Tesi etd-04282010-100053 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BAGNOLI, LAURA
URN
etd-04282010-100053
Titolo
Problemi nutrizionali nei pazienti in emodialisi extracorporea di mantenimento (MHD).
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Barsotti, Giuliano
Parole chiave
- dialisi
- malnutrizione
- MHD
Data inizio appello
18/05/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/05/2050
Riassunto
L’ emodialisi rappresenta l’ opzione terapeutica per l’ 80% dei pazienti che necessitano di terapia sostitutiva. Essa rappresenta un’ancora di salvezza per pazienti affetti da uremia terminale, altrimenti destinati a morire. La terapia sostitutiva viene iniziata talvolta dopo anni di terapia conservativa, che ha come pilastro portante una corretta terapia nutrizionale, con diete a ridotto contenuto in proteine, e spesso assai poco palatabili. Ne consegue che, una volta iniziata la terapia sostitutiva, l’alimentazione sia lasciata completamente libera ed incontrollata. E’ questo un errore che, come vedremo, può avere conseguenze assai pericolose per il paziente.
Nel corso degli anni sono state sviluppate metodiche dialitiche sempre più efficaci, come l’emodiafiltrazione, l’Acetate Free Biofiltration (AFB), la Paired Filtration Dialysis (PFD), che consentono di avere una più efficace rimozione delle tossine uremiche e una minor incidenza di effetti collaterali.
Il problema della malnutrizione protido-calorica costituisce una complicanza piuttosto diffusa tra la popolazione in dialisi ed è imputabile ad una serie di cause, quali una alimentazione inadeguata e squilibrata, o addirittura completamente errata, per la particolare situazione nella quale si trovano i pazienti in terapia sostitutiva. Questo può provocare la perdita di appetito, o uno stato di infiammazione cronica e di acidosi metabolica, oltre alla nota perdita di nutrienti durante la seduta dialitica.
Esistono varie metodiche per la stima dello stato nutrizionale del paziente, dalle più complesse, come la densitometria, alle più semplici ed usate nelle pratica clinica, come le misure antropometriche, l’impedenziometria ed il Subjective Global Assessment o indice SGA.
Nel paziente in dialisi si verificano anche alterazioni del metabolismo minerale, che conducono a quadri clinici esclusivi e caratteristici di questa condizione, quali l’ iperparatiroidismo secondario, la malattia adinamica dell’ osso e quadri misti di entrambe.
La terapia delle complicanze riportate si può avvalere dei farmaci e della dialisi, ma non può prescindere dall’ adozione di una terapia nutrizionale adeguata. L’alimentazione di un paziente in dialisi, infatti, deve garantire un apporto calorico elevato, non inferiore alle 30 Kcal/Kg/die, e un adeguato quantitativo di proteine ad alto valore biologico. Inoltre, è indispensabile un controllo nell’assunzione di liquidi, di sodio, di potassio e di fosforo.
Nel corso degli anni sono state sviluppate metodiche dialitiche sempre più efficaci, come l’emodiafiltrazione, l’Acetate Free Biofiltration (AFB), la Paired Filtration Dialysis (PFD), che consentono di avere una più efficace rimozione delle tossine uremiche e una minor incidenza di effetti collaterali.
Il problema della malnutrizione protido-calorica costituisce una complicanza piuttosto diffusa tra la popolazione in dialisi ed è imputabile ad una serie di cause, quali una alimentazione inadeguata e squilibrata, o addirittura completamente errata, per la particolare situazione nella quale si trovano i pazienti in terapia sostitutiva. Questo può provocare la perdita di appetito, o uno stato di infiammazione cronica e di acidosi metabolica, oltre alla nota perdita di nutrienti durante la seduta dialitica.
Esistono varie metodiche per la stima dello stato nutrizionale del paziente, dalle più complesse, come la densitometria, alle più semplici ed usate nelle pratica clinica, come le misure antropometriche, l’impedenziometria ed il Subjective Global Assessment o indice SGA.
Nel paziente in dialisi si verificano anche alterazioni del metabolismo minerale, che conducono a quadri clinici esclusivi e caratteristici di questa condizione, quali l’ iperparatiroidismo secondario, la malattia adinamica dell’ osso e quadri misti di entrambe.
La terapia delle complicanze riportate si può avvalere dei farmaci e della dialisi, ma non può prescindere dall’ adozione di una terapia nutrizionale adeguata. L’alimentazione di un paziente in dialisi, infatti, deve garantire un apporto calorico elevato, non inferiore alle 30 Kcal/Kg/die, e un adeguato quantitativo di proteine ad alto valore biologico. Inoltre, è indispensabile un controllo nell’assunzione di liquidi, di sodio, di potassio e di fosforo.
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