Tesi etd-04282020-221858 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PRINCIPATO, ALESSIO
URN
etd-04282020-221858
Titolo
Il welfare aziendale: una sfida attuale.
Due best practices a confronto: Ferrero SpA e Gruppo Hera
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Zarone, Vincenzo
Parole chiave
- smart working
- welfare
Data inizio appello
08/06/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/06/2090
Riassunto
La riscoperta del welfare in azienda avviene durante gli anni della crisi economica e finanziaria che dal 2008 ha messo in ginocchio imprese e famiglie, acutizzando nuovi bisogni e rischi sociali, che i sistemi di welfare pubblico non riuscivano più a fronteggiare. In questo momento di difficoltà le aziende devono avere la capacità di seguire strade innovative per riuscire a competere in un mercato dalle dimensioni globali. Un percorso che molte aziende hanno deciso di intraprendere è stato proprio quello del welfare aziendale, che pone al centro in primis gli interessi dei lavoratori ma che riesce anche a garantire degli adeguati vantaggi alle imprese che lo implementano.
Il welfare aziendale richiede quindi, il coinvolgimento necessario di tutti gli stakeholder, a partire dalle parti sociali e dai sindacati, in considerazione della crisi del Welfare pubblico in Italia, del peso dei contratti integrativi di secondo livello, dell’agenda politica in materia di riforma del mercato del lavoro e delle politiche per i giovani e per la famiglia. In altri termini, lo Stato sociale non potrà più garantire gli attuali livelli di tutela a fronte di domande e aspettative delle persone sui temi di welfare che crescono in quantità e qualità e ci sarà quindi sempre più bisogno di welfare delle parti sociali.
Il mio lavoro inizierà con un breve excursus storico sul welfare state, che come detto rappresenta l’input per l’evoluzione di quello aziendale; mi soffermerò sulle sue origini antiche che risalgono al 1800, periodo della seconda rivoluzione industriale, andando ad evidenziare i differenti modelli primordiali che sono nati in relazione alle differenti aree geografiche e alle differenti forme istituzionali nelle quali esso si è sviluppato. Un focus particolare sarà fatto sul sistema Italia che ci riguarda particolarmente, soffermandoci sui fondamenti inseriti all’interno della Costituzione che obbligano lo Stato ad effettuare determinate misure per garantire dei livelli di benessere sociale adeguati a tutti i cittadini.
Nel secondo capitolo della tesi si affronteranno delle tematiche importanti ed ancora in continua evoluzione che hanno portato il sistema di welfare state al declino per far spazio ad un nuovo welfare che non si appoggia più esclusivamente sullo Stato ma vede l’entrata di numerosi attori privati e di nuovi strumenti prima sconosciuti e mai utilizzati. Attraverso una serie di interessanti grafici mostrerò come il welfare aziendale ha avuto sviluppo nel corso degli ultimi anni, per evidenziare che si tratta di una tematica attualissima che si trova in una fase di ciclo di vita intermedia (in piena espansione) e che probabilmente negli anni a venire continuerà a crescere maggiormente.
Nel terzo capitolo, entreremo nell’operatività del welfare aziendale andando a definire quali sono i principali attori che coinvolti in questo sistema ed evidenziando anche differenti forme di welfare privato sconosciute per molte realtà attuali. Il welfare aziendale ha la caratteristica fondamentale di proporre soluzioni che risultano modellate e personalizzate in base alle esigenze emergenti dei dipendenti all’interno di un contesto lavorativo. Per questo motivo, andremo a definire i principali ed i più utilizzati benefit in questo momento storico da parte di realtà aziendali appartenenti a settori differenti. Tra gli strumenti più importanti che vale la pena menzionare troviamo sicuramente lo Smart Working che negli ultimi anni ha trovato uno sviluppo elevatissimo in numerose realtà aziendali e non sembra ancora arrestarsi.
Oggi di fronte ad una crisi mondiale sanitaria ed economica dovuta alla diffusione del cosiddetto Covid-19 che giornalmente miete centinaia di vittime, la soluzione dello smart working non diventa più una possibilità, ma una necessità e forse anche una risorsa per le aziende. Con l’entrata in vigore di numerosi decreti da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte che hanno posto l’Italia in una situazione di quarantena nazionale e mondiale con la conseguente chiusura di tutte le realtà aziendali che non forniscono beni necessari alla collettività, l’intero comparto delle imprese ha dovuto implementare tutti gli strumenti necessari per permettere una minima continuazione dell’attività lavorativa dei propri dipendenti anche da remoto. Infatti, il numero di lavoratori in modalità smart working dal 9 marzo (inizio della quarantena) è quasi triplicato rispetto ai dati precedenti alla diffusione del virus facendo scoprire anche a numerosi imprenditori che il lavoro da casa è possibile e non rappresenta una minaccia per la produttività aziendale ma anzi, se sfruttata bene, una potenziale risorsa su cui investire.
Nell’ultima parte del terzo capitolo definirò le fasi operative e le modalità ideali per una corretta implementazione di un sistema di welfare aziendale, associandone gli impatti (quasi tutti positivi) che lo stesso ha sui lavoratori che rappresentano i beneficiari dei servizi, e sulle aziende che invece rivestono il ruolo di promoter.
