Tesi etd-04292022-150916 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
GAMBINI, MATTEO
URN
etd-04292022-150916
Titolo
Rimodellamento ventricolare sinistro in pazienti con ipertensione arteriosa di origine africana e caucasica provenienti da tre Paesi
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
correlatore Dott.ssa Buralli, Simona
correlatore Dott.ssa Buralli, Simona
Parole chiave
- differenze etniche
- ipertensione arteriosa
- rimodellamento ventricolare
Data inizio appello
24/05/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/05/2092
Riassunto
L’ipertensione arteriosa non adeguatamente controllata, dopo un periodo di tempo variabile tra soggetti diversi, è responsabile della determinazione del danno d’organo, il quale può manifestarsi a livello di diversi distretti, quelli principalmente coinvolti sono cuore, encefalo, arterie, reni ed occhi.
Il cuore è uno degli organi più interessati da questo fenomeno che, in tale sede, si presenta sostanzialmente sotto forma di rimodellamento del ventricolo sinistro.
Il rimodellamento cardiaco è un processo inizialmente adattativo che permette al cuore di mantenere la sua funzione in condizioni di sovraccarico di pressione, volume o danno cardiaco. Se tali alterazioni permangono nel tempo o addirittura si accentuano, il processo diventa maladattativo esponendo i pazienti ad una maggiore incidenza di patologie cardiovascolari maggiori.
L’esame di scelta per indagare il rimodellamento cardiaco è l’ecocardiografia, la quale permette di misurare in maniera molto attendibile tutti i valori necessari al calcolo di due parametri fondamentali per la valutazione complessiva del rimodellamento del ventricolo sinistro: la massa ventricolare sinistra indicizzata per la superficie corporea (LVMI) e lo spessore relativo di parete (RWT). Dall’integrazione dei valori ottenuti per questi due parametri si ottengono quattro possibili pattern geometrici di rimodellamento che sono pattern geometrico normale, rimodellamento concentrico, ipertrofia concentrica, ipertrofia eccentrica.
Dagli studi è emerso come alla base di queste alterazioni ci siano delle modificazioni a livello microscopico e microstrutturale principalmente a carico dei cardiomiociti, dello spazio interstiziale e del microcircolo coronarico. Tutti questi meccanismi sono mediati da alterazioni biochimiche e biomolecolari che si verificano in risposta ai valori elevati di pressione arteriosa. Oltre ad essa si è osservato che anche i fattori di rischio cardiovascolare e ambientale rivestono un ruolo importante nella definizione del rimodellamento cardiaco.
Dalla letteratura esistente è emerso che sussistono differenze etniche nel grado di rimodellamento cardiaco, e nello specifico che i soggetti di origine africana presentano valori generalmente più elevati di massa ventricolare e che abbiano la tendenza a sviluppare maggiormente pattern di rimodellamento concentrico o di ipertrofia concentrica rispetto ai caucasici, i quali preferenzialmente hanno un pattern geometrico normale od eventualmente un’ipertrofia di tipo eccentrico.
Negli studi classici questa situazione veniva attribuita solamente alle differenze nei fattori di rischio cardiovascolare che sussistono tra i vari gruppi etnici; è noto, infatti, che i soggetti di origine africana presentano un profilo di rischio cardiovascolare peggiore dei soggetti di origine caucasica.
Il nostro studio si pone su questo background ed ha come obiettivo quello di dimostrare come questa differenza che sussiste tra i vari gruppi etnici non sia unicamente riconducibile a differenze nei fattori di rischio cardiovascolare.
Abbiamo, dunque, deciso di condurre uno studio su quattro popolazioni (europei di origine africana, persone di origine africana residenti in Africa, persone caucasiche residenti nel Regno Unito e persone caucasiche residenti in Italia) provenienti da tre Paesi diversi (Regno Unito, Nigeria, Italia). Per ciascun campione considerato si sono misurati i valori di LVMI e RWT e tutta una serie di fattori di rischio cardiovascolare.
Confrontando i risultati ottenuti si è avuto conferma del fatto che i soggetti europei di origine africana presentavano valori più elevati di massa ventricolare, ma anche che questa stessa popolazione ha un profilo di rischio cardiovascolare più elevato rispetto agli altri campioni.
Si è dunque proceduto a confrontare LVMI dopo aggiustamento per i fattori di confondimento, che nello specifico nel nostro studio erano rappresentati dai fattori di rischio cardiovascolare e si è osservato che persisteva una differenza significativa nel valore della massa ventricolare tra i vari campioni.
Questo ci ha permesso di dimostrare come la differenza nei valori di massa ventricolare non possano essere riconducibili solamente a differenze nei fattori di rischio cardiovascolare, ma un ruolo importante deve essere rivestito anche dalla genetica e dal come questi due elementi appena citati interagiscano con l’ambiente in cui vivono le diverse popolazioni.
Un’altra cosa che si è voluta indagare con il nostro studio è la differenza nel pattern di rimodellamento tra i vari campioni. Il risultato ottenuto è stato che le popolazioni di origine africana (sia quella africana residente in Africa, sia quella africana residente in Europa) manifestano tendenza a sviluppare rimodellamento concentrico e ipertrofia concentrica, rispetto alle popolazioni caucasiche nel Regno Unito e in Italia, le quali invece presentano soprattutto geometria normale o in caso di ipertrofia, pattern di rimodellamento di tipo eccentrico.
