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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05012024-093525


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CARUSO, FEDERICO
URN
etd-05012024-093525
Titolo
Il Piano Attestato di Risanamento e le relative implicazioni contabili.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof. Allegrini, Marco
Parole chiave
  • attestazione
  • Crisi
  • esposizione debitoria
  • piano attestato di risanamento
  • professionista
Data inizio appello
16/05/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/05/2094
Riassunto
Il presente lavoro ha lo scopo di analizzare l’evoluzione nel tempo della crisi d’impresa e delle relative procedure di risanamento, focalizzandosi non solo sui diversi strumenti previsti, ma anche sui cambiamenti nella terminologia utilizzata. Si nota che, con l’entrata in vigore del nuovo Codice della crisi e dell’Insolvenza è stato introdotto il termine “liquidazione giudiziale” in sostituzione del termine “fallimento”, considerato ormai dispregiativo e dannoso per la reputazione dell’imprenditore. Sin dalla legge fallimentare del 1942, il legislatore ha cercato di estendere la nozione rispetto al tradizionale concetto di insolvenza, con l’intento di anticipare la tutela attraverso il riconoscimento di situazioni o manifestazioni prodromiche della crisi. Il nuovo Codice della Crisi e dell’insolvenza in quest’ottica, si è posto l’obiettivo di enfatizzare tale situazione, sensibilizzando gli imprenditori affinché ne prendano atto, promuovendo una gestione preventiva della crisi. A tale scopo, l’ordinamento giuridico assicura all’imprenditore un’ampia gamma di strumenti per evitare la liquidazione dell’azienda e consentire la continuazione dell’attività, diversi a seconda della natura e dello stadio di crisi. La seguente trattazione nasce dalla volontà di analizzare il Piano attestato di risanamento, introdotto dal legislatore nel 2005 e soggetto a frequenti modifiche nel corso degli anni, fino alla sua piena regolamentazione all’interno del nuovo codice della crisi e dell’insolvenza. La scelta di concentrarsi su questo strumento è giustificata dalla sua particolare natura negoziale stragiudiziale. Tale peculiarità consente all’imprenditore di ristrutturare la propria attività aziendale dal punto di vista economico, finanziario e patrimoniale attraverso accordi diretti con i creditori, in piena autonomia ed evitando l’intervento giudiziale volto a verificare la ritualità della proposta concordata, richiedendo solo l’intervento di un professionista abilitato per verificare la veridicità dei dati e la fattibilità del piano. Il Piano attestato di risanamento trova il suo fondamento giuridico nell’art 56 CCII, il quale, pur essendo richiamato dalle disposizioni del nuovo Codice, non è riconosciuto come una “procedura concorsuale”. Nonostante ciò, esso si distingue dagli altri strumenti di risanamento previsti dal legislatore in virtù della sua natura privata, che ne esclude, a discrezione dell'imprenditore, la pubblicazione nel registro delle imprese, rimanendo ignoto ai creditori non coinvolti. Nonostante la sua natura non concorsuale, il legislatore ha escluso la revocabilità degli atti, dei pagamenti e delle garanzie poste in essere in esecuzione di un piano attestato di risanamento, per consentire soluzioni concordate della crisi d’impresa anche attraverso questo strumento. Sebbene ai fini normativi la pubblicazione nel registro delle imprese sia facoltativa, sul profilo fiscale, è considerata condizione necessaria per beneficiare della detassazione delle sopravvenienze attive derivanti dallo stralcio dei debiti.
Ai fini del presente elaborato, è apparso opportuno focalizzare l’attenzione su un caso pratico, per comprendere appieno l’applicazione dei principi di redazione del piano di risanamento elaborati dal CNDCEC. Nel terzo capitolo l’analisi svolta è di natura quantitativa. Nella prima parte, sono stati esaminati i dati contabili derivanti dal bilancio intermedio al 30-06, poiché la data considerata rappresenta il momento più prossimo alla redazione del suddetto piano. Durante l’analisi dei dati contabili di partenza, sono stati impiegati diversi indicatori finanziari per valutare la sostenibilità del debito e l’effettiva esposizione debitoria, al fine di individuare le passività soggette a stralcio e quelle che persistono a seguito dell’efficacia del Piano. Nell’apprezzamento degli indici più rilevanti, sono state considerate anche le valutazioni dell’attestatore, basate sulle verifiche preliminari volte ad accertare la correttezza dei dati contabili di partenza. Successivamente, una volta descritta la manovra finanziaria per risanare l’esposizione debitoria, l’analisi di bilancio, svolta nello scenario worst case, è stata condotta per interpretare l’andamento economico, finanziario e patrimoniale dei bilanci previsionali, al fine di valutare lo stato di salute dell’impresa attraverso confronti intertemporali sulle performance aziendali prima e dopo la redazione del piano di risanamento
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