Tesi etd-04292022-122831 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LUPIA, MARTINA
URN
etd-04292022-122831
Titolo
RUOLO DEL NUTRIZIONISTA NELLA GESTIONE DEI PAZIENTI CON DIAGNOSI DI FIBROMIALGIA
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof.ssa Gargini, Maria Claudia
relatore Dott.ssa Piano, Ilaria
relatore Dott.ssa Piano, Ilaria
Parole chiave
- approcci nutrizionali
- dieta gluten-free
- dieta low fodmap
- fibromialgia
- nutrizione
Data inizio appello
25/05/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
25/05/2062
Riassunto
Il dolore muscolo – scheletrico generalizzato costituisce uno degli aspetti caratteristici della sindrome fibromialgica (FMS). Tale condizione, considerata una malattia reumatica idiopatica e multifattoriale, si associa a senso di tensione e rigidità a carico di muscoli, tessuti molli, legamenti ed inserzioni tendinee. Tuttavia, sembra non causare una deformità delle strutture articolari.
I pazienti riferiscono una vasta gamma di sintomi quali astenia, disturbi del sonno, cefalee, sindrome dell’intestino irritabile, ipersensibilità cutanee, inefficienza dell’apparato genitourinario e deterioramento cognitivo, tali da conferire alla malattia una caratterizzazione sistemica.
Nonostante la sua considerevole diffusione nella popolazione, le cause della fibromialgia sono attualmente poco chiare, tanto da rendere complesse le stesse procedure diagnostiche.
Le recenti linee guida suggeriscono un approccio multidisciplinare per il trattamento di una patologia così complessa che possa combinare la terapia farmacologica ad un cambiamento dello stile di vita del paziente, relativo soprattutto a delle corrette abitudini alimentari.
Un’alimentazione varia ed equilibrata è fondamentale per tutelare la salute e migliorare il decorso di malattie croniche e su base infiammatoria come la fibromialgia. Sono stati descritti deficit nutrizionali nei pazienti con FMS e sono stati dimostrati i benefici di una dieta specifica a basso contenuto di Fodmaps con l’obiettivo di contrastare i meccanismi pro-infiammatori.
Nella sindrome fibromialgica è inoltre importante il controllo dell’eccesso ponderale: sovrappeso e obesità sono spesso presenti in questi pazienti e sono correlati ad un sovraccarico per le articolazioni di sostegno e ad una maggiore sensibilità al dolore e all’affaticamento. Tuttavia, preservare un peso ottimale sembrerebbe anche associato alla stabilità del microbiota e al mantenimento dell’effetto barriera intestinale.
Le evidenze scientifiche riportano come la perdita dell’integrità di barriera sia collegata all’alterazione dell’asse brain – gut e, di conseguenza, al passaggio più agevole di molecole potenzialmente tossiche ed infiammatorie in circolo, tali da esacerbare i sintomi.
Anche l’eliminazione del glutine dalla dieta rappresenta un potenziale intervento nutrizionale per il miglioramento clinico della malattia poiché la celiachia e la sensibilità al glutine non celiaca sono sempre più riconosciute come condizioni frequenti con manifestazioni che si sovrappongono a quelle della FMS.
In assenza di una soluzione nutrizionale univoca, gli studi ad oggi effettuati identificano nell’alimentazione un ruolo sinergico e di supporto al trattamento farmacologico.
Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare, sulla base di quanto riportato in letteratura ed in maniera critica, il ruolo di diversi approcci nutrizionali nella gestione dei pazienti con diagnosi di fibromialgia.
I pazienti riferiscono una vasta gamma di sintomi quali astenia, disturbi del sonno, cefalee, sindrome dell’intestino irritabile, ipersensibilità cutanee, inefficienza dell’apparato genitourinario e deterioramento cognitivo, tali da conferire alla malattia una caratterizzazione sistemica.
Nonostante la sua considerevole diffusione nella popolazione, le cause della fibromialgia sono attualmente poco chiare, tanto da rendere complesse le stesse procedure diagnostiche.
Le recenti linee guida suggeriscono un approccio multidisciplinare per il trattamento di una patologia così complessa che possa combinare la terapia farmacologica ad un cambiamento dello stile di vita del paziente, relativo soprattutto a delle corrette abitudini alimentari.
Un’alimentazione varia ed equilibrata è fondamentale per tutelare la salute e migliorare il decorso di malattie croniche e su base infiammatoria come la fibromialgia. Sono stati descritti deficit nutrizionali nei pazienti con FMS e sono stati dimostrati i benefici di una dieta specifica a basso contenuto di Fodmaps con l’obiettivo di contrastare i meccanismi pro-infiammatori.
Nella sindrome fibromialgica è inoltre importante il controllo dell’eccesso ponderale: sovrappeso e obesità sono spesso presenti in questi pazienti e sono correlati ad un sovraccarico per le articolazioni di sostegno e ad una maggiore sensibilità al dolore e all’affaticamento. Tuttavia, preservare un peso ottimale sembrerebbe anche associato alla stabilità del microbiota e al mantenimento dell’effetto barriera intestinale.
Le evidenze scientifiche riportano come la perdita dell’integrità di barriera sia collegata all’alterazione dell’asse brain – gut e, di conseguenza, al passaggio più agevole di molecole potenzialmente tossiche ed infiammatorie in circolo, tali da esacerbare i sintomi.
Anche l’eliminazione del glutine dalla dieta rappresenta un potenziale intervento nutrizionale per il miglioramento clinico della malattia poiché la celiachia e la sensibilità al glutine non celiaca sono sempre più riconosciute come condizioni frequenti con manifestazioni che si sovrappongono a quelle della FMS.
In assenza di una soluzione nutrizionale univoca, gli studi ad oggi effettuati identificano nell’alimentazione un ruolo sinergico e di supporto al trattamento farmacologico.
Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare, sulla base di quanto riportato in letteratura ed in maniera critica, il ruolo di diversi approcci nutrizionali nella gestione dei pazienti con diagnosi di fibromialgia.
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