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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05022014-000703


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DE FILIPPIS, GABRIELLA
URN
etd-05022014-000703
Titolo
La Riduzione del Rischio e' compito di tutti. I primi dieci anni di Hyogo Framework for Action e le prospettive future.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI
Relatori
relatore Dott. Ardovino, Emilio
Parole chiave
  • ddr
  • resilienza
  • hfa
  • unisdr
  • protezione civile
  • emergenza
  • cambiamento climatico
  • disabilità
Data inizio appello
05/06/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questa tesi di laurea magistrale è il frutto di un percorso avviato un anno fa. Essa nasce dallo studio del Sistema italiano di Protezione Civile prima, in secondo luogo dalla ricerca di materiale principalmente prodotto all’estero, infine dalle esperienze maturate nell’Ufficio Protezione Civile del Comune di Pisa e nell’Ufficio Europeo UNISDR (United Nation Office for Disaster Risk Reduction) di Bruxelles.
Ho intitolato il lavoro “La riduzione del rischio è compito di tutti” traducendo la frase “Disaster risk reduction is everybody’s business” contenuta nel messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon in occasione della Giornata Internazionale per la Riduzione del Rischio da Disastri del 2008. Governi, Società Civile, Istituzioni Finanziarie Internazionali e il Settore Privato hanno il compito infatti di contribuire a ridurre la vulnerabilità e proteggere lo sviluppo.
Hyogo Framework for Action (HFA) 2005-2015: Building the Resilience of Nations and Communities to Disasters è un documento adottato da 168 Paesi alla Conferenza Mondiale sulla Riduzione dei Rischi di Disastri tenutasi nel gennaio 2005 a Hyogo, Kobe in Giappone. Esso fu poi adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione 60/195. Il quadro di azioni contenuto nel documento risponde al bisogno di un approccio multi-disciplinare al fine di meglio identificare ed adottare le misure di riduzione del rischio da disastri. Esso individua una serie di priorità d’azione e indicatori che i Paesi firmatari si sono impegnati a seguire.
Dopo aver introdotto il lavoro evidenziando il percorso che ha portato alla nascita di Hyogo Framework for Action, esso si suddivide in tre capitoli. Il primo riporta i risultati ottenuti nei suoi primi dieci anni sia a livello globale che a livello europeo. Esso poi riporta le lacune e le sfide future che i Paesi hanno individuato riguardo alle priorità HFA. Nel primo capitolo poi ho inserito tre brevi approfondimenti: uno sul tema di genere nella riduzione del rischio come argomento proposto dallo stesso HFA; un altro sul nuovo Meccanismo Unionale Europeo di Protezione Civile in vigore dal gennaio di quest’anno; e un ultimo sulla campagna “Making Cities Resilient. My City is Getting Ready!” proposta da UNISDR per coinvolgere maggiormente gli Enti Locali. Concludo poi il primo capitolo parlando del post-2015 ossia dell’evoluzione di HFA. Discussioni sono ancora in corso a meno di un anno dalla prossima Conferenza Mondiale sulla Riduzione del Rischio da Disastri. Alcune tra le priorità di HFA2 sono già individuate: la relazione tra le politiche di riduzione del rischio con quelle di adattamento al cambiamento climatico e con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio; la maggiore attenzione alla responsabilità del livello locale.
Il secondo capitolo invece guarda all’Italia e alla Piattaforma nazionale di riduzione del rischio da disastri. Essa costituisce lo strumento nazionale per la realizzazione degli impegni assunti dall'Italia in materia di riduzione del rischi. Continuo poi evidenziando i progressi e le sfide per il futuro, in riferimento alle priorità di azione e agli indicatori di HFA, che i report di autovalutazione redatti dal Dipartimento di Protezione Civile individeano. Infine ho riportato un estratto degli elementi, messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente nel settembre scorso, per una strategia nazionale di adattamento al cambiamento climatico ed ho accennato infine al dibattito che è stato avviato in Italia sull’uso dei social network in emergenza.
Il terzo capitolo, da ultimo, approfondisce un tema di recente interesse sia a livello internazionale che nazionale ossia quello del ruolo dei disabili prima, durante e dopo una emergenza. Questo capitolo, derivato da riflessioni con l’Ufficio Protezione Civile del Comune di Pisa, fornisce best practices provenienti da tutto il mondo le quali potrebbero essere adottate dagli Enti Locali e dalle associazioni che hanno il desiderio di dedicarsi maggiormente alla protezione di questa categoria vulnerabile. Nel testo fornisco poi la traduzione italiana di alcuni strumenti pratici disponibili fino ad ora in lingua inglese.
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