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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04282023-151819


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ONORATO, ANDREA
URN
etd-04282023-151819
Titolo
FIBROMIALGIA E NUTRIZIONE : DALLA PATOGENESI AI DIVERSI APPROCCI NUTRIZIONALI ed IL RUOLO DEL NUTRIZIONISTA NELLA GESTIONE DEI PAZIENTI.
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof.ssa Ferrari, Silvia Martina
relatore Prof.ssa La Motta, Concettina
Parole chiave
  • Fibromialgia
  • nutrizione
  • microbiota
  • approcci nutrizionali
  • dieta anti-infiammatoria
  • Fibromyalgia
  • nutrition
  • microbiota
  • nutritional approaches
  • anti-inflammatory diet
Data inizio appello
24/05/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/05/2093
Riassunto
La Fibromialgia (FM) è una sindrome multi-fattoriale ad eziologia sconosciuta, caratterizzata da dolore cronico diffuso e da varie manifestazioni fisico/somatiche e psicologiche. La gestione della FM richiede un approccio multidisciplinare che combina strategie farmacologiche e non farmacologiche. Tra le strategie non farmacologiche, un’evidenza crescente suggerisce un potenziale ruolo benefico dell’alimentazione.

Scopo di questa tesi è quello di andare a valutare in maniera critica, sulla base delle evidenze scientifiche disponibili in letteratura, i possibili ruoli dell’alimentazione nel paziente con diagnosi di Fibromialgia.

In tante patologie croniche con una base infiammatoria, come in questo caso nella Fibromialgia, l’alimentazione è un problema che non era mai stato preso in considerazione, considerandolo irrilevante, fino al momento in cui non è stato evidenziato il ruolo specifico di alcuni alimenti come fattore scatenante dell’infiammazione. Infatti, fino a qualche decennio fa, non erano disponibili protocolli nutrizionali e quindi evidenze che dimostrassero come un regime alimentare/dietetico mirato potesse in qualche modo migliorare il benessere e la qualità della vita dei pazienti affetti da questa patologia.

Sono diversi anni, invece, che vengono pubblicati lavori e studi sul beneficio di una corretta dieta o alimentazione, sia essa basata, per esempio, sul ridurre l’apporto di grassi saturi e carboidrati raffinati, o sia essa basata sull’eliminazione di componenti pro-infiammatori contenuti in determinati alimenti.

Questo elaborato riassume la possibile relazione tra FM e alimentazione, esplorando le prove disponibili sull’effetto degli integratori alimentari e degli interventi dietetici in questi pazienti. L’analisi della letteratura ha dimostrato che il ruolo degli integratori alimentari rimane controverso, anche se gli studi clinici condotti con l’integrazione di vitamina D, magnesio, ferro e probiotici mostrano risultati promettenti. Per quanto riguarda gli interventi dietetici, alcuni di questi sembrano essere efficaci nel ridurre i sintomi della FM: la somministrazione di olio d’oliva, la dieta sostitutiva con cereali antichi, le diete ipocaloriche, la dieta a basso contenuto di FODMAPs, la dieta priva di glutine, le diete vegetariane e la dieta mediterranea.

Questi risultati suggeriscono che la perdita di peso, insieme alla componente psicosomatica della malattia, dovrebbe essere presa in considerazione. Pertanto, sebbene gli aspetti dietetici sembrano essere un promettente approccio complementare al trattamento della FM, sono necessarie ulteriori ricerche per fornire le strategie più efficaci per la gestione della FM. Nella sindrome fibromialgica ( FMS ) è, infatti, anche importante, ridurre il peso corporeo, che in molti casi costituisce un forte fattore di rischio per i pazienti. Un aumento del peso corporeo, infatti, può far sviluppare una condizione di sovrappeso o addirittura sfociare in obesità.

L’obesità è determinata da uno sbilanciamento tra l’assunzione/introito di cibo e la spesa energetica: abbiamo un introito superiore a quello che è il fabbisogno energetico della persona. Sovrappeso ed obesità, inoltre comportano un sovraccarico a livello delle articolazioni, delle ginocchia ma anche delle caviglie e dei piedi, e a livello della schiena, e questo eccesso di carico, può portare ad una maggiore sensibilità al dolore e all’affaticamento. E’ quindi importante modificare il proprio stile di vita in quanto questo influisce sul nostro stato di salute.

Grazie all’interesse sempre maggiore sulle varie diete alimentari, ad oggi sono state messe in luce molte relazioni tra nutrizione e patologie, arrivando alla consapevolezza che molte malattie abbiano come con-causa lo stile di vita delle persone, nel quale l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale per patologie come quelle cardiovascolari, le allergie, le patologie dermatologiche fino ad arrivare alle patologie croniche ed infiammatorie ed i tumori. Modificare, quindi, il proprio stile di vita, seguendo la terapia alimentare individuale consigliata dal medico o dal biologo nutrizionista, o più in generale seguire un’alimentazione sana, può facilitare la perdita di peso.

Altro beneficio, aderendo ad uno stile di vita sano e dieta sana, si preserva un peso ottimale, che è associato alla stabilità del microbiota e quindi al benessere intestinale. Negli ultimi 20 anni si sono accumulate diverse evidenze scientifiche sul microbiota che ne hanno messo in evidenza il potenziale impatto sulla salute in generale dell’organismo e sul sistema immunitario, e al mantenimento dell’effetto della barriera intestinale. Alimentarsi in maniera equilibrata, con correzioni laddove sono state comprovate esigenze particolari, come per le intolleranze e/o allergie, è associato ad un benessere che include la prevenzione di stati infiammatori e delle alterazioni a livello cellulare della mucosa intestinale, la quale alterandosi potrebbe permettere e facilitare il passaggio di molecole e/o microrganismi potenzialmente tossici che arriverebbero in circolo.

