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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05022022-170250


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MIGLIANTI, MARA
URN
etd-05022022-170250
Titolo
Ecologia alimentare di Caretta caretta (Linneaus, 1759) nel Golfo di Manfredonia
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof. Casale, Paolo
Parole chiave
  • tartarughe marine
  • Caretta caretta
  • dieta
  • Mediterraneo
  • Mar Adriatico
  • sea turtles
  • Caretta caretta
  • diet
  • Mediterranean
  • Adriatic Sea
Data inizio appello
24/05/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/05/2092
Riassunto
ECOLOGIA ALIMENTARE DI CARETTA CARETTA (LINNEAUS, 1759) NEL GOLFO DI MANFREDONIA

Il presente lavoro si è occupato di studiare il regime alimentare di Caretta caretta nella zona del Golfo di Manfredonia. Caretta caretta, considerata dalla IUCN come specie endangered (in pericolo), è la specie più comune di tartaruga presente in Mar Mediterraneo e in Adriatico e da studi precedenti il Golfo di Manfredonia è già stato riconosciuto come un’importante area di foraggiamento di Caretta caretta; quindi lo scopo di questo lavoro è quello di colmare le lacune presenti sulla conoscenza del regime alimentare di questi animali nel Golfo di Manfredonia al fine di avere una visione più ampia e dettagliata della loro ecologia alimentare. Lo studio si è bastato sull’analisi di frequenza del materiale naturale e non, ritrovato all’interno delle feci o dei contenuti gastrici di questi animali. La raccolta campioni, comprendente sia la raccolta feci, sia lo svolgimento di necropsie per reperire il contenuto gastrico, è stata effettuata a partire da Ottobre 2020 e si è conclusa ad Aprile 2021. In tutto sono stati inseriti nel campione 78 esemplari (comprendenti una Chelonia mydas) recuperati grazie alla collaborazione instaurata con le marinerie di Molfetta, Bisceglie e Trani. Lo studio si occupa innanzitutto di introdurre concetti fondamentali sulle tartarughe marine presenti in Mediterraneo, con particolare attenzione alla specie in esame, fornendo così tutte le conoscenze di base per la comprensione dei concetti presentati nel corso dello studio; esse comprendono tutti gli aspetti ecologici, etologici e di conservazione.
Successivamente, sono descritte le caratteristiche oceanografiche e biogeografiche dell’area di studio. Segue un’accurata descrizione dei materiali e dei metodi utilizzati per la stabulazione e la gestione degli esemplari di Caretta caretta; nello specifico la descrizione delle vasche, il periodo di permanenza degli animali, i metodi di raccolta, di conservazione, di smistamento e riconoscimento dei campioni. L’analisi dei dati è stata affrontata distinguendo le differenti tipologie dei campioni: fecali e raccolti durante le necropsie. Questa distinzione si rende necessaria in quanto assumiamo che all’interno dei campioni raccolti durante le necropsie, data la ancora parziale digestione, si trovino più specie rispetto ai campioni fecali, per i quali la digestione è stata completata. Con percentuale di frequenza intendiamo: (Numero tartarughe che contengono una categoria individuata / Numero Tartarughe totali che avevano contenuto alimentare) x 100. A questo punto, vengono presentati i risultati, coadiuvandosi con tabelle e grafici, che descrivono le specie ritrovate nelle feci e/o nei contenuti gastrici, fino alla più bassa classificazione tassonomica possibile e la loro frequenza, la loro importanza in termini di peso umido/secco, la frequenza del materiale naturale e antropico trovato, la frequenza del materiale probabilmente ingerito sul fondo o in superficie.
Questi risultati vengono discussi nell’ambito delle conoscenze attuali.

Mara Miglianti




FEEDING ECOLOGY OF CARETTA CARETTA (LINNEAUS, 1759) IN THE GULF OF MANFREDONIA

The present work studied the diet of Caretta caretta in the area of the Gulf of Manfredonia.
Caretta caretta, considered by the IUCN as an endangered species, is the most common species of turtle in the Mediterranean Sea and in the Adriatic Sea and from previous studies the Gulf of Manfredonia has already been recognized as an important foraging area for Caretta caretta; therefore the aim of this work is to fill the gaps in the knowledge of the diet of these animals in the Gulf of Manfredonia in order to have a broader and more detailed vision of their feeding ecology. The study was based on the frequency analysis of natural and unnatural material found in the faeces or gastric contents of these animals. Sample collection, including both fecal collection and the performance of necropsies to find gastric contents, was performed beginning in October 2020 and concluded in April 2021. A total of 78 specimens (including one Chelonia mydas) were sampled and recovered thanks to the collaboration established with the marinas of Molfetta, Bisceglie and Trani. The study is first of all concerned with introducing fundamental concepts about sea turtles present in the Mediterranean Sea, with particular attention to the species under study, thus providing all the basic knowledge for the understanding of the concepts presented during the study; they include all the ecological, ethological and conservation aspects.
Next, the oceanographic and biogeographic features of the study area are described. This is followed by an accurate description of the materials and methods used for housing and managing Caretta caretta specimens; specifically, the description of the tanks, the period of stay of the animals, the methods of collection, storage, sorting and recognition of the specimens. The analysis of the data was addressed by distinguishing the different types of samples: fecal and collected during necropsies. This distinction is necessary because we assume that within the samples collected during necropsies, given the still partial digestion, there are more species than in the fecal samples, for which digestion has been completed. By percent frequency we mean: (Number of turtles containing an identified category / Number Total turtles that had food content) x 100. At this point, results are presented, aided by tables and graphs, describing the species found in the feces and/or gastric contents, down to the lowest possible taxonomic classification and their frequency, their importance in terms of wet/dry weight, the frequency of natural and anthropogenic material found, and the frequency of material likely ingested on the bottom or surface.
These results are discussed in the context of current knowledge.

Mara Miglianti
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