Tesi etd-04292021-180821 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ARRIGHI, CATERINA
URN
etd-04292021-180821
Titolo
Rodolfo Lacquaniti e l'Upcycled Art
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Cortesini, Sergio
Parole chiave
- arte di riciclo
- Rodolfo Lacquaniti
- Upcycled Art
- upcycling
Data inizio appello
28/05/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/05/2091
Riassunto
Questa tesi analizza in particolare il lavoro di Rodolfo Lacquaniti, nel cui operare convergono due ambiti di produzione estetica: il dispositivo del giardino d’artista e il cosiddetto upcycling estetico dei rifiuti del consumo.
Laureato alla Facoltà di Architettura di Firenze nel 1980, agli inizi degli anni Novanta Lacquaniti ha abbracciato i canoni della bioarchitettura. Nel 2002 egli ha deciso di non continuare la professione per cui aveva studiato, per dedicarsi al suo sogno di diventare un artista. In quell’anno, Lacquaniti si è trasferito, con la moglie e la figlia, a Castiglione della Pescaia acquistando un podere che, oltre a diventare la loro attuale abitazione e un agriturismo a conduzione familiare, ospita il giardino d’artista chiamato Viaggio di Ritorno dove Lacquaniti pone le installazioni create da lui. L’elemento che accomuna tutte le sue opere è l’utilizzo degli “scarti”, non usando mai la parola “rifiuti”, considerata dispregiativa. Quello che fa Lacquaniti è un’arte di riuso e di riciclo perché trova affascinante il “viaggio” che hanno fatto quegli oggetti prima di arrivare a lui, e ai quali ha potuto dare nuova vita creando qualcosa di diverso e meraviglioso: arte.
La mia tesi sarà divisa principalmente in due parti, anche se entrambe si concentreranno sul cercare quali elementi caratterizzano il pensiero di questo artista, in particolare il progetto sostenibile che Rodolfo Lacquaniti mette in atto nel suo giardino con le sue opere d’arte.
Nel primo capitolo cercherò di fare alcune ipotesi su come sia nata in lui la volontà di dedicarsi all’arte con il principio etico di salvaguardia ambientale attraverso il riuso. Per questo motivo, analizzerò la sua vita in particolare la svolta da architetto ad artista e i suoi progetti precedenti come ad esempio Cento Artisti per Sarajevo e The Garbage Revolution. Poi parlerò del giardino Viaggio di Ritorno con le sue creazioni, facendo riflessioni e confronti con altre opere di altri artisti ed analizzando il suo pensiero critico verso alcuni materiali usati nell’arte, “condannandoli” perché ritenuti dannosi per la nostra salute e quella dell’ambiente.
Mi concentrerò sul contesto storico di Firenze, città frequentata dall’artista negli anni ’70 per motivi universitari, in particolare analizzando il movimento architettonico denominato radical con i suoi maggiori cinque esponenti (Archizoom, Superstudio, Gruppo 9999, UFO, Zziggurat) nati all’interno della Facoltà di Architettura alla fine degli anni Sessanta, valutando una possibile influenza sull’artista. Analizzerò anche due dei professori che hanno tenuto corsi presso la Facoltà di Architettura, frequentati anche da Lacquaniti e rimasti impressi nella sua mente: il designer e architetto Roberto Segoni che insegnava Composizione I e Plastica Ornamentale e lo storico dell’arte Eugenio Battisti che insegnava Storia dell’architettura; infine un accenno ai principi della bioarchitettura, disciplina che Lacquaniti ha appreso seguendo i corsi dell’INBAR (Istituto Nazionale della Bioarchitettura).
Successivamente farò una piccola introduzione, che esula da Lacquaniti, su come sia nata l’idea, in alcuni artisti, di utilizzare il giardino come nuovo luogo di esposizione “uscendo” dal tradizionale museo con un breve excursus storico, concentrandomi sulla corrente artistica americana Land Art e quella europea Art in Nature e lo scontro tra le due. Quindi analizzerò la Maremma Grossetana, zona dove è presente il giardino Viaggio di Ritorno, ma precedentemente scelta anche da altri artisti per i loro giardini: Hic terminus haeret di Daniel Spoerri, Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle e il Giardino dei Suoni di Paul Fuchs, da me visitati nell’ottobre 2020. Esaminerò se Rodolfo Lacquaniti può essere stato influenzato anche da questi luoghi, in particolare evidenziando la loro concezione della natura.
Nel capitolo successivo invece mi concentrerò sul concetto di riciclo.
Nel primo paragrafo, analizzerò il concetto di “decrescita” sostenuto da Serge Latouche, dopo di che affronterò il concetto di economia circolare e di upcycling che è un modello economico basato sul riciclo dei nostri stessi rifiuti in cicli chiusi, realizzando così prodotti di lunga durata e con possibilità di riciclo infinito, ottenendo un oggetto di valore maggiore rispetto al materiale originale. Una caratteristica importante dell’upcycling è quella di poter essere applicato a diverse discipline
come l’arredamento di interni ed esterni, l’abbigliamento, la gioielleria, l’oggettistica ma soprattutto l’arte.
Nel secondo paragrafo mi soffermerò sulla corrente artistica che utilizza appunto l’upcycling, denominata Upcycled Art di cui considero Rodolfo Lacquaniti un esponente, portando delle motivazioni a riguardo. Inoltre analizzerò alcuni upcycled artists internazionali come Yuken Teruya e Ian Berry.
