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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05012017-195729


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FASANO, ELENA
URN
etd-05012017-195729
Titolo
Preclinical evaluation of NGF-based therapies in mouse models of osteoarthritis and diabetes
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA APPLICATA ALLA BIOMEDICINA
Relatori
relatore Prof. Cattaneo, Antonino
relatore Prof. Capsoni, Simona
Parole chiave
  • alphaD11
  • MNAC13
  • nerve growth factor
  • NGF painless
  • pain
  • painful diabetic neuropathy
Data inizio appello
29/05/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’osteoartrite è una patologia cronica degenerativa delle articolazioni piuttosto diffusa fra gli anziani.La sintomatologia consiste in rigidezza, gonfiore e dolore alle giunture. Non è ancora chiaro quale sia l’evento scatenante poiché, anche se è evidente che ci sia una componente infiammatoria, l’osteoartrite non è considerata un’infiammazione a tutti gli effetti. Comporta degenerazione della cartilagine articolare accompagnata da cambiamenti nell’osso subcondrale, soprattutto a livello delle ginocchia e dei fianchi, e da infiammazione della sinovia. È noto che la concentrazione del NerveGrowthFactor (NGF) aumenta considerevolmente in presenza di stati infiammatori, in quanto svolge un ruolo cruciale nella manifestazione del dolore.Ciò rende il ligando ed il suo recettore trkA dei possibili target nel trattamento del dolore neuropatico.È possibile ricreare una situazione simile all’osteoartrite nel modello animale, nel mio caso nel topo C57BL/6, effettuando delle iniezioni a livello del ginocchio della zampa destra di iodoacetatomonosodico (MIA). Questa sostanza è un inibitore della gliceraldeide-3-fosfato deidrogenasi e i condrociti, non potendo effettuare il processo di glicolisi, vanno incontro a morte. Lo scopo della mia tesi è lo studio di una terapia per il dolore a base di anticorpi anti-trkA (MNAC13) e anti-NGF (aD11), i quali non permettono al NGF di trasdurre il segnale dolorifico, risultando quindi in una analgesia.
I test svolti sono fondamentalmente due: Incapacitance e Von Frey. Il primo mira a valutare il bilanciamento del peso corporeo sulle zampe posteriori, quindi in caso di asimmetria si deduce che il topo avverte dolore alla zampa su cui poggia meno. L’animale viene posto in una camera in plexiglas creata in modo tale che permetta l’appoggio delle zampe posteriori separatamente su due sensori di peso. Questo test viene effettuato prima dell’iniezione per poter definire una baseline e successivamente a 3,7,10,14,17,21 e 28 giorni dopo l’iniezione con il MIA.
Il secondo test, invece, valuta la risposta in seguito ad uno stimolo plantare. La forza impressa è relazionata al loro peso corporeo e a questa corrisponde un tempo di reazione, ossia il tempo che l’animale impiega a rispondere ritraendo la zampa. Anche per questo test viene definita una baseline e successivamente viene svolto con la stessa cadenza dell’Incapacitance.
Da una prima analisi dei risultati si nota un miglioramento nella postura assunta dal topo in seguito alla somministrazione di MNAC13 rispetto ai controlli iniettati solo con il MIA. Anche nel caso del Von Frey si nota un miglioramento nei trattati rispetto ai controlli, in quanto gli animali trattati con MNAC13 mostrano un tempo di reazione più lungo rispetto ai controlli iniettati con il MIA.
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