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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04292015-191811


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FADDA, GIORGIA
URN
etd-04292015-191811
Titolo
L'UNIVERSALISMO SELETTIVO E I PRINCIPI CARDINE DELLA PROFESSIONE DELL'ASSISTENTE SOCIALE Il Welfare italiano tra prova dei mezzi e promozione dell'utenza
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Ruggeri, Fedele
Parole chiave
  • categorizzazione
  • commissione Onofri
  • empowerment
  • esclusione
  • ISEE
  • povertà
  • prova dei mezzi
  • selettività
  • universalismo
  • Welfare Generativo
  • Welfare State italiano
Data inizio appello
18/05/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel corso della storia dell'assistenza, il sistema di politiche sociali italiano, si è evoluto verso la programmazione di prestazioni sociali diversificate tra loro in base alle problematiche e alle condizioni di vita dei destinatari. All'idea di dare tutto a tutti si è sostituita l'idea di dare a chi ne ha bisogno, attraverso un “dare” che non è aiuto solidaristico e pura carità, ma è un “dare” razionale con logica e programmazione.
Oggi, la Legge 328/2000 disciplina il “Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali”. Ad essa è attribuito il merito del superamento dell'approccio categoriale nell'affrontare le situazioni di svantaggio e fragilità e di aver dato legittimità all'universalismo selettivo quale criterio cardine da utilizzare per la programmazione dei servizi e delle prestazioni sociali. Si tratta di una figura rettorica, più precisamente di un ossimoro, che accosta due termini di senso contrario e in forte antitesi tra loro: l'universalismo e la selettività. Entrambi saranno confrontati con i principi cardine di una professione sociale, quale quella dell'assistente sociale, caratterizzata da una precisa forma mentis e vincolata da un solido Codice Deontologico in cui sono racchiusi valori e atteggiamenti frutto di anni di conquiste e lotte di un lavoro messo in continua discussione.
Partendo dal presupposto che esistono eterogenee forme di bisogno, svantaggio, problema vissute dall'utenza, sia essa individuo, gruppo o comunità, si pongono forti problemi in termini di misurabilità del bisogno per selezionare i beneficiari degli interventi sociali, rischiando ricadute verso modalità d'azione assistenzialistiche, categoriali e frammentate.
Così data la difficoltà di individuazione di strumenti standard per la misurazione del bisogno, gli operatori sociali, all'interno di un contesto organizzativo e programmatico fortemente stratificato, articolato e spesso vincolante, possono ricorrere ai principi e ai valori cardine della professione, come l'autodeterminazione, l'autorealizzazione, la valorizzazione delle potenzialità e dell'autonomia dei destinatari.
Occorre allora capire se, nel sistema di Welfare attuale, l'equilibrio tra rigidità dei sistemi di selezione e organizzazione burocratica e amministrativa delle prestazioni, la promozione dell'utente e il rispetto della propria capacità di determinarsi sia ipotizzato e realizzato in modo funzionale.
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