Da questo si è potuto concludere come anche in questo caso la genetica rivesta un ruolo determinante nella definizione del pattern di rimodellamento a cui vanno incontro gruppi di popolazione che differiscono per l’etnia.
Il cuore è uno degli organi più interessati da questo fenomeno che, in tale sede, si presenta sostanzialmente sotto forma di rimodellamento del ventricolo sinistro.
Il rimodellamento cardiaco è un processo inizialmente adattativo che permette al cuore di mantenere la sua funzione in condizioni di sovraccarico di pressione, volume o danno cardiaco. Se tali alterazioni permangono nel tempo o addirittura si accentuano, il processo diventa maladattativo esponendo i pazienti ad una maggiore incidenza di patologie cardiovascolari maggiori.
L’esame di scelta per indagare il rimodellamento cardiaco è l’ecocardiografia, la quale permette di misurare in maniera molto attendibile tutti i valori necessari al calcolo di due parametri fondamentali per la valutazione complessiva del rimodellamento del ventricolo sinistro: la massa ventricolare sinistra indicizzata per la superficie corporea (LVMI) e lo spessore relativo di parete (RWT). Dall’integrazione dei valori ottenuti per questi due parametri si ottengono quattro possibili pattern geometrici di rimodellamento che sono pattern geometrico normale, rimodellamento concentrico, ipertrofia concentrica, ipertrofia eccentrica.
Dagli studi è emerso come alla base di queste alterazioni ci siano delle modificazioni a livello microscopico e microstrutturale principalmente a carico dei cardiomiociti, dello spazio interstiziale e del microcircolo coronarico. Tutti questi meccanismi sono mediati da alterazioni biochimiche e biomolecolari che si verificano in risposta ai valori elevati di pressione arteriosa. Oltre ad essa si è osservato che anche i fattori di rischio cardiovascolare e ambientale rivestono un ruolo importante nella definizione del rimodellamento cardiaco.
Dalla letteratura esistente è emerso che sussistono differenze etniche nel grado di rimodellamento cardiaco, e nello specifico che i soggetti di origine africana presentano valori generalmente più elevati di massa ventricolare e che abbiano la tendenza a sviluppare maggiormente pattern di rimodellamento concentrico o di ipertrofia concentrica rispetto ai caucasici, i quali preferenzialmente hanno un pattern geometrico normale od eventualmente un’ipertrofia di tipo eccentrico.
Negli studi classici questa situazione veniva attribuita solamente alle differenze nei fattori di rischio cardiovascolare che sussistono tra i vari gruppi etnici; è noto, infatti, che i soggetti di origine africana presentano un profilo di rischio cardiovascolare peggiore dei soggetti di origine caucasica.
Il nostro studio si pone su questo background ed ha come obiettivo quello di dimostrare come questa differenza che sussiste tra i vari gruppi etnici non sia unicamente riconducibile a differenze nei fattori di rischio cardiovascolare.
Abbiamo, dunque, deciso di condurre uno studio su quattro popolazioni (europei di origine africana, persone di origine africana residenti in Africa, persone caucasiche residenti nel Regno Unito e persone caucasiche residenti in Italia) provenienti da tre Paesi diversi (Regno Unito, Nigeria, Italia). Per ciascun campione considerato si sono misurati i valori di LVMI e RWT e tutta una serie di fattori di rischio cardiovascolare.
Confrontando i risultati ottenuti si è avuto conferma del fatto che i soggetti europei di origine africana presentavano valori più elevati di massa ventricolare, ma anche che questa stessa popolazione ha un profilo di rischio cardiovascolare più elevato rispetto agli altri campioni.
Si è dunque proceduto a confrontare LVMI dopo aggiustamento per i fattori di confondimento, che nello specifico nel nostro studio erano rappresentati dai fattori di rischio cardiovascolare e si è osservato che persisteva una differenza significativa nel valore della massa ventricolare tra i vari campioni.
Questo ci ha permesso di dimostrare come la differenza nei valori di massa ventricolare non possano essere riconducibili solamente a differenze nei fattori di rischio cardiovascolare, ma un ruolo importante deve essere rivestito anche dalla genetica e dal come questi due elementi appena citati interagiscano con l’ambiente in cui vivono le diverse popolazioni.
Un’altra cosa che si è voluta indagare con il nostro studio è la differenza nel pattern di rimodellamento tra i vari campioni. Il risultato ottenuto è stato che le popolazioni di origine africana (sia quella africana residente in Africa, sia quella africana residente in Europa) manifestano tendenza a sviluppare rimodellamento concentrico e ipertrofia concentrica, rispetto alle popolazioni caucasiche nel Regno Unito e in Italia, le quali invece presentano soprattutto geometria normale o in caso di ipertrofia, pattern di rimodellamento di tipo eccentrico.
Da questo si è potuto concludere come anche in questo caso la genetica rivesta un ruolo determinante nella definizione del pattern di rimodellamento a cui vanno incontro gruppi di popolazione che differiscono per l’etnia.
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