Tesi etd-05012018-124041 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BERTOSSI, SARA
URN
etd-05012018-124041
Titolo
Ruolo degli ioni metallici e del fattore di crescita nervoso nel morbo di Alzheimer
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. La Mendola, Diego
Parole chiave
- fattore di crescita nervoso (NGF)
- ioni metallici
- Morbo di Alzheimer
- neurotrofine
Data inizio appello
30/05/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
30/05/2088
Riassunto
Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa correlata all’età molto comune tra la popolazione anziana. Le sue principali caratteristiche sintomatiche sono: deterioramento cronico progressivo delle funzioni cognitive, perdita della memoria, declino dell’apprendimento e demenza; le sue principali caratteristiche neuropatologiche sono: placche senili extracellulari costituite da depositi di peptide β amiloide, grovigli neurofibrillari intracellulari di proteina tau iperfosforilata, perdita dei neuroni colinergici della corteccia cerebrale e dell’ippocampo. Sono state avanzate tre ipotesi sulla eziologia del morbo di Alzheimer: amiloide, neurotrofine e ioni metallici. La prima ipotesi formulata, quella amiloide, propone che un’eccessiva produzione o accumulazione o una riduzione della clearance del peptide β amiloide sia sufficiente a produrre tutta la patogenesi del morbo di Alzheimer. Le successive ipotesi delle neurotrofine e degli ioni metallici superano i limiti dell’ipotesi amiloide. Le neurotrofine sono una famiglia di fattori di crescita polipeptidici omodimerici essenziali per sopravvivenza/morte, differenziazione, crescita, sviluppo, metabolismo e plasticità sinaptica dei neuroni. Il fattore di crescita nervoso (NGF) è la neurotrofina prototipo che, legandosi al recettore comune p75, esercita principalmente effetti pro-apoptotici, mentre legandosi al recettore selettivo TrkA, ha effetti trofici pro-sopravvivenza. L’ipotesi delle neurotrofine propone che alterazioni delle vie di segnalazione di NGF mediate dai recettori p75 e TrkA sono coinvolte nella patogenesi del morbo di Alzheimer. Gli ioni metallici di transizione, come rame e zinco, hanno un ruolo fisiologico nel cervello, poiché prendono parte alla neuromodulazione e alla neurotrasmissione. La concentrazione degli ioni metallici deve essere mantenuta dai neuroni all’interno di un intervallo ristretto, per evitare un’alterazione dannosa della loro omeostasi. L’ipotesi degli ioni metallici sostiene che un’anomala omeostasi degli ioni rame e zinco riveste un ruolo chiave nella patogenesi del morbo di Alzheimer. L’ipotesi degli ioni metallici rappresenta una connessione tra l’ipotesi amiloide e quella delle neurotrofine. Infatti, gli ioni metallici zinco e rame interagiscono col fattore di crescita nervoso influenzando, direttamente o indirettamente, la trasduzione del segnale di NGF mediata dai suoi recettori p75 e TrkA. Inoltre, è stato osservato che le regioni del cervello caratterizzate da una cattiva omeostasi degli ioni metallici si sovrappongono in modo significativo a quelle regioni dove NGF esercita la sua attività biologica e dove si formano le placche amiloidi nel morbo di Alzheimer.
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