Tesi etd-04292011-143031 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
PETRICCIUOLO, SERENA
URN
etd-04292011-143031
Titolo
Indicazioni e risultati del trattamento interventistico nel bambino, nell'adolescente e nell'adulto con coartazione aortica
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Mariotti, Rita
Parole chiave
- angioplastica
- cardiopatie congenite negli adulti
- pressione arteriosa
- stenting
Data inizio appello
17/05/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/05/2051
Riassunto
La coartazione aortica è una malformazione congenita dell’aorta e rappresenta la causa più frequente di ipertensione arteriosa secondaria in età pediatrica e una delle cause più frequenti di scompenso cardiaco nel neonato. Le problematiche legate soprattutto all’elevata incidenza di complicanze a medio e lungo termine, nei pazienti sottoposti alla chirurgia, hanno indotto un crescente interesse verso la angioplastica con pallone e lo stenting. Esiste, infatti, un ampio spettro di presentazione anatomo-clinica della coartazione aortica e la risposta dei singoli pazienti al trattamento può essere molto diversa nei bambini, adolescenti e adulti.
Lo scopo del nostro studio è stato di valutare le indicazioni e i risultati a medio e lungo termine del trattamento interventistico nella coartazione aortica in pazienti con coartazione nativa e ricoartazione attraverso l’analisi di pazienti sottoposti ad angioplastica con pallone e angioplastica con stent presso il reparto di cardiologia pediatrica GUCH dell’ Ospedale Pediatrico Apuano (OPA) G. Pasquinucci di Massa.
Dal 18 Novembre 1989 al 4 Aprile 2011, 119 pazienti sono stati sottoposti a 141 procedure interventistiche per il trattamento di coartazione aortica nativa in 46 casi(32,6%) o ricoartazione in 95 (67,3%).
La mediana delle età dei pazienti al momento della procedura era di 6 anni, con un range compreso tra 1 mese e 67,3 anni. Ai pazienti era stata posta indicazione alle terapia interventistica in presenza di: un gradiente pressorio tra arti superiori e arti inferiori >20mmHg; ipertensione arteriosa; segni di sovraccarico ventricolare sinistro; evidenza di ostruzione anatomica all’immaging : eco e/o RM.
122 (86,5%) procedure in totale si sono concluse con un successo immediato. Il parametro emodinamico usato per definire il successo terapeutico immediato è stato un gradiente trans istmico minore di 20 mmHg.
Dei 17 (14,28%) pazienti in cui la procedura è stata inefficace nell’immediato, per 8 (47% degli insuccessi) è stato pianificato l’intervento chirurgico, per 9 lo stenting (53% degli insuccessi).
La durata media del follow-up è di 62 mesi. Durante il follow-up, 4 pazienti sono deceduti per cause correlate alla patologia associata.
Escludendo i pazienti deceduti e le terapie interventistiche con esito immediato di insuccesso, sono state studiati i risultati a distanza degli altri 118 (83,6%) trattamenti. In 25 (21,2%) procedure è stata riscontrata una ristenosi, definita come gradiente tra la pressione misurata agli arti superiori e quella misurata agli arti inferiori ≥20mmHg, iposfigmia dei polsi femorali rispetto ai radiali, sospetto di stenosi dello stent alla RM. A seguito della diagnosi di ristenosi, l’indicazione è stata in 10 (40%) casi alla chirurgia, in 15 (60%) ad un successivo trattamento interventistico. La media del tempo trascorso fra la diagnosi di ristenosi e il successivo trattamento interventistico è stato 4,6 anni.
Oltre al numero di procedure con ristenosi, nello studio dei risultati a distanza è stata valutata l’incidenza di:aneurismi(in nessun caso); frattura dello stent (in 3 pazienti trattati mediante CP stent 1° generazione); ipertensione arteriosa (in 13 pazienti, stabilita con i medesimi criteri precedentemente riportati).
Per completare la valutazione dei risultati a lungo termine delle procedure in studio, abbiamo valutato le variazioni della pressione arteriosa, prima dell’angioplastica con pallone e poi di quella con stent. A tal fine, è stata selezionata una coorte di pazienti con i seguenti requisiti: età maggiore di un anno al momento della procedura, risultato di successo terapeutico immediato, non sottoposti a trattamento chirurgico o interventistico per ricoartazione aortica durante il follow-up, non deceduti durante il follow-up.
Abbiamo rilevato una riduzione del numero di ipertesi del 20-40% rispetto al valore precedente alla procedura. Il 18% (p<0,001) dei pazienti era iperteso a distanza, più precisamente il 20% (p<0,002) del totale di pazienti sottoposti a terapia interventistica tra 1 e 18 anni e il 6,7% (p<0,0002) di quelli trattati dopo i 18 anni.
