Tesi etd-04282018-204501 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LEARDI, RENATA
URN
etd-04282018-204501
Titolo
"Capaci e meritevoli anche se privi di mezzi": il diritto allo studio e le disuguaglianze sociali.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI
Relatori
relatore Prof.ssa Cervia, Silvia
Parole chiave
- borsa di studio
- Bourdieu
- DSU
- neo-marxisti
- Passeron
- requisiti di merito
- riforme universiatrie
- teoria della deprivazione
Data inizio appello
14/05/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/05/2088
Riassunto
Le disuguaglianze formative sono un tema centrale all’interno del dibattito della sociologia dell’educazione sin dalla seconda metà del Novecento a seguito dell’apertura dell’accesso all’istruzione superiore precedentemente appannaggio delle élite. A questo processo di democratizzazione, tuttavia, non ha fatto seguito l’auspicata mobilità sociale. L’avvento dell’istruzione di massa, infatti non ha implicato il venir meno dell’influenza delle origini sociali lungo tutto il percorso formativo dell’individuo, con la conseguente persistenza di disuguaglianze.
Il presente elaborato affronta il tema del superamento di tali disuguaglianze analizzando il sistema del diritto allo studio così come definito nel nostro ordinamento, quale principale dispositivo orientato all’attuazione del principio costituzionale che riconosce ai “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” il “diritto a conseguire i gradi più alti degli studi” (Art.34, Cost.It.). Il lavoro, adottando una prospettiva neo-marxista, intende portare alla luce le contraddizioni e i dispositivi normalizzanti insiti all’interno del presente modello di intervento che, althusserianamente, propone visioni universalizzanti, funzionali all’ideologia dominante e alla preservazione dello status quo. Il percorso analitico proposto si articola in quattro capitoli.
Il presente elaborato affronta il tema del superamento di tali disuguaglianze analizzando il sistema del diritto allo studio così come definito nel nostro ordinamento, quale principale dispositivo orientato all’attuazione del principio costituzionale che riconosce ai “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” il “diritto a conseguire i gradi più alti degli studi” (Art.34, Cost.It.). Il lavoro, adottando una prospettiva neo-marxista, intende portare alla luce le contraddizioni e i dispositivi normalizzanti insiti all’interno del presente modello di intervento che, althusserianamente, propone visioni universalizzanti, funzionali all’ideologia dominante e alla preservazione dello status quo. Il percorso analitico proposto si articola in quattro capitoli.
Il primo capitolo offre una lettura diacronica dell’evoluzione legislativa nazionale che ha avuto come oggetto la progressiva apertura degli accessi all’istruzione superiore e l’evoluzione dei dispositivi per garantire il diritto allo studio. La volontà di dare applicazione al dettato costituzionale inerente il diritto allo studio, sancita dall’articolo 34 della Costituzione, assieme alle pressioni esercitate dal movimento degli studenti nel 1968, portano all’approvazione della legge Codignola che sancisce l’apertura degli accessi universitari a tutti coloro che sono in possesso di un diploma.
In considerazione della riorganizzazione del sistema di competenze in materia a seguito della riforma del titolo V della Costituzione, il secondo capitolo si occupa di delineare il nuovo assetto, illustrando i compiti e le funzioni spettanti a Stato, Regioni ed Enti Locali. I disposti normativi regionali sono stati analizzati in parallelo con i principali provvedimenti riguardanti le modalità di calcolo dell’ISEE, aspetto fondamentale per determinare l’accesso ai dispositivi per il diritto allo studio. Per quanto riguarda il contesto regionale, viene data rilevanza alla tutela e alla garanzia del diritto allo studio così come sono stati declinati dalla Regione Toscana a seguito del rinnovato quadro legislativo nazionale.
Dopo aver delineato il quadro giuridico e normativo, il terzo capitolo introduce alcune delle principali prospettive di lettura offerte dalla letteratura sociologica in merito alle disuguaglianze formative, soffermandosi in particolare sulle correnti che guardano alle dinamiche operanti a livello societario. Grazie all’approfondimento del contributo di Pierre Bourdieu e Jean Claude Passeron, con particolare riferimento all’opera “I delfini”, il capitolo propone una lettura critica che mette in luce come l’origine sociale eserciti la sua influenza anche nel corso della carriera accademica e come il sistema scolastico non cessi di operare processi di selezione sociale nei confronti dei membri delle classi meno abbienti, a discapito dei proclami di egualitarismo.
Il quarto capitolo coniuga le prospettive teoriche con l’attuazione di interventi per la garanzia del diritto allo studio da parte della Regione Toscana. Tali interventi sono affrontati dal punto di vista di coloro che ne sono i diretti fruitori: gli studenti. L’esperienza di alcuni beneficiari di tale servizio (N=18) è stata raccolta e analizzata alla luce del quadro teorico delineato, cercando di portare alla luce come l’attuale modello di presa in carico e di intervento del DSU favorisca l’introiezione di modelli e norme.
