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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04292022-161855


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MORI, ELISA
URN
etd-04292022-161855
Titolo
Apparecchio di Herbst per il trattamento di II classe di Angle in pazienti normodivergenti ed iperdivergenti: effetti dento-scheletrici e controllo dell'ancoraggio mediante l'uso di miniviti ortodontiche
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Giuca, Maria Rita
correlatore Dott. Pasini, Marco
Parole chiave
  • miniviti ortodontiche
  • effetti dento-scheletrici
  • Apparecchio di Herbst
  • II classe di Angle
Data inizio appello
31/05/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Lo scopo di questo lavoro di tesi consiste nello studio degli effetti dento-scheletrici dell’apparecchio di Herbst per il trattamento di una malocclusione di II classe in pazienti in crescita, analizzando in particolare il controllo di questo tipo di ancoraggio scheletrico sulla proinclinazione degli incisivi inferiori e l’effetto di questo apparecchio sulla divergenza mandibolare a seconda del pattern di crescita normodivergente o iperdivergente.
La malocclusione di Seconda Classe si caratterizza per una discrepanza sul piano sagittale che può interessare la sola componente dentale, quella scheletrica (il mascellare superiore risulta più avanzato rispetto ai rapporti ideali che dovrebbe avere con la mandibola), oppure entrambe.
Da un punto di vista terapeutico esistono molte possibilità, che possono essere più o meno indicate a seconda del caso specifico.
Nei soggetti che hanno un potenziale di crescita residua, la terapia di scelta è solitamente quella ortopedico-funzionale che va ad agire sulla crescita delle ossa mascellari al fine di correggere la discrepanza sagittale.
Tra gli apparecchi funzionali di II classe, l’apparecchio di Herbst è uno dei più utilizzati.
E’ in grado di agire sia sulla componente dentale (distalizza gli elementi dell’arcata superiore e mesializza gli elementi dell’arcata inferiore), sia sulla componente scheletrica (stimola e direziona la crescita della mandibola ed inibisce la crescita del mascellare superiore).
Essendo un dispositivo fisso ha il vantaggio di non richiedere la compliance del paziente ed essere attivo per 24 ore al giorno, elementi che consentono una maggiore velocità e probabilità di risultato.
Di contro, un effetto indesiderato è la vestibolo-inclinazione degli incisivi inferiori, che si realizza per via delle forze esercitate dal dispositivo telescopico in basso ed in avanti.
Al fine di controllare lo sventagliamento degli incisivi inferiori, sono stati proposti nel tempo diversi meccanismi di ancoraggio, che purtroppo non si sono dimostrati sufficientemente efficaci. Più recentemente è stato introdotto l’uso di un ancoraggio scheletrico mediante miniviti ortodontiche (chiamate anche “mini-impianti ortodontici” o “miniscrew”), che sembra avere un migliore controllo di tale effetto.
In questo studio sperimentale è stata eseguita una valutazione in modalità retrospettiva in pazienti in età evolutiva trattati con l’apparecchio di Herbst.
Sono stati inclusi nello studio 54 pazienti con una II classe di Angle bilaterale trattata con apparecchio di Herbst.
Tutti i soggetti presentavano una dentizione mista tardiva o una dentizione permanente, non presentavano agenesie o perdita prematura di alcun elemento dentario.
L’apparecchio di Herbst MTH con splint acrilico si estendeva dal primo molare inferiore al primo molare inferiore controlaterale, e per rinforzare l’ancoraggio sono state posizionate due miniscrew a livello della giunzione mucogengivale o della gengiva aderente tra il primo molare mandibolare ed il secondo premolare mandibolare.
Una legatura metallica o una catena elastica (100 g) collegava le miniviti ai bottoni metallici incollati ai canini mandibolari su ogni lato. Le legature sono state riattivate ogni 30-60 giorni; le catene elastiche sono state sostituite ogni 30-60 giorni in modo da mantenere una forza di 100g.
I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi in normodivergenti ed iperdivergenti in relazione all’angolo cranio-mandibolare. Il gruppo normodivergente comprendeva 40 pazienti di cui 13F e 27M, l’età media era 11,6 anni ± 1,3 ed il periodo medio di trattamento era di 7,3 mesi ± 1,8.
Il gruppo iperdivergente comprendeva 14 pazienti di cui 12F e 2M, l’età media era 12 anni ± 1,7 ed il periodo medio di trattamento era 7,7 mesi ± 2,1.
L’analisi degli effetti dento-scheletrici dell’apparecchio di Herbst è stata eseguita su una teleradiografia latero-laterale pre-trattamento ed una teleradiografia post-trattamento.
Il metodo cefalometrico utilizzato è l’analisi SO (Sagittal Occlusal) secondo Pancherz modificata. A questa sono stati aggiunti altri tre parametri con lo scopo di valutare la divergenza mandibolare, l’inclinazione degli incisivi inferiori rispetto al piano mandibolare e la classe scheletrica.
La valutazione degli effetti della terapia è stata possibile applicando il metodo della sovrapposizione: dopo aver eseguito l’analisi cefalometrica sulla teleradiografia al T0, sono state utilizzate strutture craniche stabili (la sella turcica, l’inclinazione della retta SN, le cellule etmoidali) per allineare correttamente il tracciato cefalometrico al T0 sulla teleradiografia al T1. Sulla base di questa sovrapposizione, le misure ed i parametri dell’analisi di Pancherz sono stati condotti anche sulla teleradiografia al T1.
Il presente studio ha dimostrato l’efficacia dell’apparecchio di Herbst con miniviti nel controllare la perdita di ancoraggio in forma di proinclinazione degli incisivi inferiori in tutti i pazienti.
Sono state evidenziate delle differenze significative di risposta al trattamento a seconda del pattern di crescita mandibolare (normodivergente o iperdivergente) nella correzione della discrepanza scheletrica e della relazione molare, maggiori nel gruppo normodivergente rispetto al gruppo iperdivergente.
E’ stata inoltre osservata una significatività nell’ inclinazione dell’asse dell’incisivo inferiore rispetto al piano mandibolare nei due gruppi, maggiore nel gruppo iperdivergente rispetto al gruppo normodivergente.
Nel gruppo iperdivergente si sono verificati spostamenti dentali significativamente minori rispetto al gruppo normodivergente.
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