Un’ alimentazione equilibrata e varia è quindi fondamentale per salvaguardare la salute ed il benessere, migliorando il decorso di malattie croniche e su base infiammatoria, come la Fibromialgia, dove anche l’eliminazione del glutine dalla dieta rappresenta un potenziale intervento nutrizionale per un miglioramento clinico della malattia poichè la sensibilità al glutine non celiaca e la celiachia sono manifestazioni riconosciuto sempre più di frequente che si sovrappongono a quelle della FMS. Inoltre, in molti pazienti fibromialgici sono stati descritti deficit nutrizionali ed è stato dimostrato come i benefici di una dieta specifica a basso contenuto di Fodmaps abbia effetti anti-infiammatori.

In assenza però, di approccio nutrizionale con risoluzione unica, gli studi fino ad oggi effettuati identificano un ruolo sinergico tra alimentazione e trattamento farmacologico per il trattamento della Fibromialgia stessa.

Fibromyalgia (FM) is a multi-factorial syndrome of unknown etiology, characterized by chronic widespread pain and various physical/somatic and psychological manifestations. The management of FM requires a multidisciplinary approach combining pharmacological and nonpharmacological strategies. Among nonpharmacological strategies, growing evidence suggests a potential beneficial role of nutrition.

The purpose of this thesis is to go critically to evaluate, based on the scientific evidence available in the literature, the possible roles of nutrition in the patient diagnosed with fibromyalgia.

In so many chronic diseases with an inflammatory basis, as in this case in Fibromyalgia, nutrition is an issue that had never been considered, considering it irrelevant, until the specific role of certain foods as triggers of inflammation was highlighted. In fact, until a few decades ago, there were no nutritional protocols and thus no evidence available to show how a targeted diet/dietary regimen could somehow improve the well-being and quality of life of patients with this condition.

Instead, for several years now, papers and studies have been published on the benefit of proper diet or nutrition, whether based, for example, on reducing the intake of saturated fats and refined carbohydrates, or whether based on the elimination of pro-inflammatory components contained in certain foods.

This paper summarizes the possible relationship between FM and diet, exploring the available evidence on the effect of dietary supplements and dietary interventions in these patients. The literature review showed that the role of dietary supplements remains controversial, although clinical trials conducted with vitamin D, magnesium, iron, and probiotic supplementation show promising results. As for dietary interventions, some of them seem to be effective in reducing FM symptoms: olive oil supplementation, ancient grain replacement diet, low-calorie diets, low FODMAPs diet, the gluten-free diet, vegetarian diets and the Mediterranean diet.

These results suggest that weight loss, along with the psychosomatic component of the disease, should be considered. Therefore, although dietary aspects appear to be a promising complementary approach to the treatment of FM, further research is needed to provide the most effective strategies for the management of FM. In fibromyalgia syndrome ( FMS ) it is, in fact, also important, to reduce body weight, which in many cases is a strong risk factor for patients. An increase in body weight, in fact, can cause a condition to develop overweight or even result in obesity.

Obesity is brought about by an imbalance between food intake/introduction and energy expenditure: we have an intake that is higher than the person's energy needs. Overweight and obesity also lead to overloading at the level of the joints, knees but also ankles and feet, and at the level of the back, and this excess load, can lead to increased sensitivity to pain and fatigue. It is therefore important to change one's lifestyle as this affects our health status.

Thanks to the increasing interest on various food diets, to date many relationships between nutrition and diseases have been highlighted, coming to the realization that many diseases have as a con-cause the lifestyle of people, in which nutrition plays a key role in diseases such as cardiovascular diseases, allergies, dermatological diseases up to chronic and inflammatory diseases and cancers. Modifying, therefore, one's lifestyle by following the individual food therapy recommended by the doctor or nutrition biologist, or more generally following a healthy diet, can facilitate weight loss.

Another benefit, adhering to a healthy lifestyle and healthy diet preserves an optimal weight, which is associated with the stability of the microbiota and thus intestinal well-being. Over the past 20 years, several scientific evidences have accumulated on the microbiota highlighting its potential impact on the overall health of the body and immune system, and to the maintenance of the gut barrier effect. Eating a balanced diet, with corrections where special needs have been proven, such as for intolerances and/or allergies, is associated with well-being that includes the prevention of inflammatory states and alterations at the cellular level of the intestinal mucosa, which by altering itself could allow and facilitate the passage of potentially toxic molecules and/or microorganisms that would reach the circulation.

A 'balanced and varied diet is therefore essential to safeguard health and well-being, improving the course of chronic and inflammatory-based diseases, such as Fibromyalgia, where even the elimination of gluten from the diet represents a potential nutritional intervention for clinical improvement of the disease since non-celiac gluten sensitivity and celiac disease are increasingly recognized manifestations that overlap with those of FMS. Furthermore, nutritional deficits have been described in many fibromyalgia patients and the benefits of a specific diet low in Fodmaps have been shown to have anti-inflammatory effects.

In the absence, however, of single-resolution nutritional approaches, studies to date identify a synergistic role between nutrition and drug treatment for the treatment of Fibromyalgia itself.



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