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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04262014-195106


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIOVANNELLI, LEONARDO
URN
etd-04262014-195106
Titolo
La mossa del cavallo. Israele e la strategia delle alleanze periferiche.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Vernassa, Maurizio
Parole chiave
  • azerbaigian
  • grecia
  • cipro
  • india
  • medio oriente
  • israele
  • iran
  • turchia
  • alleanze periferiche
  • periferia
Data inizio appello
19/05/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
La strategia delle alleanze periferiche, argomento del presente lavoro, è una delle grandi direttive strategiche che hanno plasmato la politica internazionale dello Stato di Israele fin dai suoi albori e, nella sua ideazione ed applicazione, essa richiama la mossa del cavallo nel gioco degli scacchi, essendo basata letteralmente sul salto e l'aggiramento della prima fascia di Stati arabi e il raggiungimento di una sponda sicura di alleati nella cosiddetta seconda fascia di Stati, principalmente non-arabi e/o non musulmani. La dottrina della periferia adottata da Israele prese le mosse dalla consapevolezza, maturata fin dalla Prima guerra arabo-israeliana del 1948, che i rapporti con gli Stati arabo-musulmani confinanti (in special modo Egitto, Siria, Iraq) sarebbero stati sempre difficili e che il rischio di nuovi attacchi si sarebbe mantenuto elevato, proprio perché di Israele si metteva in discussione non solo e non tanto l'estensione geografica, quanto il mero diritto di esistere. Fino al momento in cui fosse mancata la possibilità di imboccare un cammino di pace e mutuo riconoscimento con gli arabi, l'unica via di uscita diplomatico-militare, nonché l'unica forma possibile di compensazione e di bilanciamento della distribuzione del potere nell'area mediorientale, sarebbero stati la ricerca e il consolidamento di alleanze più o meno segrete con Stati e minoranze etniche appartenenti alla fascia “periferica”.
Le alleanze periferiche hanno vissuto la loro stagione più fruttuosa nel ventennio compreso tra la fine degli anni '50 e quella degli anni '70, (fino alla rivoluzione islamica iraniana). Quell'arco di tempo fu segnato da collaborazione a livello di intelligence, militare, commerciale, proseguita sporadicamente anche durante gli anni '80. Negli anni '90, dopo la fine del mondo bipolare e in parallelo con il revival dei rapporti con la Turchia, Israele individuò nell'Iran il suo acerrimo nemico. Negli ultimi dieci anni anche le relazioni con la Turchia sembrano essersi guastate (complice la permanenza di Erdoğan al potere) ed Israele ha cominciato a creare e consolidare nuovi legami con Paesi appartenenti alla sua prossima periferia nel tentativo di trovare un sostituto di Ankara. I rapporti sviluppatisi recentemente con Grecia, Cipro, Azerbaigian e India rappresentano gli esempi più rilevanti di come la strategia delle alleanze periferiche abbia saputo resistere nel tempo e rinnovarsi.
Molto è cambiato dagli anni '40 ad oggi, ma Israele si trova tuttora a dover fronteggiare un ecosistema politico mediorientale prevalentemente ostile, in cui Stati ed entità parastatali situati nella sua prossimità geografica rappresentano le vere minacce mentre invece gli Stati della prima e seconda periferia fungono ancora come un tempo da contrappeso politico e assicurano deterrenza e profondità strategica ad Israele.
Nel presente lavoro si analizzerà quindi la strategia delle alleanze periferiche tramite il ricorso a dei case studies, ovvero esponendo l'evoluzione dei rapporti tra Israele e i suoi più importanti alleati della periferia. Si cercherà, al contempo, di dare credito all'idea che tale approccio strategico caratterizzi e dia forma tuttora alla condotta e alla politica di alleanze internazionali di Israele.