Alla fine esaminerò la situazione in Italia descrivendo festival (RIscARTI a Roma) e mostre (mostra itinerante RiArtEco) caratterizzati dal tema upcycling per poi parlare di alcuni upcycled artists italiani come Annarita Serra, Enrica Borghi e Raffaele Cornaggia, analizzando il loro pensiero artistico e alcune loro opere, facendo un confronto con l’artista preso in esame nella mia tesi.
Laureato alla Facoltà di Architettura di Firenze nel 1980, agli inizi degli anni Novanta Lacquaniti ha abbracciato i canoni della bioarchitettura. Nel 2002 egli ha deciso di non continuare la professione per cui aveva studiato, per dedicarsi al suo sogno di diventare un artista. In quell’anno, Lacquaniti si è trasferito, con la moglie e la figlia, a Castiglione della Pescaia acquistando un podere che, oltre a diventare la loro attuale abitazione e un agriturismo a conduzione familiare, ospita il giardino d’artista chiamato Viaggio di Ritorno dove Lacquaniti pone le installazioni create da lui. L’elemento che accomuna tutte le sue opere è l’utilizzo degli “scarti”, non usando mai la parola “rifiuti”, considerata dispregiativa. Quello che fa Lacquaniti è un’arte di riuso e di riciclo perché trova affascinante il “viaggio” che hanno fatto quegli oggetti prima di arrivare a lui, e ai quali ha potuto dare nuova vita creando qualcosa di diverso e meraviglioso: arte.
La mia tesi sarà divisa principalmente in due parti, anche se entrambe si concentreranno sul cercare quali elementi caratterizzano il pensiero di questo artista, in particolare il progetto sostenibile che Rodolfo Lacquaniti mette in atto nel suo giardino con le sue opere d’arte.
Nel primo capitolo cercherò di fare alcune ipotesi su come sia nata in lui la volontà di dedicarsi all’arte con il principio etico di salvaguardia ambientale attraverso il riuso. Per questo motivo, analizzerò la sua vita in particolare la svolta da architetto ad artista e i suoi progetti precedenti come ad esempio Cento Artisti per Sarajevo e The Garbage Revolution. Poi parlerò del giardino Viaggio di Ritorno con le sue creazioni, facendo riflessioni e confronti con altre opere di altri artisti ed analizzando il suo pensiero critico verso alcuni materiali usati nell’arte, “condannandoli” perché ritenuti dannosi per la nostra salute e quella dell’ambiente.
Mi concentrerò sul contesto storico di Firenze, città frequentata dall’artista negli anni ’70 per motivi universitari, in particolare analizzando il movimento architettonico denominato radical con i suoi maggiori cinque esponenti (Archizoom, Superstudio, Gruppo 9999, UFO, Zziggurat) nati all’interno della Facoltà di Architettura alla fine degli anni Sessanta, valutando una possibile influenza sull’artista. Analizzerò anche due dei professori che hanno tenuto corsi presso la Facoltà di Architettura, frequentati anche da Lacquaniti e rimasti impressi nella sua mente: il designer e architetto Roberto Segoni che insegnava Composizione I e Plastica Ornamentale e lo storico dell’arte Eugenio Battisti che insegnava Storia dell’architettura; infine un accenno ai principi della bioarchitettura, disciplina che Lacquaniti ha appreso seguendo i corsi dell’INBAR (Istituto Nazionale della Bioarchitettura).
Successivamente farò una piccola introduzione, che esula da Lacquaniti, su come sia nata l’idea, in alcuni artisti, di utilizzare il giardino come nuovo luogo di esposizione “uscendo” dal tradizionale museo con un breve excursus storico, concentrandomi sulla corrente artistica americana Land Art e quella europea Art in Nature e lo scontro tra le due. Quindi analizzerò la Maremma Grossetana, zona dove è presente il giardino Viaggio di Ritorno, ma precedentemente scelta anche da altri artisti per i loro giardini: Hic terminus haeret di Daniel Spoerri, Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle e il Giardino dei Suoni di Paul Fuchs, da me visitati nell’ottobre 2020. Esaminerò se Rodolfo Lacquaniti può essere stato influenzato anche da questi luoghi, in particolare evidenziando la loro concezione della natura.
Nel capitolo successivo invece mi concentrerò sul concetto di riciclo.
Nel primo paragrafo, analizzerò il concetto di “decrescita” sostenuto da Serge Latouche, dopo di che affronterò il concetto di economia circolare e di upcycling che è un modello economico basato sul riciclo dei nostri stessi rifiuti in cicli chiusi, realizzando così prodotti di lunga durata e con possibilità di riciclo infinito, ottenendo un oggetto di valore maggiore rispetto al materiale originale. Una caratteristica importante dell’upcycling è quella di poter essere applicato a diverse discipline
come l’arredamento di interni ed esterni, l’abbigliamento, la gioielleria, l’oggettistica ma soprattutto l’arte.
Nel secondo paragrafo mi soffermerò sulla corrente artistica che utilizza appunto l’upcycling, denominata Upcycled Art di cui considero Rodolfo Lacquaniti un esponente, portando delle motivazioni a riguardo. Inoltre analizzerò alcuni upcycled artists internazionali come Yuken Teruya e Ian Berry.
Alla fine esaminerò la situazione in Italia descrivendo festival (RIscARTI a Roma) e mostre (mostra itinerante RiArtEco) caratterizzati dal tema upcycling per poi parlare di alcuni upcycled artists italiani come Annarita Serra, Enrica Borghi e Raffaele Cornaggia, analizzando il loro pensiero artistico e alcune loro opere, facendo un confronto con l’artista preso in esame nella mia tesi.
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