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L'Opera nazionale dopolavoro fu l'istituzione ufficiale del regime fascista creata al fine di organizzare il tempo libero dei lavoratori. Tra le organizzazioni di massa del regime fu la più vasta, come numero di iscritti, e la più capillare, come diffusione sul territorio. La canalizzazione del consenso trovava in un organismo come l'Opera nazionale dopolavoro il suo perfetto strumento di attuazione. Attraverso molteplici attività ricreative, sportive e culturali fu in grado di penetrare tra i lavoratori e soprattutto tra i giovani. La sua struttura fortemente centralizzata ma articolata, grazie alla miriade di circoli dopolavoristici presenti, era perfettamente idonea allo scopo. L'organizzazione amministrativa si articolava su tre livelli: la Direzione centrale che esercitava un forte controllo sugli altri, i Dopolavoro provinciali a livello intermedio e i Dopolavoro comunali che organizzavano e coordinavano l'attività dei circoli aderenti sparsi sul territorio. Il soggetto produttore dell'archivio descritto nell'inventario è il Dopolavoro comunale di Prato che ha svolto un attività intensa e variegata a partire dal 1928 fino al 1944, organizzando l'attività dopolavoristica dei circoli presenti su tutto il territorio comunale di prato e anche di alcuni comuni limitrofi. La realtà pratese rappresenta un caso interessante essendo costituita dalla presenza di circoli borghesi cittadini e da una grande quantità di circoli sorti all'interno delle numerose imprese tessili.