Tesi etd-04262018-154951 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GRACCI, DAILA
URN
etd-04262018-154951
Titolo
"Industria 4.0": Nuove competenze per nuovi lavori
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
COMUNICAZIONE D'IMPRESA E POLITICA DELLE RISORSE UMANE
Relatori
relatore Prof. Palmerini, Giancamillo
Parole chiave
- competenze
- digitalizzazione
- industria 4.0
Data inizio appello
14/05/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’indagine condotta nel seguente lavoro ha lo scopo di studiare il fenomeno dell’avvento della digitalizzazione risultato dalla quarta rivoluzione industriale in relazione alla necessità di nuove competenze attualmente non ancora presenti nel mercato del lavoro.
Fin dai tempi della prima Rivoluzione industriale l’uomo ha iniziato a servirsi delle macchine per facilitarsi nel lavoro manuale. Con l’avvento del fordismo questo concetto cambiò radicalmente, al punto che si venne a creare una sorta di sottomissione del lavoratore alla produzione, il cui fine ultimo era ottenere un capitale sempre più alto. Il toyotismo ha affinato questa concezione migliorando le condizioni dei lavoratori, ma senza cambiare l’assunto di base emerso dalla seconda Rivoluzione industriale. Negli anni ’70 la diffusione dei computer e dei dispositivi elettronici ha contribuito a creare una società dei servizi basata su una nuova idea di competenza: non più soltanto manuale ma anche e soprattutto digitale.
Con la diffusione di internet si sta delineando una società nuova caratterizzata dalla necessità di rivedere i modelli produttivi finora vigenti per guidare il cambiamento in atto verso scenari di benessere collettivo. A questo proposito le istituzioni hanno sentito la necessità di regolamentare, attraverso politiche ad hoc, il fenomeno della quarta Rivoluzione industriale cercando di trovare un equilibrio tra la diffusione della digitalizzazione e il problema dell’aumento della disoccupazione derivato dalla stessa. Per cercare di prevenire la diffusione di scenari negativi, investire sulle competenze e sulla formazione si conferma essere uno dei punti chiave della questione.
Stati Uniti, Giappone, Unione Europea e conseguentemente i vari Stati membri hanno elaborato piani di intervento in materia di Industry 4.0. in cui hanno dettato le linee guida circa l’affermazione di nuove politiche economico-sociali.
L’Italia, nel 2016, ha approvato la strategia “Industria 4.0” a supporto delle imprese che vogliono fare innovazione, in un’ottica di incontro continuo tra domanda e offerta, prevedendo tra le altre l’istituzione di “competence center” in grado di facilitare il processo di trasferimento delle competenze dalle università alle imprese.
La Regione Toscana ha recepito le linee guida nazionali e ha approvato vari bandi ed incentivi per rilanciare le industrie presenti sul suo territorio. Tra questi, un accento particolare va posto sul progetto “Formazione 4.0” il cui scopo è quello di intervenire su qualifiche ad alta specializzazione, creazione di organismi formativi negli istituti scolastici e aumento della cultura digitale dei lavoratori (il sistema dei voucher per l’attivazione di corsi specifici di aggiornamento dei lavoratori è certamente una buona pratica).
Quanto emerso dal lavoro svolto delinea non soltanto le direttive adottate ma anche la strada da percorrere per accogliere e rendere positivo il cambiamento in atto. A tal proposito è stata condotta una indagine sul territorio analizzando il caso di un Centro per la consulenza e la formazione di Cecina. Il risultato lascia intuire che gli incentivi previsti per le piccole e medie imprese stanno portando dei miglioramenti concreti all’interno del tessuto imprenditoriale, sebbene emerga con chiarezza che la strada da percorrere sia ancora molta.
Al momento non è ancora possibile prevedere se sarà l’uomo a dominare le macchine oppure se saranno le macchine a togliere possibilità di lavoro all’uomo. Investire sulle competenze e, dunque, portare il livello di discussione su questo piano non è che un primo passo per muoversi sul terreno degli effetti, ancora ignoti, della quarta Rivoluzione industriale che stiamo vivendo.
Fin dai tempi della prima Rivoluzione industriale l’uomo ha iniziato a servirsi delle macchine per facilitarsi nel lavoro manuale. Con l’avvento del fordismo questo concetto cambiò radicalmente, al punto che si venne a creare una sorta di sottomissione del lavoratore alla produzione, il cui fine ultimo era ottenere un capitale sempre più alto. Il toyotismo ha affinato questa concezione migliorando le condizioni dei lavoratori, ma senza cambiare l’assunto di base emerso dalla seconda Rivoluzione industriale. Negli anni ’70 la diffusione dei computer e dei dispositivi elettronici ha contribuito a creare una società dei servizi basata su una nuova idea di competenza: non più soltanto manuale ma anche e soprattutto digitale.
Con la diffusione di internet si sta delineando una società nuova caratterizzata dalla necessità di rivedere i modelli produttivi finora vigenti per guidare il cambiamento in atto verso scenari di benessere collettivo. A questo proposito le istituzioni hanno sentito la necessità di regolamentare, attraverso politiche ad hoc, il fenomeno della quarta Rivoluzione industriale cercando di trovare un equilibrio tra la diffusione della digitalizzazione e il problema dell’aumento della disoccupazione derivato dalla stessa. Per cercare di prevenire la diffusione di scenari negativi, investire sulle competenze e sulla formazione si conferma essere uno dei punti chiave della questione.
Stati Uniti, Giappone, Unione Europea e conseguentemente i vari Stati membri hanno elaborato piani di intervento in materia di Industry 4.0. in cui hanno dettato le linee guida circa l’affermazione di nuove politiche economico-sociali.
L’Italia, nel 2016, ha approvato la strategia “Industria 4.0” a supporto delle imprese che vogliono fare innovazione, in un’ottica di incontro continuo tra domanda e offerta, prevedendo tra le altre l’istituzione di “competence center” in grado di facilitare il processo di trasferimento delle competenze dalle università alle imprese.
La Regione Toscana ha recepito le linee guida nazionali e ha approvato vari bandi ed incentivi per rilanciare le industrie presenti sul suo territorio. Tra questi, un accento particolare va posto sul progetto “Formazione 4.0” il cui scopo è quello di intervenire su qualifiche ad alta specializzazione, creazione di organismi formativi negli istituti scolastici e aumento della cultura digitale dei lavoratori (il sistema dei voucher per l’attivazione di corsi specifici di aggiornamento dei lavoratori è certamente una buona pratica).
Quanto emerso dal lavoro svolto delinea non soltanto le direttive adottate ma anche la strada da percorrere per accogliere e rendere positivo il cambiamento in atto. A tal proposito è stata condotta una indagine sul territorio analizzando il caso di un Centro per la consulenza e la formazione di Cecina. Il risultato lascia intuire che gli incentivi previsti per le piccole e medie imprese stanno portando dei miglioramenti concreti all’interno del tessuto imprenditoriale, sebbene emerga con chiarezza che la strada da percorrere sia ancora molta.
Al momento non è ancora possibile prevedere se sarà l’uomo a dominare le macchine oppure se saranno le macchine a togliere possibilità di lavoro all’uomo. Investire sulle competenze e, dunque, portare il livello di discussione su questo piano non è che un primo passo per muoversi sul terreno degli effetti, ancora ignoti, della quarta Rivoluzione industriale che stiamo vivendo.
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