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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04262022-185753


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BAIGUERA, CRISTINA
URN
etd-04262022-185753
Titolo
Malattia neurodegenerativa di Alzheimer e diete preventive
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Da Pozzo, Eleonora
Parole chiave
  • Demenza di Alzheimer
  • Dieta preventiva
Data inizio appello
25/05/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
L’Alzheimer è una forma di demenza degenerativa che porta a una perdita progressiva di memoria e di altre capacità cognitive abbastanza gravi da interferire con la vita quotidiana. La malattia di Alzheimer rappresenta il 60-80% dei casi di demenza che colpisce prevalentemente le persone in età presenile (età superiore ai 65 anni). Nelle sue fasi iniziali l’Alzheimer si manifesta con una perdita di memoria breve che peggiora gradualmente nel corso degli anni fino ad una perdita totale di capacità di portare avanti una conversazione e di interagire con l’ambiente circostante. All’inizio degli anni ‘60, l’Alzheimer veniva considerato come una sindrome meccanicamente oscura e terapeuticamente intrattabile. Tuttavia, la scoperta della microscopia elettronica della citopatologia di Alzheimer ha consentito di comprendere le cause e i meccanismi di sviluppo dell’Alzheimer.
Oggigiorno l’Alzheimer rimane un soggetto rilevante sempre più al centro dell’attenzione degli istituti di ricerca che svolgono diversi studi per scoprire nuove strategie di prevenzione e cura di questa malattia.
A tale proposito, lo scopo di questo elaborato è stato quello di riportare i lavori recenti presenti in letteratura che hanno condotto delle ricerche più approfondite sulle cause e strategie di prevenzione dell’Alzheimer tramite assunzione di diete specifiche.
Tra le cause endogene ed esogene dell’Alzheimer comunemente riportate, si possono enunciare l’avanzamento dell’età, i fattori genetici, una dieta sbilanciata e i fattori ambientali.
Infatti, con l’avanzare dell’età si osserva una riduzione del volume del peso del cervello, ingrossamento dei ventricoli e perdita di sinapsi e dendriti in aree specifiche. Le mutazioni a carico del precursore del peptide beta-amiloide portano all’insorgenza dell’Alzheimer a esordio precoce mentre la variazione allelica nel locus ApoE sul cromosoma 19 è un fattore di rischio che porta a esordio tardivo di Alzheimer. Per quanto riguarda le cause esogene, si può menzionare il trauma cranico, dieta sbilanciata e malnutrizione e esposizione all’Alluminio.
La ricerca bibliografica che consentiva di ricercare delle diete preventive della malattia di Alzheimer, ha permesso di scoprire i risultati di studi clinici e preclinici che sono stati fatti fino ad oggi.
Le diete maggiormente studiate in relazione alla prevenzione della malattia di Alzheimer sono la dieta chetogenica, dieta ad alto consumo di omega3 e dieta a base di acidi grassi a catena media (MCFA).
La dieta chetogenica sembra essere un interessante mezzo per mitigare i disturbi metabolici cerebrali che si verificano durante lo sviluppo dell’Alzheimer. Si è osservato che la funzione cognitiva di alcuni individui si migliora quando i corpi chetonici producono in modo acuto (entro 2 ore) un energia aggiuntiva al cervello.
L’assunzione di pasti chetogenici a base di MCFA ha mostrato prestazioni cognitive migliori in quanto gli acidi grassi riescono a raggiungere la barriera ematoencefalica e grazie al processo di glicolisi fungono da fonte energetica ai neuroni.
Una dieta ricca di acidi grassi omega 3 porta all’aumento della fluidità delle membrane neuronali, al miglioramento della neurotrasmissione sinaptica e all’aumento della neuroplasticità.
Sebbene alcuni lavori clinici e preclinici risultino conclusivi, occorre precisare che alla luce dei risultati ottenuti, diversi settori devono continuare a collaborare in modo multidisciplinare al fine di conseguire studi più ampi e mirati sulla validità e l’efficacia delle diverse diete analizzate in relazione alla malattia di Alzheimer.
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