Tesi etd-04272015-214931 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DITTA, FLAVIA
URN
etd-04272015-214931
Titolo
La rifondazione di Gibellina per mezzo dell'arte contemporanea. Storia della ricostruzione tra utopia del progetto artistico e realtà.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Cortesini, Sergio
Parole chiave
- Gibellina
- Ludovico Corrao
- Sicilia
Data inizio appello
25/05/2015
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
25/05/2085
Riassunto
Percorrendo la storia del paese di Gibellina in Sicilia, vittima del terremoto che l’ha colpita nel 1968, la dissertazione vuole indagare le idee, i progetti e le scelte effettuate che l’hanno portata, secondo molti critici, al fallimento totale. Gibellina, che è stata rifondata seguendo un progetto che assorbiva le espressioni dell’arte contemporanea, conduce la ricerca verso la riflessione sul ruolo e il valore dell’arte come strumento di rifondazione.
La figura di Ludovico Corrao, sindaco del paese eletto appena dopo il terremoto, è determinante per inquadrare l’evoluzione alla quale Gibellina si è prestata dal sisma agli anni novanta. Tuttavia, ciò che ha condotto Gibellina verso una nuova direzione è stato l’intervento dell’artista siciliano Pietro Consagra, il quale realizzava nel paese la sua visione di Città Frontale. Consagra, di fatto, ha gestito la conduzione artistica di quel laboratorio di estetica urbana che è diventata Gibellina.
Dagli anni ottanta, infatti, il sindaco Ludovico Corrao invitò gli artisti italiani e internazionali a donare un opera al paese per riempire il vuoto che il progetto di pianificazione aveva creato, agendo così sia sul fronte economico-sociale per la valorizzazione delle effettive risorse produttive del territorio, e sul fronte estetico-urbanistico per il recupero di un’identità. Ecco che le opere che occupano il suolo del paese sono firmati da Carmelo Cappello, Ettore Colla, Nino Franchina, Alessandro Mendini, Fausto Melotti, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Carla Accardi, Mirko, Giuseppe Uncini, Alberto Burri e tanti altri che hanno cavalcato la scena artistica della seconda metà del novecento.
L’enorme intervento degli artisti ha portato, negli anni novanta, alla formazione di un vero e proprio Museo di arte contemporanea che raccoglie i lavori di Mario Schifano, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Renato Boero, Alighiero Boetti, Renato Guttuso, Achille Perilli, Giulio Turcato, Mimmo Jodice, Joseph Beyus e altri. Il poderoso interesse di Ludovico Corrao nei confronti dell’arte e la cultura si è sviluppata anche nel campo del teatro, che ha avviato Gibellina alla formazione di una vera e propria scuola teatrale, oltre che alla promozione di una rassegna di teatro, musica, poesia e arti visive intitolata Orestiadi che continuano ad avere un rispettabile successo.
La tesi si prefigge di analizzare questa realtà seguendo anche le critiche che negli anni hanno sollevato amare polemiche, ma che hanno anche valorizzato l’impegno e i propositi di ricostruzione di tutti i protagonisti, contribuendo così a evitare che Gibellina finisse nel baratro dell’indifferenza. Oggi Gibellina è uno strano paese, forse non solo per colpa di decisioni azzardate, progetti utopici, sogni irrealizzabili e quant’altro. Forse Gibellina potrebbe rappresentare la vera via da intraprendere quando un disastro irrompe nella vita di un piccolo borgo, forse bisognerebbe riprendere in mano il progetto e terminare ciò che non si è concluso e magari continuare ad alimentarlo con nuovi impulsi, così da superare almeno l’idea che Gibellina sia un’opera non finita e fallita.
La figura di Ludovico Corrao, sindaco del paese eletto appena dopo il terremoto, è determinante per inquadrare l’evoluzione alla quale Gibellina si è prestata dal sisma agli anni novanta. Tuttavia, ciò che ha condotto Gibellina verso una nuova direzione è stato l’intervento dell’artista siciliano Pietro Consagra, il quale realizzava nel paese la sua visione di Città Frontale. Consagra, di fatto, ha gestito la conduzione artistica di quel laboratorio di estetica urbana che è diventata Gibellina.
Dagli anni ottanta, infatti, il sindaco Ludovico Corrao invitò gli artisti italiani e internazionali a donare un opera al paese per riempire il vuoto che il progetto di pianificazione aveva creato, agendo così sia sul fronte economico-sociale per la valorizzazione delle effettive risorse produttive del territorio, e sul fronte estetico-urbanistico per il recupero di un’identità. Ecco che le opere che occupano il suolo del paese sono firmati da Carmelo Cappello, Ettore Colla, Nino Franchina, Alessandro Mendini, Fausto Melotti, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Carla Accardi, Mirko, Giuseppe Uncini, Alberto Burri e tanti altri che hanno cavalcato la scena artistica della seconda metà del novecento.
L’enorme intervento degli artisti ha portato, negli anni novanta, alla formazione di un vero e proprio Museo di arte contemporanea che raccoglie i lavori di Mario Schifano, Franco Angeli, Mimmo Rotella, Renato Boero, Alighiero Boetti, Renato Guttuso, Achille Perilli, Giulio Turcato, Mimmo Jodice, Joseph Beyus e altri. Il poderoso interesse di Ludovico Corrao nei confronti dell’arte e la cultura si è sviluppata anche nel campo del teatro, che ha avviato Gibellina alla formazione di una vera e propria scuola teatrale, oltre che alla promozione di una rassegna di teatro, musica, poesia e arti visive intitolata Orestiadi che continuano ad avere un rispettabile successo.
La tesi si prefigge di analizzare questa realtà seguendo anche le critiche che negli anni hanno sollevato amare polemiche, ma che hanno anche valorizzato l’impegno e i propositi di ricostruzione di tutti i protagonisti, contribuendo così a evitare che Gibellina finisse nel baratro dell’indifferenza. Oggi Gibellina è uno strano paese, forse non solo per colpa di decisioni azzardate, progetti utopici, sogni irrealizzabili e quant’altro. Forse Gibellina potrebbe rappresentare la vera via da intraprendere quando un disastro irrompe nella vita di un piccolo borgo, forse bisognerebbe riprendere in mano il progetto e terminare ciò che non si è concluso e magari continuare ad alimentarlo con nuovi impulsi, così da superare almeno l’idea che Gibellina sia un’opera non finita e fallita.
File
Nome file | Dimensione |
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Bibliografia.pdf | 389.29 Kb |
Frontesp...mario.pdf | 210.38 Kb |
Introduz...sione.pdf | 1.30 Mb |
1 file non consultabili su richiesta dell’autore. |