essere ispirati al rispetto della persona come fine in sè. Non viene qui negato il diritto di appellarsi all'eutanasia in quei casi in cui le condizioni del paziente in stadio avanzatissimo di malattia si rivelino particolarmente tormentate ed intollerabili. Tuttavia appare legittimo domandarsi: un appello sempre più frequente come quello all'eutanasia, non
potrebbe derivare da una scarsa conoscenza, a livello sociale e culturale delle risorse che possono offrire le cure palliative a chi è prossimo alla morte, oppure da una erogazione non abbastanza capillare di tali cure?
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