Tesi etd-04262010-121301 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
CARRINO, MADDALENA
URN
etd-04262010-121301
Titolo
Decisione integrata e partecipata per la pianificazione ambientale il Mar Piccolo di Taranto
Settore scientifico disciplinare
ICAR/20
Corso di studi
SCIENZE E METODI PER LA CITTA' E IL TERRITORIO EUROPEI
Relatori
tutor Prof. Selicato, Francesco
Parole chiave
- contrattazione
- decisione
- internet
- pianificazione
Data inizio appello
22/10/2007
Consultabilità
Completa
Riassunto
La scelta del Mar Piccolo come sito di interesse progettuale, non è casuale per due ordini di motivi: innanzitutto la stessa Comunità Europea nella Direttiva 94/43/ CEE “HABITAT”ha riconosciuto il Mar Piccolo sito di interesse comunitario (SIC) data la sua rilevanza dal punto di vista ambientale e faunistico; in secondo luogo per Taranto riveste un ruolo nodale di elemento polarizzante e generatore di un più complessivo disegno della città in prospettiva di un piano regolatore non più incentrato su un discriminato sviluppo territoriale. Il piano di gestione integrata del Mar Piccolo viene inteso innanzitutto come il risultato di processi di conoscenza del territorio da tutti i possibili punti di vista necessari per un corretto sviluppo dell’area. Questi processi di conoscenza possono in prima analisi ricollegarsi ai due livelli principali di conoscenza: esperta e non esperta.
Ma la pianificazione sostenibile è ancora alla ricerca di un equilibrio degli interessi tra la dimensione del coinvolgimento e la necessità dell’agire in tempi rapidi
Per la realizzazione di un ipotesi di piano efficace, che possa dischiudere scenari di sviluppo attendibili e gestibili, è impensabile prescindere dalla contemporanea comprensione e utilizzazione di entrambi i tipi di conoscenza suddetti. Sfortunatamente,come noto mentre la conoscenza esperta è acquisibile in formati standard o standardizzabili (propri di un approccio scientifico), la conoscenza non esperta si esprime il più delle volte in maniera implicita, criptata, difficile, complessa, così come complessa (cioè vera) è del resto la realtà con cui ha a che fare il moderno pianificatore.
Da questa circostanza discende la necessità di cercare mezzi, metodi i quali, lungi dal rappresentare la panacea per una inutile e dannosa semplificazione della realtà, possano consentire chiavi di lettura, suggerimenti e interpretazioni della conoscenza non esperta. Un utile ausilio può essere rappresentato da una “piattaforma valutativa e interpretativa” che serva da supporto all’individuazione di strategie che necessariamente preludono al disegno di piano stesso. Nel caso del piano per il Mar Piccolo,il recupero del Programma Posidonia ha consentito una prima interazione tra agenti per la costruzione di scenari, in cui sono intervenute le conoscenze esperte, per fornire proposte, verificare compatibilità, delineare eventualmente linee d’azione strategiche. Sono emerse alcune problematiche di carattere generale, ed elementi la cui rilevanza può variare a seconda dello scenario di sviluppo futuro che si concretizzerà nella realtà Tarantina. Questi elementi sono poi confluiti in una lista delle priorità, sintetizzata in istanze elencate in ordine prioritario decrescente:
A fronte della allarmante situazione di degrado ambientale, lo scenario esperto ha espresso un obiettivo generale di ridurre al massimo il fattore negativo di “incremento di pressione sull’ambiente” favorendo gli interventi comunque finalizzati a minimizzare la “vulnerabilità umana” e la “vulnerabilità dell’ambiente”.
La costruzione degli scenari si è spostata, quindi, verso la interazione fra agenti di conoscenza non esperta, attraverso una piattaforma di interazione remota a base geografica.