Dalla nostra analisi, quindi, abbiamo concluso che l’interventistica oggi è una valida alternativa alla chirurgia e i risultati immediati, a medio e lungo termine sono migliori nei pazienti trattati con angioplastica con stent. In particolar modo, dal confronto dei risultati nelle fasce di età in studio, è emerso che i pazienti trattati in età adolescenziale ottengono i migliori benefici in termini di riduzione della pressione arteriosa sistemica basale e sotto sforzo.
Lo scopo del nostro studio è stato di valutare le indicazioni e i risultati a medio e lungo termine del trattamento interventistico nella coartazione aortica in pazienti con coartazione nativa e ricoartazione attraverso l’analisi di pazienti sottoposti ad angioplastica con pallone e angioplastica con stent presso il reparto di cardiologia pediatrica GUCH dell’ Ospedale Pediatrico Apuano (OPA) G. Pasquinucci di Massa.
Dal 18 Novembre 1989 al 4 Aprile 2011, 119 pazienti sono stati sottoposti a 141 procedure interventistiche per il trattamento di coartazione aortica nativa in 46 casi(32,6%) o ricoartazione in 95 (67,3%).
La mediana delle età dei pazienti al momento della procedura era di 6 anni, con un range compreso tra 1 mese e 67,3 anni. Ai pazienti era stata posta indicazione alle terapia interventistica in presenza di: un gradiente pressorio tra arti superiori e arti inferiori >20mmHg; ipertensione arteriosa; segni di sovraccarico ventricolare sinistro; evidenza di ostruzione anatomica all’immaging : eco e/o RM.
122 (86,5%) procedure in totale si sono concluse con un successo immediato. Il parametro emodinamico usato per definire il successo terapeutico immediato è stato un gradiente trans istmico minore di 20 mmHg.
Dei 17 (14,28%) pazienti in cui la procedura è stata inefficace nell’immediato, per 8 (47% degli insuccessi) è stato pianificato l’intervento chirurgico, per 9 lo stenting (53% degli insuccessi).
La durata media del follow-up è di 62 mesi. Durante il follow-up, 4 pazienti sono deceduti per cause correlate alla patologia associata.
Escludendo i pazienti deceduti e le terapie interventistiche con esito immediato di insuccesso, sono state studiati i risultati a distanza degli altri 118 (83,6%) trattamenti. In 25 (21,2%) procedure è stata riscontrata una ristenosi, definita come gradiente tra la pressione misurata agli arti superiori e quella misurata agli arti inferiori ≥20mmHg, iposfigmia dei polsi femorali rispetto ai radiali, sospetto di stenosi dello stent alla RM. A seguito della diagnosi di ristenosi, l’indicazione è stata in 10 (40%) casi alla chirurgia, in 15 (60%) ad un successivo trattamento interventistico. La media del tempo trascorso fra la diagnosi di ristenosi e il successivo trattamento interventistico è stato 4,6 anni.
Oltre al numero di procedure con ristenosi, nello studio dei risultati a distanza è stata valutata l’incidenza di:aneurismi(in nessun caso); frattura dello stent (in 3 pazienti trattati mediante CP stent 1° generazione); ipertensione arteriosa (in 13 pazienti, stabilita con i medesimi criteri precedentemente riportati).
Per completare la valutazione dei risultati a lungo termine delle procedure in studio, abbiamo valutato le variazioni della pressione arteriosa, prima dell’angioplastica con pallone e poi di quella con stent. A tal fine, è stata selezionata una coorte di pazienti con i seguenti requisiti: età maggiore di un anno al momento della procedura, risultato di successo terapeutico immediato, non sottoposti a trattamento chirurgico o interventistico per ricoartazione aortica durante il follow-up, non deceduti durante il follow-up.
Abbiamo rilevato una riduzione del numero di ipertesi del 20-40% rispetto al valore precedente alla procedura. Il 18% (p<0,001) dei pazienti era iperteso a distanza, più precisamente il 20% (p<0,002) del totale di pazienti sottoposti a terapia interventistica tra 1 e 18 anni e il 6,7% (p<0,0002) di quelli trattati dopo i 18 anni.
Dalla nostra analisi, quindi, abbiamo concluso che l’interventistica oggi è una valida alternativa alla chirurgia e i risultati immediati, a medio e lungo termine sono migliori nei pazienti trattati con angioplastica con stent. In particolar modo, dal confronto dei risultati nelle fasce di età in studio, è emerso che i pazienti trattati in età adolescenziale ottengono i migliori benefici in termini di riduzione della pressione arteriosa sistemica basale e sotto sforzo.
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