Nell’ultimo capitolo della mia tesi svolgerò l’analisi di due best practices del panorama italiano che negli ultimi anni hanno effettuato notevoli investimenti e compiuto numerose iniziative sensibili alla tematica del welfare aziendale in un’ottica di incremento del livello di benessere dei propri dipendenti: Ferrero Spa e Gruppo Hera. Le due realtà aziendali, pur operando in settori diametralmente opposti, sono tra le principali in Italia ad aver compreso che scommettere sul welfare aziendale significa soprattutto scommettere sulle persone alle quali questo è rivolto, concedendogli una fiducia tale da riuscire a trasformare quest’ultima sotto forma di benefici che riguardano l’intero complesso aziendale, conducendolo ad operare all’interno del mercato in maniera più forte e pervasiva nei confronti dei propri competitors.
Il welfare aziendale richiede quindi, il coinvolgimento necessario di tutti gli stakeholder, a partire dalle parti sociali e dai sindacati, in considerazione della crisi del Welfare pubblico in Italia, del peso dei contratti integrativi di secondo livello, dell’agenda politica in materia di riforma del mercato del lavoro e delle politiche per i giovani e per la famiglia. In altri termini, lo Stato sociale non potrà più garantire gli attuali livelli di tutela a fronte di domande e aspettative delle persone sui temi di welfare che crescono in quantità e qualità e ci sarà quindi sempre più bisogno di welfare delle parti sociali.
Il mio lavoro inizierà con un breve excursus storico sul welfare state, che come detto rappresenta l’input per l’evoluzione di quello aziendale; mi soffermerò sulle sue origini antiche che risalgono al 1800, periodo della seconda rivoluzione industriale, andando ad evidenziare i differenti modelli primordiali che sono nati in relazione alle differenti aree geografiche e alle differenti forme istituzionali nelle quali esso si è sviluppato. Un focus particolare sarà fatto sul sistema Italia che ci riguarda particolarmente, soffermandoci sui fondamenti inseriti all’interno della Costituzione che obbligano lo Stato ad effettuare determinate misure per garantire dei livelli di benessere sociale adeguati a tutti i cittadini.
Nel secondo capitolo della tesi si affronteranno delle tematiche importanti ed ancora in continua evoluzione che hanno portato il sistema di welfare state al declino per far spazio ad un nuovo welfare che non si appoggia più esclusivamente sullo Stato ma vede l’entrata di numerosi attori privati e di nuovi strumenti prima sconosciuti e mai utilizzati. Attraverso una serie di interessanti grafici mostrerò come il welfare aziendale ha avuto sviluppo nel corso degli ultimi anni, per evidenziare che si tratta di una tematica attualissima che si trova in una fase di ciclo di vita intermedia (in piena espansione) e che probabilmente negli anni a venire continuerà a crescere maggiormente.
Nel terzo capitolo, entreremo nell’operatività del welfare aziendale andando a definire quali sono i principali attori che coinvolti in questo sistema ed evidenziando anche differenti forme di welfare privato sconosciute per molte realtà attuali. Il welfare aziendale ha la caratteristica fondamentale di proporre soluzioni che risultano modellate e personalizzate in base alle esigenze emergenti dei dipendenti all’interno di un contesto lavorativo. Per questo motivo, andremo a definire i principali ed i più utilizzati benefit in questo momento storico da parte di realtà aziendali appartenenti a settori differenti. Tra gli strumenti più importanti che vale la pena menzionare troviamo sicuramente lo Smart Working che negli ultimi anni ha trovato uno sviluppo elevatissimo in numerose realtà aziendali e non sembra ancora arrestarsi.
Oggi di fronte ad una crisi mondiale sanitaria ed economica dovuta alla diffusione del cosiddetto Covid-19 che giornalmente miete centinaia di vittime, la soluzione dello smart working non diventa più una possibilità, ma una necessità e forse anche una risorsa per le aziende. Con l’entrata in vigore di numerosi decreti da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte che hanno posto l’Italia in una situazione di quarantena nazionale e mondiale con la conseguente chiusura di tutte le realtà aziendali che non forniscono beni necessari alla collettività, l’intero comparto delle imprese ha dovuto implementare tutti gli strumenti necessari per permettere una minima continuazione dell’attività lavorativa dei propri dipendenti anche da remoto. Infatti, il numero di lavoratori in modalità smart working dal 9 marzo (inizio della quarantena) è quasi triplicato rispetto ai dati precedenti alla diffusione del virus facendo scoprire anche a numerosi imprenditori che il lavoro da casa è possibile e non rappresenta una minaccia per la produttività aziendale ma anzi, se sfruttata bene, una potenziale risorsa su cui investire.
Nell’ultima parte del terzo capitolo definirò le fasi operative e le modalità ideali per una corretta implementazione di un sistema di welfare aziendale, associandone gli impatti (quasi tutti positivi) che lo stesso ha sui lavoratori che rappresentano i beneficiari dei servizi, e sulle aziende che invece rivestono il ruolo di promoter.
Nell’ultimo capitolo della mia tesi svolgerò l’analisi di due best practices del panorama italiano che negli ultimi anni hanno effettuato notevoli investimenti e compiuto numerose iniziative sensibili alla tematica del welfare aziendale in un’ottica di incremento del livello di benessere dei propri dipendenti: Ferrero Spa e Gruppo Hera. Le due realtà aziendali, pur operando in settori diametralmente opposti, sono tra le principali in Italia ad aver compreso che scommettere sul welfare aziendale significa soprattutto scommettere sulle persone alle quali questo è rivolto, concedendogli una fiducia tale da riuscire a trasformare quest’ultima sotto forma di benefici che riguardano l’intero complesso aziendale, conducendolo ad operare all’interno del mercato in maniera più forte e pervasiva nei confronti dei propri competitors.
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