. Era pertanto necessario sviluppare una piattaforma dinamica, indubbiamente differente dalla precedente, capace di consentire lo scambio delle diverse strutture cognitive degli stakeholders, espresse in forma testuale, verbale, grafica e gestuale, con feedback in tempo reale. Perciò, il processo è stato supportato da un’architettura molto semplice. Internet, in questo senso, si presta particolarmente come strumento utile agli scopi informativi. Il limite maggiore all’utilizzo della rete in questi contesti è rappresentato dalla diffusione di internet, anche tra i partecipanti meno dotati economicamente, culturalmente o poco pronti o interessati ad utilizzare tecnologie nuove.
Il lavoro di progettazione del sistema ha riguardato fondamentalmente lo ‘spazio web’ visto come mezzo per legare il territorio , la sua collocazione geografica, tramite “la mappa”all’informazione. Un informazione molto sintetica, semplificata ma comprensibile. La strategia a cui si è puntato ha previsto,infatti, innanzitutto la necessità di facilitare e velocizzare l’accesso del processo interattivo all’utente, con una pagina introduttiva che in maniera sintetica riassumeva l’obiettivo del lavoro. Infine, altro espediente a cui si è ricorsi è stato il coinvolgimento “diretto” degli utenti.
Lo sforzo operativo ha visto, sulla scorta delle precedenti esperienze in cui la partecipazione è stata scarsa, il contatto con persone, utenti, agenti comunque accumunati da sensibilità al problema di recupero ambientale dell’area oggetto di studio. Questa fase ha sicuramente ridotto, o meglio accorciato i tempi tecnici, anche se ha indirizzato in maniera sostanziale , quasi “forzata” la partecipazione..
Si è proposto alla comunità di partecipare al forum nel periodo natalizio, per offrire la possibilità di accedere alle informazioni nei tempi più adatti e idonei, lontani dal lavoro.
Tutta la procedura innescata per il piano di gestione integrata del Mar Piccolo si è dovuta inerpicare attraverso,quindi, un percorso un po’ tortuosamente adattivo verso l’obiettivo del coinvolgimento degli stakeholders pubblici. Se ne è determinato un ibrido metodologico nel quale la partecipazione democratica è forzatamente avvenuta per coinvolgimenti successivi: prima la gente, poi gli esperti, poi gli imprenditori e da ultimo gli”utenti selezionati”.
La mancata partecipazione di questi ultimi, nonostante il coinvolgimento ad personam, e la scelta di pubblicizzare il forum nel periodo natalizio, cioè nel periodo di minor impegno lavorativo non hanno avuto una grande fortuna, e questo è chiaramente l’effetto di una grande sfiducia nei confronti dell’Amministrazione, delle istituzioni ,ma ha rappresentato anche la possibilità di riflettere su un ulteriore lavoro di ricerca, e cioè sui possibili mezzi di pubblicizzazione e di coinvolgimento degli utenti, attingendo, magari, ad altre discipline quali la sociologia, la psicologia, il marketing.
Non è possibile, quindi, nell’approccio e nell’utilizzo di qualunque forma, mezzo strumento alla partecipazione prescindere dal contesto, dall’ambiente, dalla sfiducia nei confronti delle istituzioni.
Al termine di questa esperienza, tuttavia, possiamo evidenziare almeno due risultati collaterali (byproduct achievements) rilevanti e interessanti soprattutto per la realtà di Taranto.
Il primo, più evidente risultato è stato la scoperta dell’importanza di un approccio di tipo sistemico, integrato nella analisi e pianificazione dell’area di Taranto.
Ci si è resi conto che le interazioni vis a vis continuano ad essere più semplici e più coinvolgenti per i partecipanti, il web, infatti, ha svolto semplicemente il ruolo di bacheca virtuale sulla quale apporre il materiale raccolto durante il “Programma Posidonia”. Nonostante attraverso “la rete delle reti” processi di informazione e di comunicazione sono possibili superando limiti che contraddistinguevano l’era preinformatica ( si pensi alle possibilità di accedere alle informazioni nei tempi più adatti ad ognuno di noi, scegliendo con criteri del tutto personali quelle che riteniamo più interessanti; la possibilità per qualunque utente di diventare una fonte di informazioni; la rapidità di scambio ; alla quantità di informazioni che è possibile scambiare sulla rete) riguardo la sua reale utilizzazione nell’ambito della decisione appare ancora una evenienza piuttosto lontana.