L’indagine ha permesso di mettere in luce come, nonostante il diritto allo studio sia tutelato e garantito a livello formale, le concrete modalità che declinano tale obiettivo societario in politiche di sostegno favoriscano, avvalendosi di precise soglie di CFU da conseguire per poter usufruire dei benefici, definizioni dei due concetti chiave di “merito” e di assenza di mezzi che meritano di essere considerate con attenzione soprattutto in relazione al “modello culturale” che impongono ai beneficiari e non solo.
Il presente elaborato affronta il tema del superamento di tali disuguaglianze analizzando il sistema del diritto allo studio così come definito nel nostro ordinamento, quale principale dispositivo orientato all’attuazione del principio costituzionale che riconosce ai “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” il “diritto a conseguire i gradi più alti degli studi” (Art.34, Cost.It.). Il lavoro, adottando una prospettiva neo-marxista, intende portare alla luce le contraddizioni e i dispositivi normalizzanti insiti all’interno del presente modello di intervento che, althusserianamente, propone visioni universalizzanti, funzionali all’ideologia dominante e alla preservazione dello status quo. Il percorso analitico proposto si articola in quattro capitoli.
Il presente elaborato affronta il tema del superamento di tali disuguaglianze analizzando il sistema del diritto allo studio così come definito nel nostro ordinamento, quale principale dispositivo orientato all’attuazione del principio costituzionale che riconosce ai “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” il “diritto a conseguire i gradi più alti degli studi” (Art.34, Cost.It.). Il lavoro, adottando una prospettiva neo-marxista, intende portare alla luce le contraddizioni e i dispositivi normalizzanti insiti all’interno del presente modello di intervento che, althusserianamente, propone visioni universalizzanti, funzionali all’ideologia dominante e alla preservazione dello status quo. Il percorso analitico proposto si articola in quattro capitoli.
Il primo capitolo offre una lettura diacronica dell’evoluzione legislativa nazionale che ha avuto come oggetto la progressiva apertura degli accessi all’istruzione superiore e l’evoluzione dei dispositivi per garantire il diritto allo studio. La volontà di dare applicazione al dettato costituzionale inerente il diritto allo studio, sancita dall’articolo 34 della Costituzione, assieme alle pressioni esercitate dal movimento degli studenti nel 1968, portano all’approvazione della legge Codignola che sancisce l’apertura degli accessi universitari a tutti coloro che sono in possesso di un diploma.
In considerazione della riorganizzazione del sistema di competenze in materia a seguito della riforma del titolo V della Costituzione, il secondo capitolo si occupa di delineare il nuovo assetto, illustrando i compiti e le funzioni spettanti a Stato, Regioni ed Enti Locali. I disposti normativi regionali sono stati analizzati in parallelo con i principali provvedimenti riguardanti le modalità di calcolo dell’ISEE, aspetto fondamentale per determinare l’accesso ai dispositivi per il diritto allo studio. Per quanto riguarda il contesto regionale, viene data rilevanza alla tutela e alla garanzia del diritto allo studio così come sono stati declinati dalla Regione Toscana a seguito del rinnovato quadro legislativo nazionale.
Dopo aver delineato il quadro giuridico e normativo, il terzo capitolo introduce alcune delle principali prospettive di lettura offerte dalla letteratura sociologica in merito alle disuguaglianze formative, soffermandosi in particolare sulle correnti che guardano alle dinamiche operanti a livello societario. Grazie all’approfondimento del contributo di Pierre Bourdieu e Jean Claude Passeron, con particolare riferimento all’opera “I delfini”, il capitolo propone una lettura critica che mette in luce come l’origine sociale eserciti la sua influenza anche nel corso della carriera accademica e come il sistema scolastico non cessi di operare processi di selezione sociale nei confronti dei membri delle classi meno abbienti, a discapito dei proclami di egualitarismo.
Il quarto capitolo coniuga le prospettive teoriche con l’attuazione di interventi per la garanzia del diritto allo studio da parte della Regione Toscana. Tali interventi sono affrontati dal punto di vista di coloro che ne sono i diretti fruitori: gli studenti. L’esperienza di alcuni beneficiari di tale servizio (N=18) è stata raccolta e analizzata alla luce del quadro teorico delineato, cercando di portare alla luce come l’attuale modello di presa in carico e di intervento del DSU favorisca l’introiezione di modelli e norme.
L’indagine ha permesso di mettere in luce come, nonostante il diritto allo studio sia tutelato e garantito a livello formale, le concrete modalità che declinano tale obiettivo societario in politiche di sostegno favoriscano, avvalendosi di precise soglie di CFU da conseguire per poter usufruire dei benefici, definizioni dei due concetti chiave di “merito” e di assenza di mezzi che meritano di essere considerate con attenzione soprattutto in relazione al “modello culturale” che impongono ai beneficiari e non solo.
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