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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04272020-183118


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PANICUCCI, ALBERTO
URN
etd-04272020-183118
Titolo
Risk Reputation: l'impatto della CEO reputation sul costo dell'indebitamento
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof.ssa Rigolini, Alessandra
Parole chiave
  • amministratore delegato
  • ceo
  • indebitamento
  • rischio reputazionale
  • risk management
  • risk reputation
Data inizio appello
08/06/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/06/2090
Riassunto
Ai giorni d’oggi la reputazione è un concetto che ha acquisito sempre più importanza per gli stakeholders. Di fatti, nella maggior parte dei casi, clienti, dipendenti, fornitori e tutti gli altri soggetti che possono instaurare un rapporto con le aziende, preferiscono farlo con imprese che godono di ottime considerazioni sociali.
Il dato particolarmente rilevante è che tale interesse, di instaurare contatti con queste determinate imprese, vale anche per i finanziatori quali banche o altre società finanziarie. Secondo l’opinione di chi scrive, infatti, i finanziatori per agevolare queste relazioni facilitano il processo di indebitamento: nello specifico esistono aziende che accedono a finanziamenti con tassi d’interesse particolarmente vantaggiosi o riescono ad ottenere maggiori masse creditizie, nonostante i loro insoddisfacenti risultati raggiunti nel tempo o le difficoltose previsioni future, rispetto invece ad imprese che, al contrario, hanno ottimi risultati economici-finanziari, ma una pessima o non consolidata reputazione aziendale.
Questo potrebbe significare che la reputazione ha effetti anche dal punto di vista dell’accessibilità al debito.
Quello che però vogliamo studiare in questa tesi è come la figura del CEO (Chief Executive Officer) possa influenzare questa relazione azienda-banca, in particolare come la sua reputazione può condizionare il tasso d’interesse che viene applicato all’azienda quando questa chiede dei finanziamenti.
Secondo l’opinione di chi scrive, infatti, è lecito domandarsi se tale relazione effettivamente esista dato che il CEO è considerato una delle figure apicali del sistema di governance dell’azienda e, per questo, capace di influenzare i processi decisionali, strategici e la reputazione della stessa, dunque anche la sua accessibilità al capitale di terzi.
Prima di approfondire questa tematica però, nel primo capitolo si è cercato di chiarire teoricamente la definizione di reputazione ed illustrare delle proxy, applicabili nella realtà, in grado di misurare il livello di reputazione aziendale raggiunto. Inoltre, dopo aver descritto il rischio reputazionale nell’ottica del risk management, si è analizzato anche l’impatto delle azioni CSR (Corporate Social Responsibility) e CSI (Corporate Social Irresponsibility) nel giudizio che le persone formano riguardo all’immagine aziendale.
Nel secondo capitolo, invece, si è illustrato dettagliatamente quali sono i benefici e gli svantaggi che un’ottima reputazione, sia a livello aziendale sia a livello individual dei soggetti che compongono il suo TMT (Top Management Team), può avere a livello di performance economiche finanziarie.
Il terzo capitolo, dunque, si concentra nell’enfatizzare l’importanza dei finanziamenti durante la vita aziendale e nel descrivere il concetto di fabbisogno di finanziamento, la sua copertura e i vincoli che influenzano le scelte finanziarie intraprese dal TMT. Il tutto viene spiegato considerando però che, gli enti creditizi per la concessione dei finanziamenti si affidano al rispetto di alcuni indicatori economici-finanziari (i c.d. financial covenants) necessari per valutare il merito creditizio del soggetto finanziato.
Sempre in questo terzo capitolo è stata anche formulata e motivata l’ipotesi, verificata empiricamente nel quarto capitolo, secondo cui: “All’aumentare della reputazione del CEO si riduce il costo dell’indebitamento”. Per spiegare il motivo per cui si è formulato tale ipotesi si è fatto particolare riferimento alla teoria di Hambrick e Mason del 1984, la “Upper Echelons Theory”. In tale teoria, infatti, risulta di particolare rilievo capire ed analizzare aspetti squisitamente behavioural di tali figure manageriali, fra cui le proprie caratteristiche personali, i valori, le precedenti esperienze o l’istruzione ricevuta (in altre parole il proprio capitale umano formato durante la vita), in quanto tali elementi sono in grado di influenzare i processi decisionali e strategici intrapresi.
Infine, passando agli ultimi due capitoli, prima si è descritto le procedure seguite per svolgere tale ricerca empirica, utilizzata al fine di verificare se tale ipotesi avesse un effettivo riscontro nella realtà.
Successivamente si è evidenziato le conclusioni ricavate dalle correlazioni tra le variabili finanziarie (costo dell’indebitamento e rapporto di indebitamento) con le variabili reputazionali aziendali e individuali (Rep Risk, CEO Prominence, Awards, Employee Prestige e la Duality), aiutandoci anche con la raccolta di altri indicatori economici finanziari utili per effettuare controlli sulla veridicità dell’analisi.
Questa analisi è stata svolta su un campione di analisi di 100 società quotate italiane aziendali e dei loro rispettivi CEO durante gli anni che vanno dal 2013 fino al 2017.
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