Le nuove forme di negoziazione condotte attraverso il web o per lo meno nel contesto delle reti locali, pone delle questioni di strutturazione del problema, di comprensione di linguaggi, di messa assieme di differenti culture, mostrando l’irriducibile asperità di ogni transazione conoscenza nella pratica in contesti multi-attore e multi-agente.
Ma la pianificazione sostenibile è ancora alla ricerca di un equilibrio degli interessi tra la dimensione del coinvolgimento e la necessità dell’agire in tempi rapidi
Per la realizzazione di un ipotesi di piano efficace, che possa dischiudere scenari di sviluppo attendibili e gestibili, è impensabile prescindere dalla contemporanea comprensione e utilizzazione di entrambi i tipi di conoscenza suddetti. Sfortunatamente,come noto mentre la conoscenza esperta è acquisibile in formati standard o standardizzabili (propri di un approccio scientifico), la conoscenza non esperta si esprime il più delle volte in maniera implicita, criptata, difficile, complessa, così come complessa (cioè vera) è del resto la realtà con cui ha a che fare il moderno pianificatore.
Da questa circostanza discende la necessità di cercare mezzi, metodi i quali, lungi dal rappresentare la panacea per una inutile e dannosa semplificazione della realtà, possano consentire chiavi di lettura, suggerimenti e interpretazioni della conoscenza non esperta. Un utile ausilio può essere rappresentato da una “piattaforma valutativa e interpretativa” che serva da supporto all’individuazione di strategie che necessariamente preludono al disegno di piano stesso. Nel caso del piano per il Mar Piccolo,il recupero del Programma Posidonia ha consentito una prima interazione tra agenti per la costruzione di scenari, in cui sono intervenute le conoscenze esperte, per fornire proposte, verificare compatibilità, delineare eventualmente linee d’azione strategiche. Sono emerse alcune problematiche di carattere generale, ed elementi la cui rilevanza può variare a seconda dello scenario di sviluppo futuro che si concretizzerà nella realtà Tarantina. Questi elementi sono poi confluiti in una lista delle priorità, sintetizzata in istanze elencate in ordine prioritario decrescente:
A fronte della allarmante situazione di degrado ambientale, lo scenario esperto ha espresso un obiettivo generale di ridurre al massimo il fattore negativo di “incremento di pressione sull’ambiente” favorendo gli interventi comunque finalizzati a minimizzare la “vulnerabilità umana” e la “vulnerabilità dell’ambiente”.
La costruzione degli scenari si è spostata, quindi, verso la interazione fra agenti di conoscenza non esperta, attraverso una piattaforma di interazione remota a base geografica.
. Era pertanto necessario sviluppare una piattaforma dinamica, indubbiamente differente dalla precedente, capace di consentire lo scambio delle diverse strutture cognitive degli stakeholders, espresse in forma testuale, verbale, grafica e gestuale, con feedback in tempo reale. Perciò, il processo è stato supportato da un’architettura molto semplice. Internet, in questo senso, si presta particolarmente come strumento utile agli scopi informativi. Il limite maggiore all’utilizzo della rete in questi contesti è rappresentato dalla diffusione di internet, anche tra i partecipanti meno dotati economicamente, culturalmente o poco pronti o interessati ad utilizzare tecnologie nuove.
