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Il futurismo italiano, formatosi attorno alla figura di F.T. Marinetti nel 1909 e proseguito per oltre trent’anni, ha conosciuto momenti di scambio con altre avanguardie storiche e sono state molte le ibridazioni, in vari campi.
Ricercando una convergenza fra arte e vita, in tensione continua verso la Gesamkunstwerk, i futuristi si interessano di ogni ambito, spaziando dall’arte pura alla moda e al costume, al teatro e a ogni aspetto del quotidiano che poteva essere invaso dalla «ricostruzione futurista dell’universo».
La dissertazione finale si pone l’obiettivo di indagare, in particolare, il rapporto dell’arte futurista, e i valori che attraverso di essa vengono veicolati, con le discipline dello spettacolo, che nel giro di pochi anni vedranno la nascita della performance e degli happening.
Il costume è lo strumento principale attraverso il quale si compie il cambiamento auspicato dagli intellettuali futuristi nel campo del teatro, insieme alle scenografie e alla riflessione sulle nuove possibilità della coreografia e della regia. Attraverso l’analisi dei bozzetti dei costumi di scena è possibile ricostruire, dunque, il processo creativo alla base della forza espressiva delle performance e delle danze che si sviluppano dalla seconda metà degli anni ’10 fino alla fine degli anni ’20 e poco oltre.