Il lavoro di progettazione del sistema ha riguardato fondamentalmente lo ‘spazio web’ visto come mezzo per legare il territorio , la sua collocazione geografica, tramite “la mappa”all’informazione. Un informazione molto sintetica, semplificata ma comprensibile. La strategia a cui si è puntato ha previsto,infatti, innanzitutto la necessità di facilitare e velocizzare l’accesso del processo interattivo all’utente, con una pagina introduttiva che in maniera sintetica riassumeva l’obiettivo del lavoro. Infine, altro espediente a cui si è ricorsi è stato il coinvolgimento “diretto” degli utenti.
Lo sforzo operativo ha visto, sulla scorta delle precedenti esperienze in cui la partecipazione è stata scarsa, il contatto con persone, utenti, agenti comunque accumunati da sensibilità al problema di recupero ambientale dell’area oggetto di studio. Questa fase ha sicuramente ridotto, o meglio accorciato i tempi tecnici, anche se ha indirizzato in maniera sostanziale , quasi “forzata” la partecipazione..
Si è proposto alla comunità di partecipare al forum nel periodo natalizio, per offrire la possibilità di accedere alle informazioni nei tempi più adatti e idonei, lontani dal lavoro.
Tutta la procedura innescata per il piano di gestione integrata del Mar Piccolo si è dovuta inerpicare attraverso,quindi, un percorso un po’ tortuosamente adattivo verso l’obiettivo del coinvolgimento degli stakeholders pubblici. Se ne è determinato un ibrido metodologico nel quale la partecipazione democratica è forzatamente avvenuta per coinvolgimenti successivi: prima la gente, poi gli esperti, poi gli imprenditori e da ultimo gli”utenti selezionati”.
La mancata partecipazione di questi ultimi, nonostante il coinvolgimento ad personam, e la scelta di pubblicizzare il forum nel periodo natalizio, cioè nel periodo di minor impegno lavorativo non hanno avuto una grande fortuna, e questo è chiaramente l’effetto di una grande sfiducia nei confronti dell’Amministrazione, delle istituzioni ,ma ha rappresentato anche la possibilità di riflettere su un ulteriore lavoro di ricerca, e cioè sui possibili mezzi di pubblicizzazione e di coinvolgimento degli utenti, attingendo, magari, ad altre discipline quali la sociologia, la psicologia, il marketing.
Non è possibile, quindi, nell’approccio e nell’utilizzo di qualunque forma, mezzo strumento alla partecipazione prescindere dal contesto, dall’ambiente, dalla sfiducia nei confronti delle istituzioni.
Al termine di questa esperienza, tuttavia, possiamo evidenziare almeno due risultati collaterali (byproduct achievements) rilevanti e interessanti soprattutto per la realtà di Taranto.
Il primo, più evidente risultato è stato la scoperta dell’importanza di un approccio di tipo sistemico, integrato nella analisi e pianificazione dell’area di Taranto.
Ci si è resi conto che le interazioni vis a vis continuano ad essere più semplici e più coinvolgenti per i partecipanti, il web, infatti, ha svolto semplicemente il ruolo di bacheca virtuale sulla quale apporre il materiale raccolto durante il “Programma Posidonia”. Nonostante attraverso “la rete delle reti” processi di informazione e di comunicazione sono possibili superando limiti che contraddistinguevano l’era preinformatica ( si pensi alle possibilità di accedere alle informazioni nei tempi più adatti ad ognuno di noi, scegliendo con criteri del tutto personali quelle che riteniamo più interessanti; la possibilità per qualunque utente di diventare una fonte di informazioni; la rapidità di scambio ; alla quantità di informazioni che è possibile scambiare sulla rete) riguardo la sua reale utilizzazione nell’ambito della decisione appare ancora una evenienza piuttosto lontana.
Le nuove forme di negoziazione condotte attraverso il web o per lo meno nel contesto delle reti locali, pone delle questioni di strutturazione del problema, di comprensione di linguaggi, di messa assieme di differenti culture, mostrando l’irriducibile asperità di ogni transazione conoscenza nella pratica in contesti multi-attore e multi-agente.
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